Cerca

Eventi

Arabia Saudita
Il re annulla il divieto: le donne potranno guidare

Rosario Murgida
1 / 4

Arabia Saudita - Il re annulla il divieto: le donne potranno guidare

2 / 4

Arabia Saudita - Il re annulla il divieto: le donne potranno guidare

3 / 4

Re Salman: con un decreto ha concesso di guidare alle donne dell'Arabia Saudita

4 / 4

Una delle tante campagne promosse per chiedere l'annullamento del divieto

È arrivata una svolta storica che da tanto si attendeva: le donne saudite potranno guidare. La decisione, annunciata da un decreto del re Salman, è stata promossa dal principe ereditario Mohammed bin Salman, desideroso di dare una nuova immagine al Paese: l'Arabia Saudita, infatti, era rimasto l'unico Paese in cui vigeva questa interdizione.

Patenti dal 2018. L'iniziativa, annunciata dalla tv saudita e in contemporanea durante un evento a Washington, prevede che entro 30 giorni venga costituito un apposito comitato per stilare l'iter burocratico che consenta il rilascio delle prime patenti entro giugno 2018. Non si conoscono ancora i dettagli e le modalità della riforma, ma si tratta di un importante segnale di svolta per un Paese in cui la corrente più conservatrice della religione islamica, quella wahabita, limita ancora le libertà delle donne. Già nei giorni scorsi era emersa una prima, significativa apertura, con il via libera per le donne all'ingresso allo stadio re Fahd di Riyad per le celebrazioni della festa nazionale. In passato era stato concesso il diritto di voto e la possibilità di viaggiare e studiare, ma sempre con forti limitazioni e con l'obbligo della tutela maschile. 

Segnali di cambiamento. Negli ultimi due anni, però, l'Arabia Saudita ha deciso di avviare una serie di politiche di apertura. Due anni fa il governo ha varato un piano di riforme denominato "Vision 2030", per imprimere una svolta anche economica e ridurre la dipendenza dal petrolio. Si tratta, in poche parole, di una strategia fatta di privatizzazioni, investimenti in nuovi settori, aperture agli investitori esteri e progressiva modernizzazione degli apparati statuali. Per sostenerla, tuttavia, è necessario anche cambiare una cultura ancora troppo legata al passato. Per quanto riguarda le auto, per esempio, in molti ricorderanno quanto successo nel 2011, quando un tribunale aveva condannato a 10 frustate una donna colpevole di aver guidato un veicolo a motore. Negli anni c'erano stati vari tentativi di smuovere l'opinione pubblica, ma finora non si erano ottenuto risultati significativi. In un contesto del genere il decreto del principe ereditario, per quanto ancora non definito in ogni dettaglio, rappresenta un passo avanti storico.