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Curiosità

Cloni cinesi
Come ti copio l'auto - FOTO GALLERY

Alessandro Mirra
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Cloni cinesi - Come ti copio l'auto - FOTO GALLERY

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Land Wind X7 e Range Rover Evoque. Quella della Land Wind è forse la più riuscita “imitazione” presente in questa gallery.

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Land Wind X7 e Range Rover Evoque. Anche nel posteriore sono evidenti i richiami alla Evoque.

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Byd F0 e Toyota Aygo. La silhouette della vettura ricorda molto la gettonata citycar Toyota.

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Byd F0 e Peugeot 107. La fanaleria posteriore della Byd F0 abbandona i richiami alla Aygo di prima generazione e si ispira alla gemella diversa della giapponese: la Peugeot 107. E quindi anche alla Citroën C1.

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Lifan 330 e Fiat 500L. “Baffi” e fanaleria non lasciano dubbi: nel frontale, il richiamo alla monovolume Fiat è evidente.

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Byd S8 e Mercedes-Benz CLK W209. Il design anteriore è di chiara ispirazione teutonica.

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Byd S8 e Renault Mégane Coupé Cabriolet. Frontale tedesco, posteriore francese.

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Chery QQ e Daewoo Matiz. L’ispirazione a una delle più amate citycar dell’ultimo ventennio è evidente, tanto da indurre la General Motors ad adire alle vie legali.

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Shuanghuan CEO e BMW X5 E53. La Suv premium tedesca deve aver colpito molto i designer della CEO.

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Rayttle E28 e Renault Twizy. Non solo automobili: anche il quadriciclo elettrico della Renault è vittima di plagio.

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Great Wall Florid e Toyota Yaris. L'inconfondibile frontale non nasconde il design d'ispirazione nipponica.

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Lifan 320 e Mini Cooper S R50. L’azzurro della Cooper S, il tetto bianco e la fanaleria: il richiamo alla Mini del 2001 è lampante.

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Great Wall Peri e Fiat Panda. Di fronte al clone cinese, la Fiat non è stata a guardare, portando avanti una serie di cause nei confronti del costruttore orientale.

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Great Wall Peri e Fiat Panda. Anche nel posteriore è evidente la somiglianza, sebbene i fanali ricordino molto la Nissan Note di prima generazione.

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Martin Motors Bubble e MCC Smart. La due posti cinese ricorda molto la prima generazione della Smart fortwo, quando ancora si chiamava semplicemente Smart.

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Zotye S21 e Audi Q3. Presentata come concept, è una copia ben riuscita (ma solo nel design…) della Suv premium di Ingolstadt.

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Geely GE e Rolls-Royce Phantom. Pur con dettagli ancora più classici, la berlina oversize della cinese Geely trae evidente ispirazione da un modello di culto british, la Rolls-Royce Phantom.

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Jac S3 e Hyundai ix35. Il profilo di questa vettura è la parte in cui è più evidente la somiglianza con la Hyundai ix35, che ha avuto un ottimo successo anche in Italia (in altri mercati veniva venduta con il nome Tucson).

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Eagle Carry EV e Porsche Cayman. Presentata nel 2015, questa vettura elettrica riprende la silhouette della ben più celebre coupé di Zuffenhausen, con dettagli che scimmiottano i veicoli di Maranello: il frontale è evidentemente ispirato alla Ferrari FF.

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Lifan M7 e Ford S-Max. Sebbene in Occidente le monovolume stiano progressivamente perdendo terreno a favore delle Suv, in Oriente c’è chi continua a imitarle: è il caso della Lifan M7, clone della Ford S-Max.

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Geely X7 e Ford Edge. Un’altra Ford, la Edge, ha dato ispirazione alla Geely X7. Almeno nel posteriore, dove sono evidenti i richiami alla Suv.

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Baic BJ40 e Jeep Wrangler. Pur con calandra e fari anteriori più simili ad altri veicoli del marchio americano, la cinese BJ40 è ispirata alla più iconica delle Jeep, la Wrangler.

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Byd S1 e Ford EcoSport. Il posteriore della Byd S1 ricorda molto la EcoSport, la piccola Suv di Casa Ford.

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Baic BJ80 e Mercedes Classe G. Un’altra fuoristrada ispirata a un'icona occidentale, la Classe G.

Con oltre 23,5 milioni di auto assemblate nel 2017 e una crescita del 4,4%, anche lo scorso anno, la Cina si è confermata il più grande produttore di vetture al mondo. Non solo: il Paese asiatico è anche il primo car market del pianeta, con oltre 24,7 milioni di unità vendute lo scorso anno, alle quali si aggiungono 4,16 milioni di veicoli commerciali.

Migliora la qualità, ma... Le case automobilistiche locali hanno fatto passi da gigante in termini di qualità, anche se quest'ultima resta ancora lontana da quella delle vetture straniere, comprese le auto prodotte nel Paese asiatico per evitare i pesanti dazi doganali imposti dalle autorità di Pechino.

I costruttori degli altri Paesi. D’altra parte, per molti costruttori quello cinese è un mercato importantissimo. Soprattutto per il gruppo Volkswagen, che nel 2017 ha confermato qui la propria leadership: in particolare, sono stati qui consegnati oltre 3,17 milioni di veicoli con il brand Volkswagen (+5,9 rispetto al 2016), superando per la prima volta i 3 milioni di unità, mentre l’Audi, con 597 mila consegne (+1,1%), è ora il primo tra i premium brand in Cina.  

I cloni. Notevoli passi avanti sono stati fatti anche nel design, ma permane il vizio di scopiazzare auto più alla moda, europee e non solo, come abbiamo documentato al Salone di Shanghai. Ne sa qualcosa il gruppo Fiat (oggi FCA), che nel 2009 riuscì a bloccare le importazioni in Europa della Great Wall Peri, una citycar dall’evidente somiglianza con la Fiat Panda di seconda generazione, dalla carrozzeria all’abitacolo. Sebbene i fari posteriori – a sviluppo verticale con un parziale prolungamento sul tetto –  siano ispirati alla Nissan Note di prima generazione. Un po’ come la F0, la citycar della Byd (di cui Leonardo Di Caprio è testimonial), ispirata alla Toyota Aygo del 2005, a eccezione delle luci posteriori, più simili alla Peugeot 107, gemella diversa della giapponese. Trovate questi e altri esempi nella nostra galleria fotografica.