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Curiosità

Questione di stile
Quelle auto mozzafiato - FOTO GALLERY

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Questione di stile - Quelle auto mozzafiato - FOTO GALLERY

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Alfa Romeo Giulia GT (1963-1976). Scegliere una, e una sola, bellissima nella produzione Alfa Romeo è una vera impresa. Noi puntiamo sulla Giulia GT, uno dei capolavori di Bertone, firmati da un giovanissimo Giorgetto Giugiaro, che all’epoca lavorava per lui. Qui figura in versione 1750 GT Veloce, a nostro avviso la più riuscita perché associa i quattro fari allo scudetto di disegno classico.

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Aston Martin DB7 (1993-2003).  Difficile, scegliere un’Aston Martin bellissima: ce ne sono tante. Ci toglieremo allora lo sfizio di andare controcorrente e, al posto della “sfruttatissima” DB5 di 007 o della appena meno vista DBS di "Attenti a quei due" premiamo un'autentica youngtimer, la DB7. Che quanto ad armonia e perfezione formale non scherza.

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Austin-Healey 3000 (1959-1967). Se gran parte delle spider inglesi è iconica, questa è bella tout court. Prodotta in oltre 40 mila pezzi (mica pochi, per una tre litri), segue di fatto il corso estetico già indicato dalla precedente 100, che però almeno inizialmente di cilindri ne aveva solo quattro.

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BMW 507 (1955-1959). Di BMW veramente belle ce ne sono state tante, dagli anni 30 ai giorni nostri. Dovendone selezionare una, non abbiamo esitato a puntare sulle morbide linee della roadster anni 50, che nonostante la sua avvenenza fece fiasco sul mercato di riferimento, quello americano, con appena 252 pezzi costruiti.

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Bugatti Type 57 (1936-1938). Peccato far torto alla Royale, a sua volta leggendaria, ma la Atlantic è probabilmente la più affascinante di tutte le Bugatti classiche: ricerca aerodinamica spinta, schienale dei sedili a ridosso del retrotreno, parafanghi morbidissimi. Ne hanno costruite appena quattro.

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Chevrolet Corvette C2 (1963-1967). La prima Sting Ray (cui l’attuale modello s’ispira nel nome) è probabilmente la più bella della serie Corvette. Standing ovation per la coupé, molto più "sexy" e originale della convertible per via della coda molto originale e armoniosa, perfettamente integrata al muso lungo e basso.

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Cisitalia 202 (1947-1952). Se è stata la prima auto al mondo a essere esposta in modo permanente al MoMa di New York, un motivo c’è. Si tratta di una delle realizzazioni più geniali di Pinin Farina (scritto ancora staccato, fino al 1961): due parafanghi che si abbracciano su una fiancata bassa e pulitissima.​

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Citroën DS (1955-1975). 911 a parte, nessun’altra, tra le nostre "bellissime", è rimasta in produzione altrettanto a lungo, ed è una delle auto classiche che più fanno girare la testa oggi al loro passaggio: bella sia nella versione monofaro originaria (nella foto) sia nella successiva coi proiettori carenati (dal 1967). La disegnò un italiano, Flaminio Bertoni.

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Dino 246 (1969-1973). La versione leggermente rivista della 206 del 1967 è la più bella creazione di quel genio di Aldo Brovarone, autore per Pininfarina di altre perle quali, tanto per citarne una, la Lancia Gamma Coupé. E a cinquant’anni dal debutto del modello originario, sembra ancora modernissima.

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Ferrari 250 SWB (1959-1962). A differenza della Dino, qui gli anni si sentono. Ma non pesano, anzi: è una bellissima signora che mantiene intatto il suo charme. Tra le dozzine di Ferrari disegnate da Pininfarina, è quella con il più perfetto equilibrio tra eleganza e aggressività.

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Fiat 124 Sport Spider (1966-1985). La versione classica della spider Fiat, oggi peraltro oggetto di un riuscitissimo remake, dimostra come la bellezza non sia una virtù dei ricchi, trattandosi - qui - di un modello non strettamente popolare, ma comunque accessibile. Autore del capolavoro, Tom Tjaarda per Pininfarina (sempre lui…)

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Jaguar E-type (1961-1975). A volte esagerare fa bene: in termini di pure proporzioni la E-type non è un’auto equilibrata. Ha un muso ipertrofico, con quel cofano che non finisce mai e la coda tutta raccolta. Eppure il modo in cui questi due temi sono stati sviluppati è talmente geniale che ne è uscito un capolavoro.

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Jaguar XJ (1968-1973). Finalmente una berlina a tre volumi: il genere potenzialmente più asettico per uno stilista, interpretato però dosando sapientemente classe e grinta, con un risultato ancor oggi sorprendente. Poi, ovvio, XJ è un nome che continua. Ma secondo noi il vero capolavoro è la Series I (nella foto).

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Lamborghini Miura (1966-1973). Se le prime Lamborghini avevano fascino (e lo avevano eccome), con l’arrivo della Miura disegnata da Marcello Gandini per Bertone il marchio del Toro s’impose come un’icona di stile che il passare dei decenni avrebbe reso assolutamente senza tempo.

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Lancia Delta Integrale (1987-1995). Non che la Delta normale non fosse venuta bene, anzi. Però non ci sentiremmo di inserirla tra le più belle auto di sempre. La integrale, sì: il tuning d’autore, sfrontato ma non volgare, s’inserisce alla perfezione sulle forme esili e raffinate della compatta disegnata da Giugiaro.

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Mercedes-Benz 190 (1982-1993). Anche se il marchio è tedesco c’è l’ennesimo italiano, Bruno Sacco, al tempo capo del design della Casa di Stoccarda, dietro le linee perfette della più piccola Mercedes-Benz sino ad allora costruita. Un equilibrio di proporzioni, aerodinamica e modernità rimasto tuttora, a nostro avviso, ineguagliato.

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Mercedes-Benz 300 Gullwing (1954-1963). A parte le celeberrime porte ad ala di gabbiano, è l’insieme delle sue forme, decise e lievi al tempo stesso, a lasciare a bocca aperta: cofano lungo, "pieghe" sui parafanghi, coda bassa e larga, totale assenza di spigoli, prese d’aria al posto giusto…

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Peugeot 406 Coupé (1997-2005). Una delle pagine più felici della lunghissima collaborazione tra la Casa francese e Pininfarina, che adattò al pianale di una gradevole, ma ordinaria berlina, uno dei suoi disegni più puri: pochi tratti, tanta pulizia estetica, nessun orpello.

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Porsche 911 (dal 1963). Ecco un’auto talmente personale che… non ha fatto scuola: nessuno ha mai osato copiarla, nessuno neppur lontanamente ci si è ispirato. Bella dal debutto ai nostri giorni, è stata secondo noi particolarmente riuscita nella generazione 993 del 1993, l’ultima raffreddata ad aria, meglio ancora con carrozzeria Targa (nella foto).

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Range Rover (1970-1994). Prima di lei, fuoristrada significava mezzo di trasporto rozzo e robusto. Con questa station wagon gigantesca ad assetto rialzato le mulattiere assunsero il fascino della Croisette. Al suo successo planetario contribuì in modo determinante la linea molto elegante, tuttora piena di fascino.

Parlare di estetica delle automobili è appassionante. Piace a noi, come a voi che ci leggete. Abbiamo quindi pensato, dopo esserci dedicati ai modelli esteticamente meno felici, di rivolgere la nostra attenzione all’altra parte della barricata: alle auto più belle di sempre. 

Tutti i gusti son gusti. Scelta ancora più difficile, stavolta: perché - per la fortuna di tutti noi che viviamo di pane e auto - i capolavori sono molto più numerosi dei flop stilistici. Pertanto, vale nuovamente la premessa: l’estetica resta un campo soggettivo, per cui è altamente probabile che abbiamo dimenticato, evitato, comunque sia non compreso, l’auto dei vostri sogni. La gallery sopra vale, ovviamente, come invito al dibattito. 

Non solo sportive. Altra precisazione: qui parliamo di estetica pura. Pertanto, vetture innovative, tecnicamente avanzate o socialmente importanti non entrano in lista se non hanno il fondamentale requisito della bellezza. Tutt’al più, abbiamo cercato di “invitare” non solo coupé, spider e cabriolet (sarebbe stato troppo facile e persino un po’ noioso), ma anche berline; non solo auto di censo, ma anche popolari. Ultima nota: quella che leggerete non è una classifica, ma un elenco che segue un ordine semplicemente alfabetico. E che vi invitiamo ad arricchire con le vostre preferite.

Marco Visani