Il mercato automobilistico europeo continua a mostrare un andamento altalenante. Dopo la frenata di marzo con un calo del 5,2% e il ritorno alla crescita di aprile con un +9,6%, a maggio, secondo i dati dell'Acea (l'associazione europea dei produttori automobilistici), i risultati sono stati sostanzialmente stabili con 1.442.643 immatricolazioni e un aumento dello 0,6% rispetto al corrispondente mese del 2017. Fra i principali mercati, a sostenere la domanda nel Vecchio Continente sono sempre Spagna e Regno Unito, con un incremento, rispettivamente, del 7,2% e del 3,4%. La Germania perde il 5,8% e l'Italia il 2,8%, mentre la Francia risulta ferma (+0,1%). Il consuntivo dei primi cinque mesi fa registrare un +2,2%, pari a 7.076.504 immatricolazioni, grazie, soprattutto, al +10,6% della Spagna, al +3,5% della Francia e al +2,6% della Germania, e nonostante il risultato negativo di Regno Unito (-6,8%) e Italia (-0,3%).
Aumento marginale per FCA. Il gruppo FCA mostra ancora una volta dati in crescita anche se con tassi inferiori a quelli della concorrenza. Sono 110.120 le immatricolazioni nell'area Ue+Efta, lo 0,2% in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Cala il marchio Fiat, con un -11,1% che annulla, per effetto dei maggiori volumi, il boom della Jeep (+101,3%) e la continua espansione dell'Alfa Romeo (+12,2%). Male anche la Lancia (-5,4%) e la Maserati (-24,5%).
Sull'altalena i tedeschi. Andamento contrastante per i gruppi tedeschi Volkswagen, BMW e Daimler. Per quanto riguarda il primo si registra un miglioramento del 3,7% con 363.117 immatricolazioni, grazie al +5,7% di Wolfsburg (172.356 unità) e al +25,3% della Seat (42.460 unità). In flessione risultano la Skoda (-2,2% e 66.539 unità) e l'Audi (-5,3% e 72.140 unità), mentre la Porsche ottiene un miglioramento del 5,4% con 8.076 registrazioni. Il gruppo BMW subisce, invece, una contrazione del 6% (85.017 unità), frutto di una flessione del 7,7% per il brand omonimo e di una crescita dello 0,4% per la Mini. Andamento negativo anche per la Daimler, - 5,7% a 85.901 unità, a seguito di un calo del 6,1% della Mercedes e del -1,7% della Smart.
Ancora in crescita le francesi. Nella classifica dei grandi produttori, alle spalle del leader di mercato Volkswagen si piazzano sempre i produttori francesi. Al secondo posto con 227.345 immatricolazioni figura il gruppo PSA, che vede un aumento del 57,8%, un tasso non confrontabile con l’anno scorso a causa del consolidamento della Opel solo a partire da agosto del 2017. Crescono la Peugeot con un +3,2% (87.245 registrazioni) e la DS con un +16,8% (4.513) e cala la Citroën con un +3,3% (53.835), mentre la Casa di Rüsselsheim contribuisce con 81.752 veicoli. Il gruppo Renault, con 164.424 unità registrate, sale del 6,5% con la Dacia in espansione del 14%, il marchio omonimo del 3% e la Lada dell'1,7%.
Bene Ford, Jaguar e Land Rover, male Volvo. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 89.715 registrazioni, migliora solo dello 0,5% e la Volvo, con 26.103, perde l'1,3%. Il gruppo Jaguar Land Rover assiste, invece, a una crescita del 5,7% con 17.090 immatricolazioni, grazie al +27,1% della Jaguar (cala del 4,4% la Land Rover).
Gruppi asiatici. Quanto ai costruttori asiatici, il gruppo Toyota è cresciuto del 4,2%, sommando il +3,2% del marchio omonimo e il +21% della Lexus. Andamento negativo, invece, per la Nissan, che ha fatto registrare una contrazione del 15,7%, mentre la Honda ha chiuso in positivo: +5,2%. Completano il quadro le coreane Hyundai e Kia, con un miglioramento, rispettivamente, del 2,3% e del 3,4%.
Il commento. "Il risultato avrebbe potuto essere migliore se in alcuni Paesi importanti non vi fosse stato un effetto calendario, con un minor numero di giornate lavorate rispetto a maggio 2017”, commenta il Centro Studi Promotor, definendo apprezzabile la crescita del 2,2% dei primi cinque mesi dell’anno, "se si considera che si riferisce a un’area decisamente importante. La domanda di auto in Europa è sostenuta da un quadro congiunturale che si mantiene positivo, anche se si notano segnali di rallentamento della crescita". Secondo il Csp "la demonizzazione del diesel sta però determinando un rinvio di sostituzioni ormai mature di auto diesel in quanto i loro proprietari prendono tempo per valutare se acquistare ancora un modello a gasolio o se orientarsi su altri tipi di alimentazioni". Per il presidente del centro bolognese, Gian Primo Quagliano, il mercato europeo continua comunque "a godere buona salute anche e soprattutto perché la crescita interessa praticamente tutta l’area Ue, con pochissime eccezioni".
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