Citycar
BMW E1, Fiat Downtown e le altre piccole pensate per il futuro - FOTO GALLERY
Citycar - BMW E1, Fiat Downtown e le altre piccole pensate per il futuro - FOTO GALLERY
Opel Maxx. Questa piccola vettura tedesca, presentata nel 1995, adotta un telaio d’alluminio e una piattaforma modulare, come quelle utilizzate oggi su molti modelli di larga produzione.
Opel Maxx. Le caratteristiche precedentemente citate non sono le uniche anticipazioni di tendenze attuali: dentro il cofano motore trova spazio un tre cilindri a benzina. Un’architettura che, a partire dalla Opel Corsa B, vedremo in seguito su tante auto europee.
Fiat Centoventi. Svelata al Salone di Ginevra del 2019, questa vettura elettrica è così chiamata per celebrare all’epoca i 120 anni del marchio di Torino. Presenta alcune soluzioni interessati, a cominciare dalla possibilità di estrarre uno dei moduli della batteria per ricaricarlo dove si desidera, anche a casa.
Fiat Centoventi. Non solo: questa citycar si fa notare per la carrozzeria e l’abitacolo modulabili. Negli interni, in particolare, trovano spazio elementi di personalizzazione stampabili in 3D. Il suo design potrebbe in futuro essere ripreso sui nuovi modelli della Casa italiana.
Toyota Endo. Anni prima della sfortunata iQ, nel 2005 la Toyota presenta questa innovativa showcar, che in soli tre metri di lunghezza riesce a ospitare fino a quattro persone.
Toyota Endo. La vettura è dotata di un sistema di apertura delle portiere con apertura a pantografo che rende più comodo l’ingresso nell’abitacolo, sebbene necessiti comunque di spazio in larghezza per essere sfruttato appieno.
Mercedes Nafa. Il nome è l’acronimo di Nahverkehrs-fahrzeug, ovvero ''veicolo per brevi distanze''. Questo prototipo vede la luce nel 1981 sotto la direzione stilistica del grande Bruno Sacco. Le sue forme spigolose, comunque molto moderne per l’epoca, sono volte a semplificare un’eventuale produzione e a ottimizzarne gli spazi.
Mercedes Nafa. Piuttosto curiosa è l’ampia superficie vetrata posteriore, di fatto priva di angoli ciechi, ma soprattutto lo è la soluzione delle quattro ruote sterzanti, per una maggiore agilità in manovra.
Citroën Citela. Il suo nome è l’acronimo di Citroën Electric Automobile, poiché questa vettura del 1992 è dotata di un powertrain a batteria da 27 CV capace di spingerla fino a una velocità di 110 km/h.
Citroën Citela. La carrozzeria della citycar adotta pannelli di plastica removibili, cambia forma in pochi minuti, e può quindi diventare un pick-up o una scoperta. L’idea verrà ripresa anni dopo per la C3 Pluriel.
Nissan Pivo 3. Terza e ultima declinazione di un prototipo Nissan per gli spostamenti urbani, questa vettura del 2011 non entrerà mai in produzione, al contrario di quanto riportano all’epoca molte testate. È dotata di tre posti e quattro motori elettrici, uno per ciascuna ruota.
Nissan Pivo 3. Lunga meno di tre metri, quest’auto è dotata di una tecnologia di car valet automatico che, collegandosi all’infrastruttura, individua il parcheggio libero ed effettua da sola la manovra perla sosta.
Fiat Downtown. La più famosa concept elettrica del marchio italiano, svelata nel 1993, è oggi esposta al Museo dell’Auto di Torino. Disegnata da Chris Bangle, adotta due motori elettrici, uno per ciascuna delle due ruote posteriori.
Fiat Downtown. Come la Pivo 3, l’auto ospita tre persone: il guidatore siede al centro, mentre i due passeggeri sono collocati ai lati, in posizione più arretrata.
Lotus Ethos. Svelata nel 2010, questa citycar vanta un powertrain elettrico con range extender: quando la carica è esaurita, il motore a benzina di 1.2 litri entra in funzione come generatore.
Lotus Ethos. Nonostante i propositi iniziali della Casa di Hethel, all’epoca in mano alla Proton, questa citycar non entrerà mai in produzione.
BMW E1. Tra le più celebri concept dell’Elica, viene mostrata per la prima volta al Salone di Francoforte del 1991 con una carrozzeria che, seppur inedita per la Casa di Monaco, adotta elementi di quello che, all’epoca, è il nuovo corso stilistico del marchio. La sua prima versione, riconoscibile per la carrozzeria rosso mattone e il lunotto spiovente, verrà distrutta in un incendio.
BMW E1. La seconda versione, concepita con tecnologia ibrida o con motori tradizionali, adotta una verniciatura verde smeraldo e una silhouette dal padiglione meno spiovente, più tradizionale per una citycar.
Pininfarina Nido. Mostrata per la prima volta nel 2004, questa vettura rappresenta lo studio di un veicolo urbano, con caratteristiche improntate soprattutto alla sicurezza di occupanti e pedoni.
Pininfarina Nido. L’auto, che ottiene il Compasso d’Oro nel 2008, verrà poi esibita nel 2010 in una seconda versione, dotata di powertrain elettrico e telaio modulare d’alluminio.
Renault Zoom. La francese, presentata al Salone di Parigi del 1992, è frutto di una collaborazione tra la Losanga e la Matra e adotta un powertrain elettrico da 61 CV.
Renault Zoom. Più che per l’alimentazione a corrente, la vettura stupisce per il suo asse posteriore mobile che, scorrendo in avanti, accorcia la lunghezza del veicolo di oltre mezzo metro, agevolando le manovre di parcheggio.
Smart Vision EQ. Questa showcar immagina, nel 2017, quali potrebbero essere gli sviluppi del car sharing nel 2030. Al posto del volante, l’auto adotta uno schermo da 24'' che visualizza tutte le informazioni necessarie all’esperienza di viaggio dei due passeggeri.
Smart Vision EQ. Del resto, si tratta di un prototipo elettrico e a guida autonoma, che immagina un’alternativa driverless al trasporto pubblico.
Opel Junior. Presentata al Salone di Francoforte del 1983, questa citycar anticipa di un decennio le forme stilistiche di quella che sarà la Opel Corsa B, tra le più apprezzate generazioni dell’utilitaria tedesca.
Opel Junior. Oltre a vantare un ottimo coefficiente di penetrazione aerodinamica (0,31), la Junior si fa notare per il tetto di plastica facilmente sostituibile con un elemento di vetro o di tessuto, ma anche per gli interni disegnati da Chris Bangle, caratterizzati da numerosi vani e sacchi a pelo ricavabili dal rivestimento dei sedili.
Honda Micro Commuter. La piccola giapponese, qui nella veste sperimentale del 2012 (mentre l’anno precedente era stata presentata con soluzioni da showcar ancor più avveniristiche) adotta due posti in tandem, come il quadriciclo Renault Twizy, ma con forme da vera citycar. In alternativa, l’auto può ospitare due bambini dietro il guidatore, grazie a due piccole poltroncine.
Honda Micro Commuter. Di fatto una microcar elettrica, questo veicolo può raggiungere una velocità massima di 80 km/h, come la più potente versione della Twizy, quella omologata come quadriciclo pesante. Al contrario dei propositi iniziali, non entrerà mai in produzione.
Peugeot Ion. Presentata al Salone di Parigi del 1994, può ospitare fino a quattro persone in un abitacolo, per l'epoca, ricco di accessori tecnologici. Tra questi, infatti, non mancano il supporto per il Nintendo Game Boy e altre console portatili, ma anche il lettore CD e il vivavoce per il telefono.
Peugeot Ion. Anch’essa dotata di motore elettrico, non entrerà mai in produzione. Tuttavia, il suo nome verrà ripreso dal Leone per una citycar a batterie, la iOn, prodotta dal 2010 in collaborazione con la Mitsubishi.
Volkswagen Chico. Svelata nell’estate del 1992, è il prototipo della Volkswagen di una citycar lunga solo 3,15 metri e dotata di un powertrain ibrido che abbina al bicilindrico a benzina di 0.6 litri un’unità elettrica da 6 kW.
Volkswagen Chico. Nonostante le intenzioni iniziali della Casa, questa citycar non arriverà mai sulle linee produttive.
Si parla tanto del futuro della mobilità urbana, eppure oggi sono proprio le citycar a sparire dai listini, per poi vedersi rimpiazzare solo in parte da elettriche di piccole dimensioni o da soluzioni alternative, anch’esse a batteria. Del resto, parliamo di modelli poco remunerativi per le Case automobilistiche, che trovano largo successo solo su alcuni mercati, come il nostro, ma che a lungo hanno rappresentato un ottimo banco di prova per lo studio di soluzioni applicabili nel traffico cittadino. Ecco perché sono nate, negli anni, numerose concept di piccole dimensioni, delle quali raccogliamo, nella nostra galleria d’immagini, alcuni esempi interessanti.