Auto elettriche
Gaza, nel piano Usa c'è anche un polo per Bev
Spunta fuori anche un polo per auto elettriche fra le 38 slide del piano Great (Gaza Reconstitution, Economic Acceleration and Transformation), ovvero il controverso progetto dedicato alla ricostruzione della Striscia di Gaza discusso alla Casa Bianca: in una delle 38 slide di cui siamo entrati in possesso (e alla quale si riferisce l'immagine che trovate qui sopra), si parla di produzione avanzata in una zona industriale dove “aziende americane di veicoli elettrici costruiscono fabbriche e strutture per i dipendenti nel nord di Gaza e nel sud di Israele”.
Qual è l’idea. In base al piano Great, voluto da Donald Trump e contestato da più parti, minerali e materiali vengono spediti dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, mentre l’assemblaggio è effettuato da personale qualificato, a basso costo, in fabbriche alimentate a gas da Gaza, con l’impiego di energia marina e fotovoltaica.
E alla fine… Dopodiché, il piano prevede la consegna delle auto elettriche in Europa con bassi costi di spedizione tramite il porto di El-Arish e tasse pari allo 0% perché in una zona di libero scambio. Per fare concorrenza alle auto cinesi. Questo la slide non lo dice esplicitamente, ma è il cuore della strategia: le Bev assemblate a Gaza avrebbero listini inferiori rispetto a quelle esportate dal Dragone in Europa, soggette agli extra dazi imposti da Bruxelles alle elettriche made in China. In questo modo, chiosa il piano Great, si "realizzerebbero profitti, offrendo al contempo un futuro migliore a palestinesi e israeliani”. Tutto, ovviamente, da dimostrare.