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Mercato europeo
Giugno in accelerazione: vendite a +5,1%

Rosario Murgida
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Mercato europeo - Giugno in accelerazione: vendite a +5,1%

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Mercato europeo - Giugno in accelerazione: vendite a +5,1%

Il mercato europeo dell'auto continua a mostrare da mesi un andamento altalenante con un trend delle immatricolazioni fatto di cali, frenate e accelerazioni. Secondo i dati dell'Acea (l'associazione europea dei produttori automobilistici) le immatricolazioni nell'area Ue + Efta, pari a 1.618.985 unità, sono cresciute del 5,1%, ben al di sopra dello 0,6% di maggio, ma quasi la metà rispetto al +9,6% di aprile. Fra i principali mercati, a sostenere la domanda nel Vecchio Continente sono la Francia, la Spagna e la Germania con un incremento, rispettivamente, del 9,2%, dell'8% e del 4,2%. Andamento negativo, invece, per Regno Unito (-3,5%) e Italia (-7,3%). Il consuntivo dei primi sei mesi fa registrare un +2,8%, pari a 8.695.785 immatricolazioni, grazie, soprattutto, al +10,1% della Spagna, al +4,7% della Francia e al +2,9% della Germania, e nonostante il risultato negativo di Regno Unito (-6,3%) e Italia (-1,4%).

In calo FCA. Il gruppo FCA, dopo mesi di continua crescita, subisce una battuta d'arresto. Sono 104.102 le immatricolazioni nell'area Ue+Efta, il 2,6% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Cala il marchio Fiat, con un -9,5% che annulla, per effetto dei maggiori volumi, il boom della Jeep (+72,1%). Male anche l'Alfa Romeo (-8,2%), la Lancia (-14%) e la Maserati (-21,7%).

Sull'altalena i tedeschi. Andamento in chiaroscuro per i gruppi tedeschi Volkswagen, BMW e Daimler. Per quanto riguarda il primo si registra un miglioramento del 12,7% con 403.977 immatricolazioni, grazie al +16,3% del brand di Wolfsburg (193.292 unità) e al +18,5% della Seat (47.923 unità). In crescita anche la Skoda (+8,5% e 74.873 unità), l'Audi (+5,6% e 79.123 unità) e la Porsche (+11,7% e 8.215). Il gruppo BMW fa segnare, invece, un miglioramento del 7,6% (111.530 unità), con la crescita del 9,9% del marchio omonimo a compensare la lieve flessione dello 0,1% subita dalla Mini. Andamento negativo per la Daimler, con un calo del 5,1% frutto della flessione del 7,3% della Mercedes, compensata solo in parte dalla crescita del 15,1% della Smart.

Ancora in crescita le francesi. Nella classifica dei grandi produttori, alle spalle del leader di mercato Volkswagen si piazzano sempre i francesi. Al secondo posto con 259.189 immatricolazioni figura il gruppo PSA, che vede un aumento del 65,8%, un tasso non confrontabile con l’anno scorso a causa del consolidamento della Opel solo a partire da agosto del 2017. Crescono la Peugeot con un +6,9% (99.476 registrazioni), la DS con un +27,3% (5.769) e la Citroën con un +7,1% (62.932), mentre la Casa di Rüsselsheim contribuisce con 91.012 veicoli. Il gruppo Renault, con 196.308 unità registrate, sale del 4,6% con la Lada e la Dacia in espansione, rispettivamente, del 14,9% e dell'11,5% e il marchio omonimo in aumento dell'1,7%.

Male Ford, Jaguar e Land Rover, boom Volvo. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 88.474 immatricolazioni, perde l'8,3%. Il gruppo Jaguar Land Rover vede, invece,una contrazione dell'1,3% con 18.793 registrazioni, per effetto del -11% della Land Rover e del +18,6% della Jaguar. In grande spolvero la Volvo con 38.119 unità immatricolate e una crescita di ben il 29%.

Gruppi asiatici contrastati. Quanto ai costruttori asiatici, il gruppo Toyota cresce del 13% (+13,1% per il marchio omonimo e +11,9% per la Lexus) mentre la Nissan scende del 12,9% e la Honda del 2,7%. Completano il quadro le coreane Hyundai e Kia, con la prima a guadagnare il 5,5% e la seconda il 6,8%.

Il commento dell'Unrae. "L’Italia chiude il semestre in rallentamento rispetto allo scorso anno: le evitabili anticipazioni sulle decisioni che potrebbero essere prese in tema di mobilità, stanno alimentando una generalizzata incertezza che finisce per avere riflessi anche sulla velocità di rinnovamento del parco circolante", ha commentato Romano Valente, direttore generale dell’Unrae (associazione delle Case estere). "Il cambiamento è implicito, ma va accompagnato attraverso una transizione gestita: sarà importante far comprendere la necessaria coesistenza tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica delle persone potenzialmente interessate alla sostituzione di una vettura obsoleta, nonché la tutela dei posti di lavoro di quanti sono coinvolti nelle trasformazioni in atto".