Opel - 125 anni di Blitz - FOTO GALLERY
Opel Patent-Motorwagen System Lutzmann. Raffigurata qui con a bordo Heinrich Opel (a destra), è la prima auto del marchio. Viene lanciata nel 1899 con un monocilindrico da 3,5 CV, facendosi notare per due dotazioni innovative, ovvero i pneumatici, all’epoca non ancora diffusi nel settore, e un seggiolino amovibile (opzionale) per bambini.
Opel 4/8 HP. Una delle prime ''piccole'' nella storia dell’auto, viene lanciata nel 1909 con un prezzo competitivo, tra i 4 e i 5 mila marchi, a fronte di una media di 20 mila per le altre vetture dell’epoca. La campagna pubblicitaria, inoltre, strizza l’occhio ai liberi professionisti, rivolgendosi esplicitamente a medici, veterinari e avvocati: da qui il soprannome di ''Doctorwagen''.
Opel 4/12 HP. Questo modello a due posti viene lanciato nel 1924, sfruttando l’avvento della catena di montaggio nell’industria tedesca. La Opel inizia così a proporre la vettura, capace di raggiungere i 60 km/h, a prezzi concorrenziali, che ne fanno un modello per tutti, soprannominato in patria ''Raganella'': al lancio, infatti, è disponibile solo nel colore verde. In totale, verranno prodotte 119.484 Opel di questa famiglia fino al 1931.
Opel Olympia. Nel 1935 la Casa tedesca, da qualche anno in mano all’americana General Motors, lancia la Olympia, ovvero la prima auto teutonica di serie con carrozzeria autoportante in acciaio. La sua produzione, interrotta a causa della guerra, verrà ripresa nel 1947 (nella foto, un esemplare postbellico).
Opel Kadett I. Gli anni 30, del resto, sono un periodo di grande fermento per la Opel, che diventa il primo costruttore tedesco, grazie a una produzione annua di almeno 100 mila vetture. La Kadett d’anteguerra, in seguito identificata come Kadett I, viene presentata il 4 dicembre del 1935 come modello intermedio tra la Olympia e la più piccola e spartana P4. Anche grazie a un prezzo di 2.100 marchi, identico per le due varianti di carrozzeria (chiusa e scoperta), sarà un grande successo.
Opel Olympia Rekord. Si tratta del primo modello inedito della Opel lanciato dopo la seconda guerra mondiale. Al suo arrivo, avvenuto nel 1953, prende il via una nuova fase del marchio, resa evidente dalla carrozzeria ponton della berlina, ispirata alle mode americane dell’epoca, ma anche dallo stile della variante Caravan, un incrocio tra una vettura e un furgone (il nome, che farà scuola, è una crasi tra car e van). Di fatto, è la prima di una lunga serie di wagon moderne della Casa tedesche.
Opel Kadett A. Dopo l’omonimo modello d’anteguerra, nel 1962 debutta la prima generazione della Kadett moderna, identificata dalla prima lettera dell’alfabeto e, dal 1963, proposta anche nella variante Caravan. Con la Kadett viene inaugurato il nuovo stabilimento di Bochum che, a regime, ne produrrà 1.000 unità al giorno.
Opel GT. La celebre sportiva d’antan del Fulmine viene lanciata sul mercato nel 1968, tre anni dopo la presentazione della concept Experimental GT, a cui si ispira. Il baricentro basso, la linea ispirata alla bottiglia della Coca-Cola e quei fari a scomparsa ''rotanti'' ne fanno fin da subito un’icona di sportività.
Opel Manta. Del resto, è proprio in quegli anni che la Opel si scrolla di dosso l’immagine del marchio di auto da famiglia: vetture belle e robuste, certo, ma forse un po’ seriose. Si arriva così, nel 1970, alla nascita della Manta, una coupé 2+2 derivata dall’Ascona, che verrà presentata successivamente. Di fatto, è l’erede della GT, che affianca fino al 1973 per poi rimpiazzarla del tutto.
Opel Ascona 400. Derivata dall’Ascona B, è una sportiva pensata per l’impiego nei rally: 400, infatti, è il numero di esemplari necessari per ottenere l’omologazione Fia. La vettura si rivela una delle più efficaci di quegli anni nel motorsport: nel 1981 diventa la prima auto straniera a trionfare nel Campionato rally italiano, con Tony Fassina e Rudy Dal Pozzo, mentre nel 1982 trionfa nel WRC con Walter Röhrl e Christian Geistdörfer.
Opel Kadett E. L’ultima delle Kadett arriva sul mercato nel 1984 con una linea moderna e aerodinamica per l’epoca, per poi ottere il titolo di Auto dell’Anno nel 1985. Tra le sue varianti più riuscite c’è una novità di questa serie: la Cabrio, frutto della collaborazione con la Bertone, che si occupa anche del suo assemblaggio a Grugliasco. Il suo debutto avviene nel 1987.
Opel Calibra. Tra le più belle coupé degli anni 90, viene lanciata nel 1989. L’auto deriva dalla coeva Opel Vectra e adotta una linea filante, frutto di lunghi studi nella galleria del vento: il Cx è di 0,26, un valore ancora oggi di tutto rispetto. Di Calibra ne verranno prodotte 240 mila fino al 1997.
Opel Omega Lotus. Dopo il titolo di Auto dell’Anno del 1987, l’ammiraglia tedesca torna a stupire il pubblico degli appassionati nel 1990 con una versione sviluppata con la Lotus. L’auto, svelata già nel 1989, adotta un 6 cilindri da 3.6 litri e 377 CV, che le consente di scattare da 0 a 100 km/h in 5,4 secondi: un valore impressionate per l’epoca.
Opel Frontera. Il 1991 registra un’interessante novità, ovvero la Frontera. Disponibile nelle varianti a tre porte e passo corto (Frontera Sport) e in quella a cinque porte e passo lungo (Frontera Wagon), può essere considerata una Suv ante litteram: sotto pelle c’è una fuoristrada vecchia scuola, con telaio a longheroni e traverse e, ovviamente, la trazione integrale, ma le linee morbide e l’abitacolo moderno richiamano lo stile che caratterizzerà le auto degli anni 90.
Opel Astra F. Nel 1991 arriva sul mercato anche la prima generazione della Opel Astra, indicata come F per sancire una continuità con l’ultima generazione della Kadett, la E. Del resto, il nome Astra veniva già impiegato nel Regno Unito per identificare la Kadett a marchio Vauxhall. Nel 1992 arriva la variante wagon, che in Italia si rivelerà un grande successo.
Opel Corsa B. Arriva nel 1993 la seconda generazione della Opel Corsa, che si distacca nettamente dalla progenitrice per le sue linee morbide e rotonde, traendo addirittura ispirazione dalla concept Opel Junior del 1983. All’epoca, l’utilitaria tedesca rappresenta uno dei più fulgidi esempi della creatività stilistica del marchio Opel, nonché una delle più colorate piccole di quegli anni.
Opel Tigra. Nel 1994 entra in vendita questa curiosa 2+2 con portellone posteriore, che diventa il sogno di tanti giovani europei. Lunga solo 3,92 metri, deriva dalla coeva Corsa, da cui prende in prestito l’intera plancia. Si rivelerà un grande successo, tanto da riportare in auge il segmento delle coupé di piccole dimensioni, molto in voga fino a qualche decennio prima.
Opel Maxx. Le compatte, del resto, sono oggetto di studio in quegli anni da parte di tante Case automobilistiche, che esplorano soluzioni alternative per la mobilità urbana. Una delle più attive è senza dubbio la Opel, che nel 1995 presenta il prototipo Maxx con carrozzeria d’alluminio: lunga solo 2,97 metri, è capace di ospitare quattro persone. Sebbene le sue linee appaiano moderne e riuscite ancora oggi, senza esagerazioni da showcar, l'auto non entrerà mai in produzione.
Opel Zafira. Derivata dalla Opel Astra G, arriva sul mercato nel 1999. All’epoca rappresenta un modello inedito nella gamma della Opel, alle prese con un nuovo family feeling dalle forme più spigolose, che ben si adattano a questo modello. Il suo asso nella manica è il sistema Flex 7, che prevede sette posti su tre file, con la terza che può ''sparire'' ripiegandosi nel pavimento.
Opel Speedster. Questa vettura con carrozzeria targa riapre la collaborazione tra la Lotus e Russelsheim, dopo il riuscito progetto della Omega di Hethel. Sviluppata sul pianale della Elise, come quest’ultima sacrifica il confort sull’altare della sportività: insieme alla cugina inglese è una delle più spartane (ma anche divertenti) vetture sul mercato. Entra in produzione nel 2001, inizialmente con un motore a benzina da 2.2 litri e 147 CV, poi rimpiazzato da un 2.0 da 200 CV.
Opel Ampera. Gemella della Chevrolet Volt, con cui condivide il titolo di Auto dell’Anno 2012, viene considerata la prima elettrica di serie della Casa tedesca. In realtà, si tratta di un modello a cavallo tra una Bev e una plug-in, poiché il suo powertrain a batterie è supportato da un motore a tre cilindri, che porta l’autonomia combinata a 600 km. Il motore elettrico, invece, ne garantisce solo una sessantina.
Opel Mokka B. La seconda generazione della B-Suv tedesca arriva sul mercato nel 2020, portando al debutto il nuovo corso stilistico di Russelsheim, denominato ''Bold and Pure'', che tuttora caratterizza la gamma attuale della Casa. La vettura nasce dalla piattaforma Cmp del gruppo PSA (oggi Stellantis), ed è disponibile anche nella variante elettrica Mokka-e.
Opel Experimental. E a proposito di design, questa concept del 2023 anticipa il nuovo corso della Saetta, ponendosi come evoluzione dello stile ''Bold and Pure'', a cominciare dal frontale Vizor, ora ribattezzato Vizor4D, la cui calandra nasconde su questo modello i sensori degli Adas. Nuovo è anche il logo del Blitz, mentre all’interno il Pure Panel della strumentazione fa spazio al sistema Tech Bridge che sfrutta la realtà aumentata.
Il 21 gennaio del 1899 è una data fondamentale nella storia dell’automobile tedesca ed europea: la società Adam Opel, fino ad allora dedita alla produzione di macchine da cucire e biciclette, acquista dall’imprenditore Friedrich Lutzmann uno stabilimento di automobili per 116.887 marchi. L’azienda viene così trasferita da Dessau a Rüsselsheim, mentre lo stesso Lutzmann, che produce vetture dal 1894, diventa direttore commerciale della Opel. Nasce così, 125 anni fa, la storia del Blitz come costruttore di auto (anche se il fulmine, in realtà, verrà utilizzato come logo solo dal 1963), che già negli anni 30 toccherà una produzione di 100 mila vetture. Tante, da allora, saranno le icone di questa Casa, nel 2017 ceduta da General Motors al gruppo PSA e oggi parte del gruppo Stellantis: sfogliate la nostra galleria d’immagini per ammirare alcune delle più importanti auto della storia della Opel.