La nostra prova dello Scania ibrido
Tante novità. Ci siamo sempre chiesti perché alla Scania si ostinassero a mettere sull'ibrido un motore da 9,3 litri, quando la soluzione si presta per sua natura al downsizing. Forse a Sodertalje aspettavano di avere una potenza elettrica adeguata: adesso ce l'hanno, perché le due unità alimentate a corrente sviluppano 230 kW in continua e 290 di picco con la spinta di 2.150 Nm. Attributi da 11 litri, almeno, che fanno scattare il questo P 280 ben più rapidamente di quanto lascerebbe intendere il suo numerino sulla calandra. Quelli indicati sono in effetti solo i cavalli del 6 cilindri di origine Cummins sviluppato in maniera esclusiva dagli svedesi, come dimostra l'assenza dell'EGR. Qui le emissioni sono controllate solo dall'SCR; però, se si vuole azzerarle del tutto basta attivare l'apposito interruttore e il diesel si zittisce, trasformando così lo Scania in elettrico puro. Al limite delle 20 tonnellate, cioè con un carico intermedio per un tre assi da distribuzione o di supporto al cantiere (che parte pieno e torna vuoto), siamo riusciti a percorrere con le sole batterie persino 3 km in più dei 60 dichiarati dalla Casa: abbastanza per attraversare e operare in qualunque città europea. Peraltro in assoluto silenzio.
Danilo Senna
Estratto della prova pubblicata su tuttoTrasporti di luglio-agosto, n. 462