Alla fine, quello che molti temevano è accaduto: il curatore fallimentare della De Tomaso ha spedito ai 900 dipendenti dell'azienda (tra gl'impianti di Torino e di Livorno, attualmente in cassa integrazione) altrettante lettere di licenziamento. Il provvedimento scatterà il 4 gennaio 2014, se non verranno trovate soluzioni alternative.
Vicenda vergognosa. Considerato che queste fantomatiche soluzioni alternative sono state cercate, senza trovarle, per mesi, c'è da temere che questa formula sia un mero artificio retorico per non dover formalizzare un evento pressoché inevitabile. Si chiude così una vicenda indecente, che Quattroruote ha più volte stigmatizzato e che non rende onore a nessuno tra i coinvolti (esponenti politici, sindacati, sistema bancario). E poco consola il fatto che Gian Mario e Gian Luca Rossignolo, assieme a buona parte del management dell'azienda, siano stati arrestati con l'accusa di truffa ai danni dello Stato, perché a pagare il prezzo dell'imperizia e del malaffare sono 900 famiglie del tutto innocenti.
La parola alla Regione. Ora la Fiom ha chiesto un incontro in Regione (cioè lo stesso ente che, all'epoca di Mercedes Bresso, aveva preferito Rossignolo ad altri imprenditori - uno per tutti, la BMW – e che ora si ritrova proprietaria dello stabilimento ex Pininfarina e del marchio De Tomaso) e martedì ci sarà un presidio in piazza Castello. Una vergogna italiana, che speriamo serva da lezione in altri casi analoghi.
Gian Luca Pellegrini
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