BYD
Cinque Paesi in lizza per la fabbrica europea: l'Italia non c'è
Alla recente Motor Valley Fest, alcuni importanti esponenti dell'industria dell'auto italiana hanno invitato le istituzioni a intercettare i grandi player cinesi "affinché investano sul nostro territorio". Peccato che l'Italia non entri nei radar dei costruttori asiatici: è il caso della Byd, da tempo alla ricerca di una località che ospiti un impianto in grado di rafforzare lo sviluppo nel Vecchio continente. La lista dei cinesi, infatti, si è ristretta parecchio e i Paesi in lizza ora sono cinque: Germania, Francia, Spagna, Polonia e Ungheria. E l'Italia, come è evidente, non c'è.
Le trattative. La Byd è presente in Europa dal lontano 1998, ma solo negli ultimi anni ha deciso di rafforzare le strategie commerciali con il lancio di tre modelli (Atto 3, Han e Tang). In arrivo ci sono prossimo debutto di altre due novità, Dolphin e Seal, ma per migliorare la penetrazione sul mercato l'azienda ritiene necessario stabilire anche una presenza manifatturiera. Per tale motivo, sono state esaminate fabbriche chiuse o in via di dismissione, come l'impianto della Ford di Saarlouis, e pure la possibilità di realizzare un impianto ex novo. Al Financial Times, il presidente della filiale europea, Micheal Shu, ha precisato l'intenzione di scegliere un Paese stabile visto che l'investimento avrà un orizzonte di decenni: per questo è stato escluso il Regno Unito, alle prese con le difficoltà post-Brexit, mentre sarebbero in corso trattative specifiche con la Francia.