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Ayrton Senna


Ayrton Senna
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Ayrton Senna da Silva è uno dei più grandi piloti di tutti i tempi della storia della Formula 1. Pilota duro e spietato in pista, uomo mistico e generoso fuori dai tracciati. Le sue gesta al volante riescono ad incantare ancora oggi, le storie che lo vedono protagonista sono entrate nella storia dell’automobilismo sportivo e continuano ispirare migliaia di giovani in tutto il mondo ancora oggi, a tanti anni dalla sua prematura scomparsa.

Talento naturale. Ayrton è nato a San Paolo, in Brasile, nel 1960. Ha le corse nel DNA e la sua famiglia benestante lo asseconda in questa sua passione. Sapeva già guidare a quattro anni, il kart era una delle sue più grandi passioni, ma affronta la prima gara quando di anni ne ha già tredici. La prima affermazione assoluta arriva nel 1977 con la vittoria del campionato panamericano. Si trasferisce in Inghilterra l’anno seguente per alzare l’asticella delle prestazioni e si fa notare in tutto l’ambiente del karting, incluso quello italiano. Nel 1981 debutta e vince il campionato di Formula Ford 1600, nel 1982 è campione europeo e britannico di Formula Ford 2000 e nel 1983 mette le mani anche sul campionato britannico di Formula 3.

La veloce escalation verso la F.1. Nel corso di quella stagione arrivano le prime offerte per dei test in Formula 1. Frank Williams gli mette a disposizione una FW08C e prende parte anche a un test in McLaren assieme a Martin Brundle e Stefan Bellof, risultando il più veloce. C'erano stati anche dei contatti con Bernie Ecclestone - allora proprietario della Brabham - che aveva già fiutato il talento del brasiliano, ma lo sponsor Parmalat ha preferito avere un italiano al volane e così a Senna non resta altro che accettare la proposta della Toleman. L'esordio al GP del Brasile del 1984. Dopo un inizio complicato, Senna si regala una gara spettacolare passata alla storia: al GP di Monaco, sotto una pioggia battente, recupera diverse posizioni e tiene un ritmo indiavolato. Arriva fino al secondo posto e ha il passo per raggiungere e superare la McLaren di Prost. Ma al trentunesimo giro, la corsa viene interrotta per la troppa acqua in pista, negando a Senna una possibile vittoria. Il duello tra Senna e Prost è solo rimandato di qualche anno. Nel 1985 passa alla Lotus motorizzata Renault e in occasione del Gran Premio del Portogallo, Senna dà nuovamente sfoggio delle sue doti sul bagnato, questa volta vincendo: è il primo successo della sua carriera, un domino che vede Ayrton doppiare tutti i suoi rivali, eccetto Alboreto, secondo a un minuto dal brasiliano. Un inizio brillante con la Lotus che lo vede crescere professionalmente, chiudendo quarto nei campionati '85 e '86 e terzo in quello del 1987.

La rivalità con Prost. L'anno successivo conquista il suo primo titolo mondiale di Formula 1 correndo per la McLaren Honda, grazie alla quale vince 8 Gran Premi. All'inizio del 1989 Ayrton Senna è il favorito per vincere il titolo e fare il bis. Il suo compagno di squadra, il francese Alain Prost, sarebbe però diventato da lì a poco l'unico ostacolo al suo successo. Da quel inizia una battaglia incrociata tra due piloti di diverso carisma, cultura e formazione. Una rivalità epica che si intensifica gara dopo gara fino a esplodere al GP di San Marino del 1989. I due compagni di squadra si accordano per non darsi battaglia in partenza. Pochi giri dopo il via, la gara viene sospesa per il violento incidente di Berger alla curva del Tamburello. Alla ripartenza, Prost si porta in testa, ma Senna non ci sta e lo supera nuovamente poche curve dopo, andando così a rompere l'accordo iniziale e mandando su tutte le furie il francese. I rapporti tra Prost e la McLaren diventano pessimi e a metà campionato il francese annuncia il suo passaggio in Ferrari per la stagione successiva. La rivalità tra Senna e Prost raggiunge l’apice alla fine del 1989: a decidere le sorti per il titolo è il Gran Premio del Giappone. I due si scontrano alla chicane Casio Triangle: mentre Senna prova a superare Prost, il francese chiude violentemente la porta e le due McLaren si toccano. Il francese si ritira, mentre il brasiliano rientra in pista e continua la sua cavalcata verso la vittoria. Poi, il colpo di scena: Senna viene squalificato con una decisione molto controversa della direzione gara. La motivazione: la sua vettura era stata spinta dai commissari e aveva anche tagliato la chicane. Addio bis per il titolo, assegnato così a Prost. Senna è furioso e si scaglia contro Jean-Marie Balestre, presidente della FIA. Le accuse di favorire il connazionale Prost costano al brasiliano una multa di 100 mila dollari e la sospensione della superlicenza.  La questione si risolve poco prima dell’inizio del Mondiale 1990 con una lettera di scuse di Senna, una formalità per sbloccare quella situazione di lesa maestà all’ente di governance della F.1.

Il riscatto. L’anno successivo, nella stagione 1990, i due piloti tornano a scontrarsi di nuovo. Senna su McLaren e Prost su Ferrari. Il leitmotiv della stagione è sempre lo stesso, la rivalità tra i due tiene banco per tutto l’anno. A due gare dalla fine, Senna ha solo 9 punti di vantaggio su Prost. Il GP del Giappone a Suzuka è di nuovo la sede del duello finale. Dopo aver dominato le qualifiche, Senna parte proprio davanti a Prost. Ayrton parte dal lato sporco della pista e perde la posizione nei confronti della Ferrari di Prost. Alla prima curva, i due si toccano ed escono di strada a oltre 200 km/h. Ritirati entrambi: Ayrton è di nuovo campione del mondo. Solo un anno dopo, Senna ammette di aver provocato deliberatamente quell’incidente per vendicarsi del torto subito nel 1989.

La consacrazione in Brasile. Nel 1991 Senna domina la scena cominciando la stagione con un filotto di quattro vittorie a bordo della nuova MP4/6 che gli tornano utili nel corso della stagione. Tra queste anche la magia del 24 marzo 1991 nella sua Interlagos, davanti alla sua gente. Una vittoria inseguita da tanto tempo che sembra sfuggire nuovamente quando un problema al cambio della sua McLaren lo rallenta. Ad Ayrton resta solo la sesta marcia per continuare e nelle curve lente di Interlagos è quasi impossibile. Ayrton non molla e guida con maestria, resistendo agli attacchi di Patrese, anch'egli in panne con il cambio. Taglia il traguardo in prima posizione e il suo urlo di gioia misto dolore passa alla storia. Esce stremato dalla vettura con il braccio sinistro quasi paralizzato per lo sforzo e sul podio fatica ad alzare la coppa del vincitore davanti al pubblico in delirio che urla “Senna, Senna!”. Alla fine di quell'anno è campione del mondo per la terza volta.

Il passaggio in Williams. Le successive due stagioni non sono all'altezza delle aspettative per il tre volte campione brasiliano. Nel 1992 ottiene tre vittorie e chiude l'anno quarto, mentre nel 1993 ritrova in Prost il rivale per il titolo, ma Alain vince senza problemi per poi annunciare il ritiro. A prendere il suo posto nel 1994 è proprio Ayrton Senna. Quell'anno vengono eliminati tutti i dispositivi elettronici dalle vetture e la Williams si presenta in pista con una monoposto decisamente meno competitiva rispetto al passato. È anche troppo stretta nella zona dell'abitacolo, con il pilota che fatica a calarvisi dentro. Ayrton si ritira nelle prime due gare della stagione e arriva a Imola senza ancora aver preso punti. Scalpita per recuperare terreno.

L’incidente di Imola. Quello che è successo in quel tragico weekend del Gran Premio di San Marino è purtroppo storia nota: l'incidente di Barrichello durante le libere, la morte di Roland Ratzenberg durante le qualifiche. E, infine, il tragico incidente al Tamburello di Ayrton al settimo giro della gara, a causa del cedimento del piantone dello sterzo.  Il puntone della sospensione anteriore destra, spezzandosi, finisce per infilarsi dentro il casco del pilota provocando lesioni fatali. Dopo i primi soccorsi in pista, viene trasportato in elicottero all'Ospedale Maggiore di Bologna. Ogni sforzo per salvargli la vita è vano: Senna muore alle 18:40 del 1° maggio 1994 a 34 anni.

L’ultimo saluto. La salma di Ayrton viene trasportata in Brasile dove sono proclamati tre giorni di lutto nazionale. Per esplicita decisione del comandante dell'aereo, la bara non viene posta in stiva ma in cabina, in uno spazio ricavato dalla rimozione di alcuni sedili passeggeri nella Business Class, trasformando quel volo in una sorta di veglia funebre a diecimila piedi d’altezza. Giunto in Brasile, l'intera milizia brasiliana è disposta per le strade, con gli onori degni di un eroe mitologico. La gente si riversa in strada per rendere omaggio al suo campione. L’immagine della sorella Viviane che prende il casco appoggiato sulla bara del fratello, appoggiandoci sopra la fronte, è un’immagine di una tenerezza straziante. Il mondo dell’automobilismo ha perso anzitempo la sua stella più luminosa. In Formula 1 Ayrton Senna ha conquistato 41 vittorie e 65 pole position, partendo per 87 volte in prima fila. I freddi numeri non rendono neppure lontanamente l’idea della grandezza del pilota e della persona, impegnato in azioni di solidarietà che avevano ridato speranza al suo Brasile. Oggi, a quasi trent'anni dalla sua scomparsa, basta ancora evocare il suo nome per veder brillare degli occhi dall’emozione.