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Inaugurato a Santena il nuovo centro ricerche

Emilio Deleidi
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Petronas - Inaugurato a Santena il nuovo centro ricerche

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Il sindaco di Torino Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino all'inaugurazione

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Sessanta milioni di dollari (quasi 49 milioni di euro) d’investimento: è quanto la Petronas ha messo in campo per la realizzazione del Global reserch and technology centre di Santena, alle porte di Torino. Una struttura destinata a dare lavoro a 150 persone e, soprattutto, a costituire un centro di eccellenza a livello mondiale, visto che la petrolifera malese avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro degli 80 mercati in cui è presente per realizzarla. Ma la città piemontese ha delle doti speciali, come conferma a Quattroruote Dato’ Sri Syed Zainal Abidin Syed Mohd Tahir, vicepresidente del Downstream marketing della Petronas, intervenuto alla cerimonia d’inaugurazione del centro: "A Torino", spiega, "ci sono un capitale umano ricco di conoscenze e competenze nell’area dell’innovazione difficili da trovare altrove". Da qui, oltre alla scelta, le collaborazioni avviate con le università piemontesi. Ed è comprensibile l’orgoglio ostentato da Sergio Chiamparino, presidente della Regione, e Chiara Appendino, sindaca di Torino, insieme con i primi cittadini di Santena e Villastellone, i due comuni interessati dalla struttura, in occasione dell’avvio delle attività nei nuovi laboratori.

Sale prova e banchi. Il nuovo centro ricerche, oltre ai laboratori chimici nei quali vengono studiati gli additivi per i lubrificanti, comprende undici sale prove, consacrate ai test su motori per mezzi pesanti e vetture e sulle trasmissioni e due banchi a rulli, che ospitano veicoli interi. Scopo della ricerca, nella quale gli investimenti dell’azienda sono quadruplicati dal 2015, è in gran parte la definizione di oli che contribuiscano alla riduzione degli attriti nei propulsori e, quindi, alla diminuzione delle emissioni di CO2, target preminente per i costruttori, visti i vincoli normativi previsti per il 2020. Ma non è tutto: i lubrificanti potranno avere un ruolo anche nel prolungamento della vita dei motori diesel, sempre grazie al miglioramento della qualità dei loro gas di scarico, e nel campo della mobilità ecosostenibile. Quest’ultimo aspetto può sorprendere, ma non dobbiamo dimenticare che le vetture elettriche e ibride sono dotate di batterie che temono l’innalzamento delle temperature: e la Petronas dedica i propri studi anche alla realizzazione di fluidi consacrati al raffreddamento degli accumulatori. All’estremo opposto, se vogliamo, c’è invece il recente lancio di una linea di lubrificanti pensata per le vetture da collezione, battezzata Selenia Classic (dal vecchio marchio della Fiat rilevato dall’azienda malese) e caratterizzata da confezioni con grafica vintage: e non è un caso se, all’inaugurazione, è intervenuto anche Roberto Giolito, responsabile della FCA Heritage, insieme a un nutrito gruppo di auto storiche dei brand del gruppo, 124 Abarth e Alfa Romeo Giulia in testa.

Lo sport. Dal centro ricerche della Petronas, inoltre, escono anche gli oli utilizzati dalle Mercedes-AMG che hanno dominato le ultime quattro stagioni della Formula 1. La partnership col team anglo-tedesco è sostanziale, non solo commerciale, come hanno dimostrato le cronache del Mondiale 2017, vinto da Lewis Hamilton grazie anche alle performance garantitegli dalla sua power unit. Su questi materiali, spiega Andrea Dolfi, Engine fluids & motorsport manager dell’azienda, "lavora una quindicina di persone, anche se non a tempo pieno; gli scambi d’informazioni con la squadra sono frequenti, con incontri ogni due mesi nelle sedi inglesi del team e un meeting annuale in occasione del GP d’Italia; molte simulazioni vengono effettuate con la Cfd (la fluidodinamica computazionale) e l’evoluzione degli oli segue gli step di quella dei propulsori". L’impegno della Petronas nel motorsport non si limita alla F.1, ma si estende anche al Dtm (sempre con la Mercedes), alla Formula 2, alla Formula 3 e al karting.