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Prospettive negative per il 2024: "La domanda rallenterà"

Redazione Online
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Mercato europeo - Prospettive negative per il 2024: "La domanda rallenterà"

Il mercato dell'auto europeo chiude il 2023 in crescita, ma i dati di dicembre riservano diversi segnali negativi per i prossimi mesi. Il rallentamento dell'ultima parte dell'anno scorso rischia di proseguire anche nella prima parte del 2024 a causa di diversi fattori di incertezza, in primis le prossime elezioni europee. Proprio la tornata elettorale rappresenta una delle maggiori preoccupazioni delle associazioni di settore o degli esperti che hanno commentato gli ultimi dati diffusi dall'Acea: dopo sedici mesi consecutivi di crescita, dicembre ha mostrato un calo dell'immatricolato del 3,8%, portanto i dodici mesi a poco meno di 12,3 milioni di unità, il 13,7% in più sul 2022, ma il 18,7% in meno sul 2019. E il 2024? Le previsioni sono di un rallentamento della domanda.

La filiera. Per esempio, l'Anfia ipotizza una crescita al +3%. A pesare, secondo il presidente Roberto Vavassori, saranno i "rischi di recessione di economie trainanti come quella tedesca, le condizioni del credito ancora restrittive e la diffusa riduzione degli incentivi per l’acquisto delle vetture elettriche". Vavassori, però, aggiunge il confronto politico tra le questioni alle quali prestare attenzione: "Nell’ottica di proseguire il percorso di decarbonizzazione della mobilità in Ue costruendo una transizione ordinata e razionale, l’industria automotive si prepara a intensificare il dialogo istituzionale sui principali dossier in vista delle elezioni europee di giugno".

Il peso di Bruxelles. Dataforce Italia aggiunge che per il 2024 "la variabile più importante resta quella politica, con le elezioni europee di giugno. Sperando di avere candidati che vogliano fare gli interessi dell’Europa e dei suoi cittadini, sperando soprattutto che questi stessi cittadini riescano a far scomparire la peggiore classe politica che abbia mai governato l’Unione". Detto questo, la società di analisi prevede i cinque mercati di maggiori dimensioni (Italia, Francia, Spagna, Germania e Regno Unito) una crescita del 5,7%, con il canale dei privati sotto la media del mercato (+2,2%) e le elettriche sopra (+16,7%), un tasso di crescita comunque inferiore rispetto a quello dell’anno precedente. A tal proposito pesa la Germania, che ha chiuso l’anno con quattro mesi di crescita negativa rispetto al 2022 anche per effetto della fine delle agevolazioni per le elettriche. "A dicembre, in Germania, mancano all’appello ben 72.400 immatricolazioni rispetto all’anno precedente, di cui quasi 49.700 sono da ricercarsi nel comparto Bev, che dal 17 dicembre non è stato più sostenuto dagli incentivi statali", conclude Dataforce.

Le Case estere. Di incentivi, e nello specifico della situazione italiana, parla l'Unrae: "I dati continuano a non mostrare miglioramenti nel forte ritardo italiano nella transizione energetica", osserva il direttore generale Andrea Cardinali. "Il 2023, purtroppo, rappresenta un altro anno perso in questa direzione". Cardinali torna a chiedere di correggere l'attuale schema degli incentivi, esprimendo apprezzamento per alcune delle misure prospettate (inclusione delle imprese nella platea dei beneficiari, aumento degli importi e utilizzo dei fondi non usati nel 2023), ma esprime preoccupazioni per i "tempi di operatività", che "rischiano di essere molto lunghi, paralizzando il mercato per mesi, visti i necessari passaggi istituzionali e la necessità di aggiornare la piattaforma Invitalia. Nel frattempo, restano bloccati anche i 'vecchi' incentivi, ufficialmente ancora in vigore ma in realtà inutilizzabili perché la piattaforma non è stata attivata".

"La pacchia è finita". Infine, non va trascurato l'andamento dei canali commerciali. Non a caso, il Centro Studi Promotor sottolinea come per il mercato sia "finita la pacchia: il risultato del 2023 è dovuto essenzialmente alla domanda delle aziende che hanno sostenuto il mercato nell’intera area, avendo la capacità di assorbire i forti rincari dei prezzi delle auto degli ultimi anni", sottolinea il presidente Gian Primo Quagliano. "La buona propensione all’acquisto di auto dalle aziende ha infatti compensato la forte debolezza della domanda dei privati scoraggiata soprattutto da aumenti dei prezzi che in Italia sono cresciuti del 34,3% tra il 2019 e il 2022, e hanno avuto ulteriori aumenti nel 2023. In alcuni mercati particolarmente importanti dell’area la domanda delle flotte mostra segni di cedimento e a questo si deve attribuire il dato negativo di dicembre che, tra l’altro, getta un’ombra sinistra sul 2024. E ciò anche perché, mentre si esauriva il portafoglio ordini accumulato ai tempi delle carenze di produzione legate alle difficoltà di fornitura di componenti importanti, come microchip, cavi ed altro, non si ricostituiva un portafoglio ordini abbastanza importante per sostenere il mercato nel 2024".