Coronavirus
La situazione nel resto del mondo, Casa per Casa - SCHEDE
Coronavirus - La situazione nel resto del mondo, Casa per Casa - SCHEDE
Ford. Stop fino ad almeno il 4 maggio per tutti gli impianti di assemblaggio europei: Colonia e Saarlouis in Germania, Craiova in Romania e Valencia in Spagna. Nel Regno Unito chiuse per quattro settimane le fabbriche di motori di Dagenham, vicino Londra, e Bridgend, nel Galles. In Sud America, stop fino al 13 aprile per gli stabilimenti brasiliani di Camaçari, Taubaté e Troller e fino al 6 aprile per il sito argentino di Pacheco. Chiuse per ''diverse settimane'' anche le fabbriche di Sanand e Chennai in India, di Haiduong in Vietnam, di Rayong in Thailandia e di Pretoria e Port Elizabeth in Sud Africa.
Ford. Negli Stati Uniti, in Messico e in Canada la serrata è stata inizialmente disposta fino al 30 marzo ma la Ford ha prima rinviato la riapertura a data da destinarsi e poi ha annunciato l'intenzione di riavviare, tra il 6 e il 14 aprile, la produzione in determinati impianti chiave (Hermosillo, Dearborn Truck, Kentucky Truck, Ohio Assembly, la linea del Transit a Kansas City, Dearborn Stamping, il Dearborn Diversified Manufacturing, Sharonville Transmission, i reparti presse di Kansas City e del Kentucky Truck e parti delle fabbriche Van Dyke Transmission, Lima Engine e Rawsonville Components). Tuttavia la riapertura è stata posticipata di nuovo a data da destinarsi, con l'unica eccezione del Rawsonville Components Plant per produrre ventilatori polmonari in collaborazione con la GE Healthcare.
La task force di Detroit. La Ford ha anche deciso di unire le forze con la GM e FCA.L'iniziativa, senza precedenti nella storia degli Usa, verte sulla creazione di una task force per coordinare ed estendere le iniziative messe già in atto singolarmente per garantire la protezione dei dipendenti.
La task force di Detroit. I tre costruttori hanno deciso all'unanimità di sospendere tutte le attività produttive fino al 30 marzo.
Seat. Fino a data da destinarsi, la Casa ha fermato la produzione dell’impianto di Martorell: i sindacati parlando di cinque o sei settimane di stop.
Seat. La sospensione delle attività, da giorni data come possibile alla luce delle indiscrezioni sul possibile ricorso ai licenziamenti temporanei, interesserà tre linee di assemblaggio e circa 7 mila dipendenti diretti impegnati nella produzione delle Seat Arona, Ibiza e Leon, dell'Audi A1 e dei modelli Cupra, con un ritmo medio di 2.300 veicoli al giorno.
Volkswagen. Il marchio tedesco ha esteso di dieci giorni, fino alla notte tra il 19 e il 20 aprile, la chiusura in Germania degli impianti di assemblaggio di Wolfsburg, Emden, Dresda, Osnabrück e Zwickau e della controllata Sitech. Ferme anche le fabbriche di componentistica di Braunschweig, Chemnitz, Hannover, Kassel, Salzgitter, dove, però, parte dei dipendenti potrebbe tornare al lavoro subito dopo la Pasqua. Ancora stop per gli stabilimenti di Bratislava in Slovacchia (fino al 19 aprile) e Palmela in Portogallo. A Pamplona in Spagna, l’obiettivo è ripartire il 20 aprile: la fabbrica sarà operativa su un turno per la prima settimana e su due per la successiva. Chiusi fino al 12 aprile l’impianto statunitense di Chattanooga e fino a Pasqua le fabbriche brasiliane di São Bernardo do Campo, Taubaté e São José dos Pinhais. Stop, dal 20 al 31 marzo, per i complessi argentini di Pacheco e Cordoba, dal 30 marzo al 30 aprile, per gli impianti messicani di Puebla e Silao e, dal 30 marzo al 10 aprile, per le fabbriche russe di Kaluga e Nizhny Novgorod.
Volkswagen. Ancora fermi gli stabilimenti di Bratislava in Slovacchia (fino al 19 aprile) e Palmela in Portogallo. A Pamplona, in Spagna, l’obiettivo è ripartire il 20 aprile: la fabbrica sarà operativa su un turno per la prima settimana e su due per la successiva. Chiusi fino al 12 aprile l’impianto statunitense di Chattanooga e fino a Pasqua le fabbriche brasiliane di São Bernardo do Campo, Taubaté e São José dos Pinhais. Stop, dal 20 al 31 marzo, per i complessi argentini di Pacheco e Cordoba, dal 30 marzo al 30 aprile, per gli impianti messicani di Puebla e Silao e, dal 30 marzo al 10 aprile, per le fabbriche russe di Kaluga e Nizhny Novgorod.
Skoda. La Casa della freccia alata ha esteso fino al 27 aprile il fermo produttivo degli impianti di Mladá Boleslav, Kvasiny e Vrchlabí, in Repubblica Ceca.
Skoda. Il fermo produttivo è in linea con quanto deciso dalla controllante Volkswagen.
Audi. Entro la fine della settimana saranno chiusi gli stabilimenti dell'Audi: la Casa dei Quattro anelli, in linea con quanto deciso dalla capogruppo Volkswagen, sospenderà le attività a Ingolstadt e Neckarsulm (Germania), a Bruxelles (Belgio), e a Gyor (Ungheria).
Audi. Da Ingolstadt è arrivato anche l'ordine di sospensione di tutte le attività per lo stabilimento messicano di San José Chiapa.
Renault. La Casa ha deciso di sospendere le attività dei suoi 12 impianti industriali in Francia ''fino a nuovo ordine'': il provvedimento interessa 19 mila dipendenti. In Spagna, sono stati chiusi tutti e quattro gli stabilimenti per l'intera durata dello stato di emergenza dichiarato dall'esecutivo Sanchez: Valladolid (2 impianti), Palencia e Siviglia. La serrata riguarda anche l'impianto sloveno di Novo Mesto, le fabbriche marocchine di Tangeri e Casablanca elo stabilimento rumeno della Dacia a Mioveni.
Renault. Stop, per almeno 10 giorni, anche per le quattro fabbriche brasiliane nell'area di Curitiba e per gli impianti di Cordoba (Argentina), Envigado (Colombia) e Los Andes (Cile). In India sospese le attività produttive dell'Alleanza Renault-Nissan a Chennai e in Turchia quelle della joint venture Oyak Renault a Bursa. Sostanzialmente l'intera rete produttiva è ferma, con le uniche eccezione dei siti in Cina e in Corea. ''Il gruppo prevede di riavviare le attività di produzione nei paesi interessati non appena le condizioni lo consentiranno implementando misure adeguate per rispondere efficacemente alla domanda commerciale'', ha chiarito il costruttore transalpino.
Nissan. La Casa nipponica ha sospeso per tutto il mese di aprile la produzione a Sunderland, in Inghilterra. ''Sono allo studio ulteriori misure mentre valutiamo le interruzioni nella catena delle forniture e l'improvviso calo della domanda di mercato causati dall'emergenza Covid-19'', affermano dalla Nissan Europe.
Nissan. L'impianto britannico, che l'anno scorso ha prodotto quasi 350 mila Qashqai, Juke e Leaf, non è il solo ad aver chiuso i battenti: anche i due impianti di Barcellona, dove la Nissan impiega circa 3 mila persone, sono fermi. Stop, fino metà maggio, anche per tutte le fabbriche statunitensi e, fino al 20 aprile per l'impianto nella provincia vietnamita di Danang. In Giappone è stata disposta la chiusura, da lunedì prossimo e per 16 giorni, del quartier generale di Yokohama e del centro di ricerca e sviluppo di Atsugi, nella prefettura di Kanagawa. Fermi anche gli impianti di Tochigi e di Kyushu.
Jaguar Land Rover. Il gruppo britannico ha sospeso fino a data dadestinarsi le attività degli impianti produttivi in Regno Unito di Castle Bromwich, Solihull, Coventry, Wolverhampton e Hams Hall.
Jaguar Land Rover. Il gruppo ha inoltre annunciato la chiusura dello stabilimento slovacco di Nitra: la fabbrica ha una capacità produttiva di 150.000 esemplari all'anno e si occupa dell'assemblaggio finale delle Land Rover Discovery. La riapertura era inizialmente prevista per il 22 aprile.
PSA. Il gruppo transalpino ha intenzione di avviare una ripresa graduale delle attività produttive ma non ha ancora fornito date precise per la riapertura. Per ora rimangono chiusi gli impianti di Mulhouse, Poissy, Rennes, Sochaux e Hordain in Francia, di Madrid, Saragozza e Vigo in Spagna, di Eisenach e Rüsselsheim in Germania, di Ellesmere Port e Luton in Regno Unito, di Gliwice in Polonia, di Mangualde in Portogallo e di Trnava in Slovacchia. L’obiettivo della dirigenza è riaprire, tra il 30 marzo e il 3 aprile, almeno le fabbriche di motori di Douvrin e di cambi di Valenciennes.
PSA. Nel resto d'Europa il gruppo transalpino ha imposto la chiusura delle fabbriche di Madrid, Saragozza e Vigo in Spagna, di Eisenach e Rüsselsheim in Germania, di Ellesmere Port e Luton in Regno Unito, di Gliwice in Polonia, di Mangualde in Portogallo e di Trnava in Slovacchia.
Tesla. La produzione a Fremont è stata sospesa dopo alcuni giorni di incomprensioni con le autorità locali sulle disposizioni per l’isolamento della Silicon Valley. La contea di Alameda ha ordinato la chiusura, totale o parziale, delle attività ''non essenziali'' come la fabbrica automobilistica. La Tesla, dopo un'iniziale riluttanza, ha accettato di rispettare in parte l'ordine e di ridurre la forza lavoro dell'impianto da 10 mila a 2.500 persone, ma alla fine ha deciso per lo stop totale. A Reno, in Nevada, la Panasonic ha deciso di tagliare la produzione di batterie presso la locale Gigafactory e la Tesla di ridurre del 75% il personale. Il fermo produttivo dovrebbe durare fino al 4 maggio.
Tesla. L'azienda di Elon Musk, dopo un'iniziale riluttanza, ha accettato di rispettare in parte l'ordine e di ridurre la forza lavoro dell'impianto da 10 mila a 2.500 persone, per poi alla fine decidersi per lo stop totale. A Reno, in Nevada, la Panasonic ha deciso di tagliare la produzione di batterie nella locale Gigafactory e la Tesla di ridurre del 75% il personale.
La Cina. L'intera rete produttiva cinese è sostanzialmente ripartita anche se alcuni siti operano a ranghi ridotti e affrontano ancora alcune difficoltà di approvvigionamento: secondo i dati forniti dalle autorità di Pechino il 97% dei costruttori hanno riavviato le attività e l'82% dei dipendenti è tornata al lavoro. In ripresa risultano anche le produzioni nella provincia dell'Hubei e nel capoluogo di Wuhan.
La Cina. L'area è stata per settimane l'epicentro dell'emergenza sanitaria ma ora le autorità hanno iniziato ad alleviare progressivamente le severe misure di isolamento: il ''lockdown'' partito il 23 gennaio inizierà a essere tolto dall'8 aprile con il riavvio dei servizi di trasporto pubblico e la cancellazione dei divieti di spostamento. In tutta la Cina sta riprendendo anche l'attività delle concessionarie: secondo l'associazione di categoria il 91% dei saloni ha riaperto le porte anche se l'affluenza è pari, in media, al 53% dei livelli pre-crisi.
Toyota. La Casa nipponica ha esteso dal 3 al 17 aprile la fine della sospensione delle attività produttive nei suoi impianti nordamericani e rinviato l’avvio della produzione nel nuovo stabilimento della joint venture con la Mazda in Alabama. Chiuse fino al 20 aprile tutte le strutture europee: Valenciennes (Francia), Burnaston e Deeside (Regno Unito), Walbrzych e Jelcz-Laskowice (Polonia), Kolin (Repubblica Ceca) e Sakarya (Turchia). In Francia e Polonia è prevista una ripresa limitata delle attività a partire dal 22 aprile.
Toyota. Ferme fino ad almeno il 22 giugno le 4 fabbriche brasiliane tra São Bernardo do Campo, Sorocaba, Indaiatuba e Porto Feliz e fino al 30 aprile l'impianto di San Pietroburgo, in Russia. In Giappone è stata disposta la sospensione, dal 12 maggio, di nove linee di assemblaggio in cinque stabilimenti: la serrata varia da impianto a impianto e da un minimo di uno a un massimo di cinque giorni lavorativi. Inoltre, tra maggio e giugno, sarà operato un solo turno su quattro linee di tre impianti.
Daimler. Il gruppo proprietario del marchio Mercedes ha deciso di sospendere la produzione di auto, furgoni e veicoli industriali nella maggior parte dei suoi stabilimenti in Europa. La serrata dovrebbe finire tra il 20 e il 22 aprile in Germania anche se l'azienda ha deciso di ricorrere alla cassa integrazione fino al 30 aprile. Ad Hambach, in Francia, la riapertura è programmata per il 20 aprile e a Kecskemét, in Ungheria, per il 22. Rimane chiusa fino al 5 maggio la fabbrica della Valmet in Finlandia.
Daimler. La sospensione, che riguarda le fabbriche di auto, furgoni e veicoli industriali, è legata a interruzioni delle forniture a livello globale: inizierà questa settimana e durerà almeno due settimane. Eventuali proroghe dipendono da ''ulteriori sviluppi'' della situazione.
I fornitori. Anche i maggiori produttori di componentistica stanno iniziando a sospendere le attività. La Bosch ha disposto la chiusura dei siti in Francia, Italia e Spagna e una decisione analoga l'ha presa la Continental senza fornire dettagli su tempi e impianti interessati. In difficoltà o con impianti già chiusi si trovano Michelin, Plastic Omnium, Mahle e Lear.
I fornitori. La situazione potrebbe però cambiare rapidamente in funzione degli ordini dei produttori e delle misure delle autorità. In difficoltà o con impianti già chiusi si trovano Michelin, Plastic Omnium e Mahle. Negli Usa, stop temporaneo per un impianto Lear vicino a Chicago.
Stop ai test di guida autonoma. Negli Stati Uniti è stata sospesa buona parte delle sperimentazioni delle tecnologie per la guida autonoma. Waymo ha interrotto il servizio di robotaxi a Phoenix, in Arizona, e i test in California (proseguono solo quelli con veicoli privi di conducenti). Cruise ha chiuso per tre settimane le sue strutture di San Francisco, mentre Argo ha sospeso tutte le attività di collaudo dei veicoli.
Stop ai test di guida autonoma. Uber ha interrotto i test sia in pista che su strada. La Pony.ai ha fermato il proprio servizio di robotaxi a Fremont e Irvine (California) per tre settimane, ma sta proseguendo i test nelle città cinesi di Pechino e Guangzhou.
Gruppo BMW. Il costruttore bavarese ha prolungato dal 19 al 30 aprile la chiusura di tutti i suoi 12 stabilimenti europei. La sospensione delle attività riguarda anche la Rolls-Royce a Goodwood e la Mini a Oxford.
Gruppo BMW. Stop fino al 30 aprile per gli impianti di Spartanburg (Usa) e San Luis Potosí (Messico), fino al 19 aprile per la fabbrica di Rosslyn (Sud Africa) e fino al 22 aprile per lo stabilimento di Araquari (Brasile).
Honda. La Casa nipponica ha prolungato fino all’8 maggio la chiusura di tredici stabilimenti tra gli Stati Uniti, il Canada e il Messico a causa della rapida diffusione del virus in Nord America e delle prospettive negative sull’andamento della domanda.
Honda. Il provvedimento interessa 27.600 lavoratori. Stop per tutto il mese di aprile per l'impianto inglese di Swindon e per due stabilimenti thailandesi. Riaperta oggi la fabbrica vietnamita nella provincia di Vinh Phuc dopo 22 giorni di fermo.
General Motors. Il gruppo GM ha imposto uno stop per tutte le attività produttive tra Stati Uniti, Canada e Messico fino al 30 marzo. Dalla fine del mese saranno chiusi anche tutti i cinque impianti brasiliani (São Caetano do Sul, São José dos Campos, Mogi das Cruzes, Gravataí e Joinville).
General Motors. Tutte le fabbriche, comprese quelle che si occupano della componentistica e dello stampaggio dei lamierati, si fermeranno almeno fino alla fine di questo mese.
Volvo. La Casa svedese ha disposto la chiusura fino al 5 aprile della sua fabbrica belga di Gent, dove vengono costruite le V40, XC40 e V60.
Volvo. La Casa svedese ha in programma di riavviare il 14 aprile le attività produttive negli impianti di Torslanda, alle porte di Göteborg (Svezia), e di Ridgeville (Carolina del Sud) e il 20 aprile nella fabbrica belga di Gent.
Magna. La società austro-canadese ha deciso di fermare fino al 30 marzo le strutture produttive di Hoce-Slivnica (Slovenia) e soprattutto di Graz (Austria).
Magna. Nella fabbrica austriaca la Magna produce per conto terzi diversi modelli, come le BMW Serie 5 e Z4, le Jaguar E-Pace e I-Pace, la Mercedes Classe G e la Toyota Supra.
Bentley. La Casa britannica del gruppo Volkswagen ha rinviato la riapertura dello stabilimento di Crewe, nel Nord dell’Inghilterra, prevista per il 20 aprile. La ripresaproduttiva è fissata ora per l’11 maggio, con il ritorno alla piena normalità indicato per il 18.
Bentley. La fabbrica del Cheshire si occupa della produzione e dell'assemblaggio di tutte le principali parti dei modelli della B alata.
Hyundai. La Casa coreana ha esteso fino al 13 aprile la chiusura della fabbrica statunitense di Montgomery (Alabama) e di Izmit, in Turchia. Chiuso fino al 15 aprile anche l'impianto produttivo della TC Motor nella provincia vietnamita di Ninh Binh. In Repubblica Ceca l'impianto di Nosovice dovrebbe ripartire il 14 aprile operando su due dei tre turni lavorativi.
Kia. La Casa coreana ha disposto lo stop fino al 5 aprile per l’impianto slovacco di Zilina, dove le attività sono ripartite il 6 aprile solo parzialmente. Chiusa fino al 13 aprile la fabbrica statunitense di West Point. La Donghee Auto, che assembla le Picanto e le Ray, ha sospeso fino al 13 aprile le attività a Seosan, in Corea del Sud. Ferma fino al 9 aprile anche la fabbrica di motori della Hyundai Wia a Pyeonktaek. Sempre in Corea la Casa sta valutando se chiudere tra il 23 e il 29 aprile tre stabilimenti a causa del blocco delle esportazioni in Europa e Stati Uniti. Già sospesa la linea di assemblaggio della Tucson a Ulsan.
Subaru. La Casa delle Pleiadi ha sospeso fino all’11 maggio la produzione in Giappone.
Subaru. Stop fino all’8 maggio per l’impianto statunitense di Lafayette, in Indiana, con ripresa programmata per l’11 maggio.
Bugatti. Il costruttore di hypercar ha sospeso le attività a Molsheim, in Francia: le varie misure varate dai governi europei ''rendono impossibile'' gestire la produzione e le forniture e consegnare i veicoli alla clientela.
Bugatti. ''Non appena la situazione lo consentirà, tutti i dipendenti torneranno alle loro postazioni di lavoro'', ha spiegato l'ad Stephan Winkelmann.
Porsche. La Casa tedesca ha disposto la chiusura, dal 21 marzo e per almeno due settimane, dello storico stabilimento di Zuffenhausen e della fabbrica di Lipsia.
Porsche. La decisione è legata alla necessità di proteggere la forza lavoro, alle difficoltà produttive causate da ''colli di bottiglia'' nelle catene di approvvigionamento e al previsto calo della domanda.
Suzuki. La Casa nipponica ha deciso di chiudere il suo unico stabilimento europeo a Esztergom (in Ungheria).
Suzuki. L’impianto, che assembla le Suzuki Vitara e S-Cross e impiega a 3.200 dipendenti, sarà fermo dal 23 marzo al 3 aprile.
Gruppo Volkswagen. Il gruppo Volkswagen ha deciso di sospendere la produzione nella maggior parte dei suoi stabilimenti europei per almeno due settimane. Il costruttore tedesco, costretto a chiudere le fabbriche italiane della Lamborghini e della Ducati e altri impianti tra il Portogallo (Setubal), la Slovacchia (Bratislava) e la Spagna (Martorell e Pamplona), non ha escluso un prolungamento della serrata oltre il periodo finora indicato.
Gruppo Volkswagen. ''La maggior parte delle nostre fabbriche chiuderà per due settimane, in alcune regioni per tre. È probabile che queste misure durino più a lungo'', ha affermato l'ad Herbert Diess. ''La diffusione del virus non si arresterà tra qualche settimana. Quindi dobbiamo essere pronti a vivere con questa minaccia per molto tempo, fino a quando non saranno disponibili medicine efficaci o un vaccino''.
India. Anche nel subcontinente indiano l’epidemia ha iniziato a produrre conseguenze sul settore automobilistico. In seguito alle misure di isolamento varate da Nuova Delhi fino al 31 marzo, hanno deciso di sospendere le attività la Maruti Suzuki, la Mahindra, la Fiat Chrysler, la Hyundai Motor, la Tata, la Volkswagen, la Mercedes, la Renault, la Honda e la Nissan.
India. La serrata riguarda soprattutto il Maharashtra, lo Stato più colpito dall’epidemia, e la città di Pune, principale polo automobilistico dell’intera India.
Mazda. La Casa nipponica ha sospeso, dal 27 aprile all'1 maggio, tutte le attività produttive a Hiroshima e a Hofu. Chiusi anche gli uffici nell'area metropolitana di Tokyo.
Mazda. Stop fino al 30 aprile per lo stabilimento messicano di Salamanca e fino al 26 aprile per l'impianto thailandese di Pluakdaeng gestito dalla joint venture AutoAlliance con la Ford.
Aston Martin. La Casa britannica ha rinviato al 27 aprile la riapertura delle sue fabbriche nel Regno Unito.
Aston Martin. Il provvedimento riguarda la storicafabbrica delle berlinette sportive e delle gran turismo a Gaydon (Warwickshire), il nuovo stabilimento gallese di St.Athan, dedicato alla Suv DBX, e il vecchio impianto di Newport Pagnell (Buckinghamshire), affidato al reparto Aston Martin Works per i servizidi restauro dei modelli classici.
Morgan. La Casa inglese, famosa per le sue vetture dallo stile retrò, ha deciso di chiudere per ''almeno un mese'' la sua struttura produttiva di Malvern, nel Worcestershire.
Morgan. La serrata, la prima dalla seconda guerra mondiale, è stata disposta in seguito al ''lockdown'' varato dal governo britannico.
Nokian. Il produttore finlandese di pneumatici ha disposto la chiusura di diversi suoi impianti. A Dayton, in Ohio, la sospensione delle attività, decisa il 27 marzo, durerà almeno due settimane.
Nokian. Stop a partire sempre dal 27 marzo anche per la fabbrica russa di Vsevolozhsk, nei pressi di San Pietroburgo. Dal 6 aprile e per due settimane saranno chiuse tutte le attività in Finlandia. In Spagna sono stati sospesi i lavori di costruzione un nuovo centro prove.
L'epidemia del coronavirus inizia a minacciare sempre più seriamente le attività industriali del settore automobilistico dei Paesi occidentali. Sulla falsariga di quanto avvenuto in Cina, si moltiplicano le notizie sullo stop degli impianti o sull'attuazione di misure volte a tutelare il personale e a limitare il contagio. Nella nostra galleria di immagini facciamo il punto della situazione, con gli ultimi annunci delle case automobilistiche.