Colonnine in Italia
Aumentano i punti di ricarica (soprattutto quelli attivi)
Migliorano tutti i numeri che riguardano i punti di ricarica pubblici in Italia: stando al report Unrae (Case estere) aggiornato al 30 giugno 2025, le prese ammontano a 57.915, in aumento del 5% rispetto al 31 marzo. Lo si evince da una fonte istituzionale, ossia dai dati ufficiali del censimento condotto dal ministero dell’Ambiente. La seconda buona notizia è che crescono del 9% i connettori attivi, toccando quota 51.005: come dire che l’88% della rete è funzionante. Resta il problema del divario tra installazione e operatività, visto che sono 6.910 gli inattivi per ragioni burocratiche di varia natura.
La potenza di quelli attivi. Dei 51.005 punti funzionanti distribuiti su circa 25.500 colonnine, il 6,5% è slow, ossia fino a 7 kW. Contro il 43,5% di Quick (7,1–22 kW) e il 36,2% di Fast (22,1–50 kW) che costituiscono il grosso delle prese. A seguire, Ultra Fast (50,1–150 kW) e High-power charging oltre 150 kW, rispettivamente al 10,4% e 3,4%, con un incremento (altra novità positiva) del 17% e del 25%.
Distribuiti male. I punti attivi sono per lo più al Nord-Ovest (36,2%) e Nord-Est (24,5%). Percorrendo lo Stivale verso il Meridione, le cose peggiorano parecchio, visto che il Centro è 19,1%, con il Sud al 12,7%. Le Isole? Solo al 7,4%.
Quanti gestori. Il 76,8% dei punti di ricarica attivi è controllato dai primi cinque operatori, mentre l’86,7% dai primi 10, a conferma che c’è una notevole concentrazione del mercato.