Senna - Buon compleanno Ayrton - FOTO GALLERY
Era soprannominato "Beco", per via della sua insicurezza e goffaggine. Ayrton era un ragazzino introverso, nato in una famiglia benestante, che riusciva a esprimersi al meglio solo quando indossava tuta e casco. Con i kart si trasformava. La prima gara ufficiale a 13 anni: meticoloso, grintoso, si fa strada subito. Nonostante i tanti successi, però, non ha mai vinto il Mondiale kart: un suo grande cruccio.
Angelo Parrilla, proprietario della DAP, ricorda Ayrton ai tempi del kart e lo descrive come ''Un ragazzo di poche parole, che stava in officina tutto il giorno. Ma anche una persona assolutamente conviviale''. I suoi kart sono oggi diventati dei cimeli storici. Senna li amava e sottolineava spesso che quelle erano ''Corse reali. Guida pura''.
Il primo contatto con la Formula 1 arriva nel 1983 insieme alla Williams, per un test comparativo tra Ayrton, Martin Brundle e Stefan Bellof. Bernie Ecclestone aveva messo gli occhi su di lui per sostituire Patrese alla Brabham, ma lo sponsor Parmalat fece pressione per avere un altro pilota italiano. Così, Ayrton si accorda con la Toleman per esordire nel Mondiale di F.1 1984, proprio nel GP del Brasile, con in tasca un contratto da 100 mila sterline all’anno.
GP di Monaco, 3 giugno 1984: Senna parte tredicesimo e su una pista inondata d'acqua, a bordo della modesta Toleman, riesce a superare piloti come Rosberg, Arnoux e Lauda. Si ritrova secondo, alle spalle della McLaren di Prost: il ritmo di Senna è indiavolato e gli consente di avvicinarsi minacciosamente al ''Professore''. Il francese intuisce il pericolo e si sbraccia per far sospendere la gara, approfittando delle condizioni proibitive. La corsa viene interrotta: Vince Prost, Senna è secondo. Nasce una stella e comincia ad accendersi una rivalità epica che scriverà bei capitoli nella storia di questo sport.
Dopo l'esperienza in Toleman, passa alla Lotus: insieme al team inglese assapora lo champagne della prima vittoria, trionfando al GP del Portogallo 1985, caratterizzato da una pioggia torrenziale. La sua sensibilità alla guida delle monoposto sull'asfalto bagnato gli vale l'appellativo di ''Mago della pioggia''.
Nonostante una monoposto in netta difficoltà rispetto a Williams e McLaren, che si contendono il titolo, Senna nel 1987 vince i Gran Premi di Monaco e Usa. Dopo tre stagioni insieme alla Lotus, però, Ayrton decide di salutare il suo team e passare alla McLaren, dove farà coppia con un osso duro come Alain Prost.
Alla McLaren scoppia la rivalità interna tra due campioni. Ayrton Senna e Alain Prost si contendono i campionati del 1988 e del 1989 da compagni di squadra in McLaren, ma la loro competitività continuerà a infiammarsi fino al termine della stagione 1993, quando il francese deciderà di ritirarsi dalle corse. Dopo l'iconica sfida tra Lauda e Hunt degli anni '70, quello tra Senna e Prost è certamente il più acceso e combattuto duello sportivo che la Formula 1 ha vissuto finora.
Complice la superiorità tecnica della McLaren Honda MP4/4, Senna e Prost si ritrovano a contendersi l'un l'altro la vittoria finale. Insieme, regalano alla squadra di Woking ben 15 vittorie sulle 16 gare in calendario. Con 8 vittorie in totale, Senna si laurea campione del mondo 1988. Nel 1989 la rivalità tra i due si rinnova, fino a raggiungere il culmine nel Gran Premio del Giappone, con il famoso scontro che ha segnato la definitiva rottura tra i due.
Gran Premio del Giappone 1989, Suzuka. Le due McLaren dominano. Al giro 46, Prost è davanti a Senna. Ayrton tenta l'attacco all'ultima chicane per sopravanzare l'avversario. Prost gli chiude la porta in faccia. I due si agganciano, finiscono nella via di fuga e Prost si ritira. La vettura di Ayrton ha l'ala danneggiata, ma il brasiliano riesce a ripartire, spinto dai commissari, e riesce a vincere la gara. Dopo la bandiera a scacchi, però, Ayrton viene squalificato. Doccia gelata per il brasiliano: con quel risultato, Alain è campione del mondo. Senna, furioso, si scaglia contro il presidente della Fia, Jean-Marie Balestre, aprendo così una battaglia politica che si affianca a quella sportiva.
GP del Giappone 1990: Senna e Prost sono nuovamente in lotta per il campionato, sullo stesso circuito che li aveva visti scontrarsi un anno prima. Ayrton corre ancora per la McLaren, Alain per la Ferrari. Negli occhi del brasiliano è ancora vivo il ricordo dello sgarro subìto e, allo spegnersi dei semafori, non fa nulla per evitare il contatto con Prost, consumando così una meditata vendetta: ci metterà più di un anno ad ammettere la volontà di quel gesto. Con i due protagonisti fuori dai giochi, Ayrton Senna è nuovamente campione del mondo.
Ayrton Senna si laurea campione del mondo, per l’ultima volta in carriera, nel 1991. Ma di quell’anno passa alla storia la vittoria nella sua Interlagos: cambio bloccato in seconda marcia, crampi alle mani, pioggia torrenziale. Una situazione così complessa da sembrare partorita dalla penna di chissà quale quotato scrittore. Senna vince, urla di dolore dopo aver tagliato il traguardo. Sale sul podio e fatica anche ad alzare la coppa. Un delirio di gioia: Senna si consacra, finalmente, vincendo per la prima volta davanti al suo pubblico.
Dopo aver lasciato la McLaren, Ayrton passa alla Williams nel 1994. La vettura è fragile, Ayrton non sembra più lo stesso. A Imola, l'incidente in qualifica nel quale perde la vita Ratzenberger lo turba. Tra le polemiche, il weekend di gara va avanti e Senna decide ugualmente di correre. Ma la sua gara finisce al settimo giro, contro il muretto della curva del Tamburello, cambiando per sempre il mondo della Formula 1. Quella domenica di maggio, Ayrton è morto per vivere per sempre: nel mito.
Ayrton Senna nasce il 21 marzo del 1960 a San Paolo, in Brasile. E proprio oggi, se non fosse stato per quel maledetto primo maggio del 1994, uno dei più grandi piloti di sempre (forse il più grande) avrebbe compiuto 64 anni. Ma il suo ricordo è ancora vivo ed emoziona allo stesso modo. Rivedere le sue interviste, le sue gare, risentire le sue parole ancora oggi fa sentire un brivido.
Ieri come oggi. Senna è stato un personaggio complesso. Proprio per questo, forse, è tanto amato ed è così vicino a ognuno di noi. Ayrton aveva un rapporto particolare con la religione e un'integrità morale solida. Sentiva la responsabilità di sostenere chi era stato meno fortunato di lui e il suo modo per farlo era cercare la perfezione in quello che sapeva fare meglio: correre. Quando vestiva i panni del pilota sapeva anche essere duro, delle volte arrogante. Ma quella parte di Senna se n'è andata con lui, nel terribile incidente alla curva del Tamburello: è rimasto il mito, l'Ayrton capace di ispirare ancora oggi milioni di persone, in pista come nella vita. Nel giorno del compleanno di Senna, ripercorriamo la sua vita e la sua carriera nella gallery che trovate qui sopra.