Linea Diamante
Svelata l'auto disegnata da Gio Ponti
Grand Basel, la manifestazione elvetica dedicata ai capolavori dell’automotive in programma dal 6 al 9 settembre, è il teatro di un debutto eccezionale: farà infatti la sua prima apparizione Linea Diamante, ovvero l’automobile concepita nel 1953 dall’architetto e designer Gio Ponti (fondatore, nel 1928, della rivista Domus con Gianni Mazzocchi, ideatore ed editore di Quattroruote) in collaborazione con il collega Alberto Rosselli. Rimasta per 65 anni sulla carta, fatta eccezione per la realizzazione di modelli in scala ridotta, il progetto vede ora la luce nelle sue dimensioni reali grazie allo sforzo compiuto dal prof. Paolo Tumminelli, fondatore del Goodbrands Institute for Automotive Culture, in collaborazione con gli Archivi Gio Ponti e FCA Heritage e con il supporto culturale di Domus.
La filosofia. Nell’elaborare il progetto Ponti s’ispirò a principi di design all’avanguardia nei primi anni 50: punto di partenza del disegno fu, infatti, una sagoma aerodinamica a forma di lacrima, poi trasformata in tratti spigolosi visti come una sorta di reazione allo stile dominante dell’epoca, caratterizzato da soluzioni "gonfie" cui corrispondevano ridotte superfici vetrate e, di conseguenza, interni poco luminosi. La via scelta dall’architetto milanese fu diametralmente opposta: il suo linguaggio stilistico si esprimeva in una carrozzeria a pannelli con ampi finestrini che permettevano d’inondare di luce l’abitacolo. A questo si aggiungevano un bagagliaio spazioso e un paraurti di gomma, previsto lungo tutto il perimetro della vettura, con rostri anteriori e posteriori montati su molle, frutto di una collaborazione con la Pirelli. Il progetto era stato pensato per adottare il telaio e la meccanica dell’Alfa Romeo 1900; Ponti chiese inizialmente la collaborazione della carrozzeria milanese Touring, per poi rivolgersi alla Fiat, che però decise di non assecondarlo. I concetti dell’architetto erano troppo in anticipo sui tempi: dovrà passare, infatti, una ventina d’anni prima che si possano ritrovare certe sue soluzioni formali su modelli come la Renault 16 e la Volkswagen Passat.
Il tributo. La traduzione in dimensioni reali della Linea Diamante costituisce oggi un ennesimo omaggio alla genialità di Ponti, autore, tra l’altro, di opere iconiche come il grattacielo Pirelli di Milano e la celebre sedia 699 Superleggera. "Questo brillante e arioso progetto", spiega Roberto Giolito, responsabile di FCA Heritage, "è ancora oggi rivoluzionario: per la sua realizzazione sono state necessarie l’analisi e la comprensione dei particolari degli schizzi originari di Ponti, scegliendo tra differenti documenti allo scopo di decifrare i suoi studi". L’iniziativa ha avuto il sostegno dell’Editoriale Domus, la cui presidente Giovanna Mazzocchi Bordone sottolinea come "la difficile sfida sia stata affrontata con entusiasmo" e quanto "si possa oggi essere orgogliosi e soddisfatti dei risultati".
L’esposizione. A Basilea, la Linea Diamante verrà collocata su un lungo piedistallo, che funge da cronologia fisica per la presentazione della vettura: il visitatore verrà trasportato indietro nel tempo fino ai primi anni 50, tra richiami alle opere più conosciute di Ponti (il pavimento sarà stampato con una replica ingrandita delle linee geometriche delle piastrelle di ceramica progettate dall’architetto, che riprendono le forme spigolose dell’auto). Vicino al modello sarà ricordata anche l’Alfa Romeo 1900, riferimento tecnico e stilistico dell’epoca, ma anche tipico esempio del linguaggio formale che l’architetto intendeva superare con la propria opera; sulle pareti laterali verrà ripercorso il cammino progettuale della vettura, dal primo schizzo alla sua realizzazione, attraverso disegni e fotografie. Il modello di Basilea costituisce il primo passo verso la ricostruzione di un’auto perfettamente funzionante, realizzata oggi sulla meccanica di un’Alfa 1900 secondo le tecniche produttive degli anni 50. Prima di allora, però, lo studio e la ricostruzione degli interni, solo in parte completati da Ponti, permetterà di avviare una riflessione sui valori, storici e universali, del car design e sui concetti di mobilità.