Pirelli
Casaluci: "Con l'innovazione battiamo la crisi"
"Molta innovazione e altrettanta tecnologia". Solo così l'Europa sarà in grado di riconquistare la sua leadership in campo automobilistico e recuperare lo svantaggio accumulato nei confronti dei produttori cinesi. Ne è convinto Andrea Casaluci, ceo della Pirelli, che in quest'intervista spiega la sua ricetta per contrastare l'attuale crisi del comparto.
Come vede la filiera italiana in questo particolare momento storico?
Siamo nel pieno di un cambiamento epocale. Tutto evolve più rapidamente del previsto e, di conseguenza, la filiera vive un momento difficile e complesso. Secondo me c'è stata poca lungimiranza da un punto di vista normativo. A livello politico è stata fatta una scelta di campo che condivido e grazie alla quale l'industria europea raggiungerà il primato mondiale in tema di sostenibilità. Il legislatore, però, ha anche stabilito tecnologia e tempi. A mio avviso è mancato il dialogo con l'industria per definire insieme un percorso sostenibile condividendo gli obiettivi di riduzione delle emissioni, le tecnologie disponibili e i tempi necessari per realizzare questa fondamentale trasformazione.
Siete preoccupati della crisi tedesca?
Come amministratore delegato della Pirelli, preferirei un contesto meno turbolento, ma non sono preoccupato perché la nostra azienda, seguendo la visione strategica delineata più di 20 anni fa, si è riposizionata sull'alto-altissimo di gamma e questo segmento continua a crescere; e abbiamo inoltre raggiunto una presenza geografica ben bilanciata crescendo molto anche negli Stati Uniti e in Asia. Invece come consumatore e italiano ed europeo mi preoccupa molto. Oggi le auto cinesi stanno conquistando i mercati internazionali perché sono migliori di un tempo, è un dato di fatto. Evitiamo di proteggerci solo con i dazi: dobbiamo correre per tornare a essere i migliori al mondo nel fare le automobili, che siano elettriche o termiche. Dobbiamo riconquistare la supremazia attraverso una concorrenza sana, aperta e spingendo su innovazione e tecnologia.
L'Europa può recuperare il tempo perso nei software e nelle batterie?
Sono convintissimo che ne abbia il potenziale, ma l'industria deve lavorare con i politici affinché le leggi tutelino lo sviluppo competitivo. I dazi possono ribilanciare lo scenario nel breve termine, ma nel lungo l'industria deve ritrovare la supremazia. Pirelli, e tutto ciò che la Motor Valley italiana rappresenta nell'altissimo di gamma sono un esempio perché non stanno perdendo la leadership mondiale. Dobbiamo trovare un equilibrio per riappropriarci del primato tecnologico. Non è una partita definitivamente persa. Dobbiamo trovare il giusto equilibrio per avere competitività produttiva e innovazione.
La politica cambierà atteggiamento nei confronti dell'auto?
Mi auguro di sì, ma serve un dialogo costruttivo e orientato a soluzioni economicamente sostenibili. Soltanto così riconquisteremo la supremazia.
Mario Draghi, nel suo rapporto sulla competitività europea, propone di valutare le emissioni "dalla culla alla tomba". È d'accordo?
Assolutamente. Misurare le emissioni utilizzando il life cycle assessment consente di arrivare a obiettivi di abbattimento della CO2 in modo integrato e olistico. Il legislatore deve definire un criterio, un metodo univoco e regole uguali per tutti, più semplici e chiare. Poi tocca all'industria coinvolgere i propri fornitori e i clienti per ridurre l'impatto emissivo complessivo. Questo è un approccio sostenibile. Dunque, sono totalmente d'accordo con quello che Draghi ha espresso. Un approccio secondo cui "entro l'anno X tutte le auto devono essere elettriche" non è integrato, né olistico, ma soltanto dogmatico.
Forse l'industria, da sempre abituata a farsi valere, non è stata ascoltata?
Indubbiamente. Dopo il dieselgate l'industria è entrata in grande difficoltà e il dialogo con la politica probabilmente non è stato efficace come avrebbe dovuto. Faccio fatica a dire quali siano state le cause, ma – dal dieselgate in poi – l'Europa ha sbagliato tutto e ora rischiamo di consegnare il primato mondiale ad altri. Sto parlando da cittadino europeo, prima ancora che da italiano e da amministratore delegato della Pirelli.
Parliamo del Cyber Tyre. La Pirelli aggiunge la gestione dei dati alla sua attività storica. Avete fatto un accordo con Bosch che va in questa direzione...
Noi abbiamo trasformato profondamente il ruolo del pneumatico, facendolo diventare un elemento non soltanto di sicurezza e trasmissione delle forze, ma anche di raccolta dei dati. E quindi un protagonista attivo nella dinamica del veicolo. L'anima della Pirelli rimane industriale, con una profonda natura manifatturiera, ma si arricchisce della digitalizzazione del pneumatico. Per velocizzare questo percorso le alleanze sono fondamentali, quindi abbiamo firmato un accordo con Bosch che realizza la centralina di controllo dell’auto, con tutti i sistemi: Abs, Esp e controllo di trazione.
Questa innovazione amplierà i ricavi?
Sì, senz'altro. Il pneumatico, diventando un elemento attivo nella dinamica del veicolo, migliorando la sicurezza e il piacere di guida e ottimizzando i consumi, vede crescere il suo valore intrinseco. Più il prodotto contiene tecnologia, più è innovativo, più sarà in grado di differenziarsi dall'offerta del mercato e più noi ne proteggiamo il valore.
Per ora il Cyber Tyre è rivolto all'alto di gamma. C'è la possibilità che arrivi anche in altri segmenti?
Sicuramente. È nella nostra roadmap strategica. Come tutte le tecnologie lanciate negli ultimi vent'anni, partiamo dall'alto-altissimo di gamma, a volte dal motorsport o dal prestige: questo ci consente di accelerare i tempi di sviluppo e le prestazioni delle nuove tecnologie per poi estenderle agli altri segmenti.
Il Cyber Tyre comporta differenze produttive?
Il pneumatico in sé continua a essere prodotto con le stesse caratteristiche e gli stessi processi, ma a un certo punto del ciclo viene accoppiato al sensore. Questo elemento è nuovo, mentre la struttura della gomma e il processo produttivo non cambiano. Lo sviluppo, però, diventa più efficiente, più efficace.