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Chip Nexperia, la nuova crisi hi-tech che può fermare l'industria dell'auto

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Semiconduttori - Chip Nexperia, la nuova crisi hi-tech che può fermare l'industria dell'auto

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Semiconduttori - Chip Nexperia, la nuova crisi hi-tech che può fermare l'industria dell'auto

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Semiconduttori - Chip Nexperia, la nuova crisi hi-tech che può fermare l'industria dell'auto

Ricordate la crisi dei semiconduttori 2020-2023? Ora l’Acea lancia un allarme analogo, con l’auto europea che rischia lo stop entro poche settimane. Il motivo? Tutti hanno bisogno dei chip prodotti dalla Nexperia, che però scarseggiano per via del conflitto politico, commerciale e tecnologico fra Stati Uniti e Cina.

Chi è Nexperia

Nexperia è un’azienda dei Paesi Bassi specializzata nella produzione su larga scala di semiconduttori utilizzati in auto, elettronica di consumo e prodotti industriali. Fornisce chip alla catena di fornitura automobilistica di tutto il mondo: microprocessori utilizzati in particolare nelle unità di controllo elettronico (Ecu) dei veicoli. Fino al 29 settembre 2025, Nexperia faceva parte del gruppo cinese Wingtech Technology, come vedremo più in basso.

Intrigo internazionale con Usa e Cina

Il conflitto fra il governo olandese e il colosso Wingtech va avanti da mesi: il primo teme che sia in pericolo la sicurezza economica nazionale ed europea. Parla di gravi carenze e azioni di governance nella società. Il tutto va inquadrato in un contesto più ampio di tensioni internazionali, che vede protagonisti Pechino e Washington. Da mesi gli Stati Uniti fanno pressione su Nexperia: in quanto di proprietà cinese, questa poteva essere inserita in una lista di aziende, stilata dagli States, sottoposte a rigide verifiche sulle esportazioni.  

Il 12 ottobre, il governo olandese dichiara che il 30 settembre ha preso il controllo straordinario di Nexperia per evitare il rischio che sia compromesso l’accesso a tecnologie essenziali. Una specie di nazionalizzazione, grazie al “Goods Availability Act”, che è una sorta di golden power dei Paesi Bassi. L’Aia affida la gestione della società a persone esterne alla Wingtech

La reazione cinese

Il gruppo asiatico impone il blocco sulle esportazioni - dalla Cina - di prodotti finiti provenienti dalle fabbriche di Nexperia situate nel Paese del Dragone: si interrompono le forniture di chip. Intanto, il ministero del Commercio cinese si oppone all’interferenza negli affari interni delle proprie imprese. 

Le conseguenze per Europa e Usa

Senza chip, i fornitori automobilistici europei e statunitensi non possono costruire le parti e i componenti necessari per rifornire i costruttori di veicoli: questo minaccia l’arresto della produzione entro qualche settimana. Per paradosso, L’Aia sostiene di aver agito per prevenire che i prodotti di Nexperia diventino indisponibili in caso di attriti a livello globale. 

Perché proprio i chip Nexperia

Come alternativa a Nexperia, l’omologazione di nuovi fornitori per componenti specifici e l’avvio della produzione richiederebbero diversi mesi, mentre le attuali scorte di chip sono previste per durare solo poche settimane. Di recente, i costruttori hanno adottato misure per diversificare le catene di fornitura, ma il rischio non può essere mitigato fino a zero.

I costruttori europei chiedono risposte rapide

“Si tratta di un problema intersettoriale”, ha detto Sigrid de Vries, direttore generale dell'Acea, l'associazone dei costruttori europei. “Ci troviamo improvvisamente in questa situazione. Abbiamo davvero bisogno di risposte rapide da parte di tutti i Paesi coinvolti”. BMW, Stellantis e Volkswagen affermano che la produzione in Europa non è stata ancora influenzata dalle tensioni fra Nexperia e Wingtech: le società sono comunque al lavoro per identificare potenziali rischi di fornitura, riporta la Reuters.

Produzione Usa a rischio da novembre

L’Alliance for Automotive Innovation, che negli Usa rappresenta fra l’altro General Motors, Toyota, Ford, Volkswagen e Hyundai, esorta a una rapida risoluzione: “Se la spedizione dei chip non riprende in fretta, la produzione automobilistica negli States si bloccherà, con effetti a catena in altri Paesi e settori”, sostiene John Bozzella, il Ceo dell’organizzazione. Stando a indiscrezioni, gli impianti statunitensi potrebbero essere interessati dal problema già a novembre 2025.