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Industria e Finanza

Dieselgate
La "finestra termica" non giustifica eventuali richieste di danni

Redazione Online
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Dieselgate - La "finestra termica" non giustifica eventuali richieste di danni

Il sistema della "finestra termica" non giustifica le richieste di risarcimento danni per le auto del gruppo Daimler coinvolte nel Dieselgate: lo ha stabilito la Bgh (Bundesgerichtshof), la corte di giustizia federale della Germania, con un verdetto ampiamente atteso e di importanza vitale per numerosi procedimenti giudiziari che interessano il costruttore di Stoccarda.

Il verdetto. La "finestra termica” di funzionamento è un meccanismo inserito nei dispositivi di controllo del motore, che disabilita i sistemi di trattamento delle emissioni quando la temperatura esterna è troppo bassa. A detta delle Case, serve principalmente a preservare l’integrità di alcune parti meccaniche dei motori. Le normative comunitarie - è bene precisarlo - non ne vietano l'uso, anzi lo autorizzano esplicitamente per evitare danni irreparabili al propulsore. Tuttavia, non manca chi accusa i costruttori di sfruttare i regolamenti a proprio piacimento nella programmazione dello spegnimento dei sistemi: ed è proprio questo atteggiamento delle Case, e in particolare della Mercedes, ad aver posto le basi per l'avvio, in Germania, di un procedimento giudiziario che è arrivato all’ultimo grado del sistema giuridico locale. I giudici della Bundesgerichtshof avevano già espresso un parere simile sei mesi fa, ma solo ora hanno emesso un verdetto, stabilendo che l’utilizzo della finestra termica "non è immorale”, al contrario del caso che ha riguardato i motori EA189 della Volkswagen. Tale giudizio è motivato dal fatto che i software del gruppo Daimler non fanno alcuna differenza tra l’uso su strada e i test al banco prova. Pertanto, la presenza della finestra termica nei propulsori non costituisce un elemento sufficiente per dare sostanza a qualsiasi richiesta di risarcimento danni.