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Auto in leasing sociale da 75 euro al mese: l’Italia ci prova nel 2024

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Elettriche - Auto in leasing sociale da 75 euro al mese: l’Italia ci prova nel 2024

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Elettriche - Auto in leasing sociale da 75 euro al mese: l’Italia ci prova nel 2024

Auto in leasing con canone calmierato, per auto elettriche o a limitato impatto ambientale, a beneficio di famiglie a basso reddito: l’Italia accelera e nel 2024 potrebbe copiare la Francia, introducendo un piano per offrire "vetture popolari" nuove a fronte della rottamazione di quelle vecchie. Reddito e rata mensile? Per ora ci sono solo delle ipotesi: per il primo, si immaginano 14.000 euro l’anno di Isee; per il canone, da 75 a 125 euro al mese. L’anticipo di migliaia di euro da versare alla Casa automobilistica sarebbe affare dello Stato, cioè il proprietario dei mezzi. A Parigi e dintorni, l'1 novembre 2023 è iniziata la raccolta delle richieste; a gennaio, verranno avviate la consegna dei veicoli allo Stato e l’assegnazione alle famiglie. Nel nostro Paese, a spingere in questa direzione è l’Aci, che si candida a gestire il parco auto, e che ha appena avviato colloqui con tre ministeri (Infrastrutture, Imprese, Ambiente): " A breve ci sarà un altro confronto", dice il presidente Angelo Sticchi Damiani. "L’importante sarebbe far scattare il test nel 2024, anche con un numero minimo di vetture. Poi lo strumento andrà affinato. In quanto alle risorse, per iniziare si potrebbe attingere dal fondo incentivi per le elettriche non impiegato".

Gli elementi chiave. Un algoritmo individuerebbe il canone, tenendo conto dell’Isee, delle categorie (da Euro 0 a Euro 3) dei mezzi da rottamare, della tipologia di auto che si andrà a guidare, per poi stilare la graduatoria delle attribuzioni. Così da eliminare dalla circolazione 10 milioni di veicoli, il 27% del parco, che è vetusto, a beneficio di ambiente e sicurezza stradale. Il titolare del leasing avrebbe a disposizione l’auto per anni, senza esserne proprietario: immaginabile una durata triennale. A fine contratto, se vorrà, il cittadino potrà restituire la vettura allo Stato, oppure versare il riscatto fissato inizialmente per divenire proprietario del veicolo in via definitiva. Non si tratterebbe di un noleggio a lungo termine, che prevede solo la restituzione dell’auto. Da valutare se il canone comprenda l’assicurazione RC Auto obbligatoria annuale, più polizze accessorie come furto e incendio, atti vandalici, Kasko parziale o totale, infortuni del guidatore, oltre a manutenzione ordinaria e straordinaria. Plausibile che ci sia una percorrenza massima totale attorno a 30 mila km: chi la supera e dà indietro il mezzo potrebbe pagare una penale per ogni km in più rispetto al tetto. Analogamente, se a fine contratto il veicolo non è nelle condizioni prestabilite, il titolare potrebbe essere chiamato a versare una penale. Idem in caso di danni, incidenti e furti nel corso del leasing di tre anni: insomma, una formula con pro e contro da soppesare con attenzione. Come detto, ulteriori aggiornamenti sull'iniziativa dovrebbero essere divulgati a breve.

Salvini: "Valutiamo". Il governo, dal canto suo, è intenzionato a prendere in considerazione il progetto: "Il principio è sacrosanto, vediamo come metterlo a terra senza esporsi a controindicazioni", ha detto il  ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, alla Conferenza del traffico e della circolazione di Aci e Fondazione Caracciolo. "Approfondiamo", ha aggiunto il vicepremier, "ma vedendo l’abuso di certi strumenti in Italia, quando ho sentito reddito Isee e auto in leasing mi è venuta in mente una sorta di 'auto di cittadinanza'. A quel punto, ho detto 'aspettate un attimo'". 

Federauto contraria. L’ipotesi del leasing sociale viene bocciata dalla Federauto, l’associazione delle concessionarie italiane: "Un’idea non appropriata, che evoca un intervento dello Stato in sostituzione delle imprese". Pesa in particolare "l’esborso anticipato di grande rilievo a carico dello stesso Stato per finanziare l’acquisto di migliaia di veicoli green da concedere in leasing". Inoltre, per Federauto esistono "elevati rischi collegati alla gestione dei contratti", senza contare "l’impatto sul bilancio nazionale dei valori residui dei veicoli non riscattati". L'associazione vede meglio "un rilancio dell’ecobonus e una profonda revisione della fiscalità sulle auto aziendali" per gli acquisti di veicoli a zero e bassissime emissioni da parte di imprese e cittadini.