Rebadging - Stessa auto, ma con marchi diversi – FOTO GALLERY
Aston Martin Cygnet. L’unica citycar nella storia del marchio britannico viene prodotta dal 2011 al 2013. La sua commercializzazione avviene principalmente per abbassare la media delle emissioni del brand e rientrare così nei parametri comunitari.
Toyota iQ. Pur con qualche differenza, la Cygnet non è altro che il rebadging della Toyota iQ, venduta in Europa a partire dal 2009.
Citroën C2. Quest’auto francese, che non ha nulla a che vedere con l’omonimo modello europeo, viene costruita a partire dal 2006 negli stabilimenti Dongfeng-PSA dell’ormai tristemente nota città di Wuhan. La carrozzeria, come avrete intuito, è quella di un celebre modello Peugeot.
Peugeot 206. Proprio così: la Citroën C2 cinese è il rebadging dell’utilitaria del Leone.
Toyota Yaris. La versione per gli Usa della citycar Toyota è un’auto completamente diversa dalla Yaris che tutti noi conosciamo, ma il suo look non può non sembrarvi familiare.
Mazda 2. La Yaris americana, infatti, è una Mazda 2 rimarchiata. Del resto, l’utilitaria non fa parte della gamma a stelle e strisce del brand nipponico.
Iso Isetta. Ovvero, la celebre vettura della Iso di Bresso, progettata da Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi. Sebbene si tratti di un progetto italiano, la popolarità di quest’auto è legata soprattutto a un altro marchio.
BMW Isetta. La citycar a due posti, com’è noto, è forse l'auto più particolare della storia della BMW, che nel 1955 inizia produrla su licenza Isetta con un monocilindrico a quattro tempi da 250 cm3.
Fiat Multipla. Una delle più originali monovolume di sempre, è qui immortalata nella sua seconda generazione, in produzione dal 2004.
Zotye Multiplan. Proprio la seconda serie viene prodotta anche in Cina dalla Zotye per il mercato interno, a partire dal 2008.
Seat Panda. Sei anni prima della Marbella, a cui lascia il testimone, inizia in Spagna la produzione di questa vettura, venduta nel solo mercato interno.
Fiat Panda. Ovviamente, la Seat Panda è una produzione su licenza Fiat dell’omonima citycar disegnata da Giugiaro, nell’ambito del lungo rapporto di collaborazione tra la Casa spagnola e quella italiana.
Lancia Thema. Nel 2011 viene lanciata sul mercato la nuova ammiraglia del marchio italiano, che riprende il nome della celebre berlina prodotta dal 1984 al 1994. La sua riedizione moderna, tuttavia, non avrà grande successo, anche a causa di un design forse troppo americano.
Chrysler 300. Di fatto, la Lancia Thema, fuori listino dal 2014, costituisce la versione europea della Chrysler 300, tuttora in vendita in Nord America.
Citroën C1. La vettura, al debutto al Salone di Ginevra nel 2005, fa parte di un trittico di auto nate dalla joint venture tra il gruppo PSA e la Toyota.
Peugeot 107. Altro modello nato dalla collaborazione tra il gruppo francese e la Casa giapponese, viene prodotto come le sorelle a Kolìn, in Repubblica Ceca. Con la seconda generazione, al debutto nel 2014, cambierà nome in 108.
Toyota Aygo. Se la C1 e la 107 di prima generazione risultano pressoché identiche, salvo pochi dettagli, l’Aygo presenta invece differenze stilistiche più marcate. La seconda serie di ciascuna auto del trio porterà in dote maggiori caratterizzazioni estetiche, ma le tre vetture continueranno a condividere oltre il 90% delle componenti.
Audi 50. Questa vettura, prodotta tra il 1974 e il 1978, non riscuote un grande successo, a causa anche del costo ritenuto da molti un po’ eccessivo.
Volkswagen Polo. Ben più apprezzata dell’Audi 50 è la sua gemella a marchio Volkswagen, che nel 1975 dà il via alla lunga storia dell’utilitaria Polo.
Subaru BRZ. La riconoscete? Questa coupé 2+2, tuttora a listino, nasce da una collaborazione tra il marchio Subaru e la Toyota, che a sua volta dà vita a un modello pressoché identico.
Toyota GT86. Gemella della BRZ, viene anch’essa prodotta nello stabilimento Subaru di Ota, in Giappone.
Opel GT. Questa roadster dal nome storico viene prodotta a partire dal 2007 nello stabilimento americano di Wilmington, nel Delaware.
Pontiac Solstice. Nello stesso stabilimento di Wilmington viene prodotta anche quest’altra roadster: una vettura che, al di là delle differenze localizzate nel frontale e nel posteriore, può considerarsi gemella della Opel GT. La Saturn Sky, anch’essa assemblata sulle stesse linee produttive, e la Daewoo G2X, prodotta in Corea del Sud, sono invece del tutto identiche alla scoperta del marchio tedesco.
Vauxhall Lotus Carlton. Questa berlina sportiva, dotata di un motore sovralimentato di 3.6 litri da 377 CV, nasce dalla collaborazione tra la General Motors e il marchio Lotus.
Opel Omega Lotus. Come molti avranno intuito, la Lotus Carlton è la versione destinata al mercato britannico della più potente delle Omega.
Kia Elan. Il nome e il look, inconfondibili, di questa due posti prodotta tra il 1996 e il 1997 sono anche quelli di una celebre roadster europea.
Lotus Elan. La Kia Elan non è altro che la versione della spider britannica a marchio sudcoreano, che la produce su licenza Lotus dopo l’uscita di produzione della M100, ovvero della sua seconda e ultima serie.
Dodge Journey. Venduta anche in Italia dalla primavera del 2008 alla fine del 2010, questa Suv è presente ancora oggi nei listini statunitensi.
Fiat Freemont. Nel 2011, quando il marchio Dodge abbandona l’Europa, il gruppo FCA approfitta del restyling della vettura per reintrodurla sul mercato del Vecchio Continente con una riuscita operazione di rebadging.
Seat Exeo. La berlina spagnola, a listino dal 2009, è la versione a marchio Seat di un noto modello del gruppo Volkswagen.
Audi A4. Le linee della Seat Exeo, infatti, non nascondono l’origine del progetto, derivato da quello dell’A4 (B7), già sostituita dalla generazione successiva (B8) quando l’altra entra in produzione.
Fiat Sedici. Disegnata da Giorgetto Giugiaro, debutta nel 2005 come prima Suv del marchio Fiat. Il suo nome fa riferimento al 4x4, ma la vettura sarà disponibile anche con la sola trazione anteriore.
Suzuki SX4. Gemella della Fiat Sedici, con la quale peraltro condivide le linee di montaggio ungheresi di Esztergom, nasce nell’ambito della difficile alleanza tra il gruppo Fiat e la General Motors, che all’epoca del progetto controllava la Casa giapponese.
Lancia Voyager. Il nome non lascia dubbi: questa Lancia manda avanti in Europa la storia della Chrysler Voyager, la celebre monovolume americana.
Chrysler Town & Country. Eppure, quando la Voyager entra nel 2011 nei listini Lancia, approfittando del restyling del modello d’Oltreoceano, negli Usa il suo nome è stato già da tempo sostituito da Town & Country.
Dodge Grand Caravan. Se la Lancia Voyager e la Chrysler Town & Country non sono più in produzione da anni, questa loro gemella a marchio Dodge è invece ancora a listino in Nord America.
Mini. Dal 1959 al 2000, il piccolo capolavoro di sir Alec Issigonis viene prodotto in 5,3 milioni di esemplari. Un modello che, nel corso della sua lunga carriera, è stato prodotto su licenza anche da altri brand.
Innocenti Mini. Di fatto, la versione Innocenti è la più popolare tra le Mini rimarchiate, almeno per noi italiani. Prodotta dal 1965 al 1975, la vettura si fa notare per una qualità costruttiva superiore persino all’originale.
Daihatsu Charade. A listino anche in Italia dal 2011 al 2013, questa Daihatsu viene prodotta sulla base di una nota utilitaria della Toyota.
Toyota Yaris. Ed è proprio la seconda generazione di questo modello a essere sottoposta a un’operazione di puro rebadging, dalla quale nasce, appunto, la Charade.
Vauxhall VX 220. Anche i modelli senza fronzoli, nati per il puro piacere di guida, hanno i loro rebadging. Come questa vettura a marchio Vauxhall, con il quale da decenni vengono vendute le Opel sul suolo britannico.
Opel Speedster. Infatti, la VX 220 altri non è che la versione britannica della Opel Speedster. In realtà, quest’auto nasce già come modello d’Oltremanica, essendo prodotto dalla Lotus dal 2001 al 2006 con numerosi elementi di contatto con la Lotus Elise.
Seat 600. Ovvero, la mitica ''Seiscientos'', l’auto che ha motorizzato la Spagna. Il nome e il design non lasciano adito a dubbi: si tratta di un modello di origine italiana.
Fiat 600. Come facilmente intuibile, la Seiscientos è una produzione su licenza dell’italiana 600, uno dei più celebri modelli disegnati da Dante Giacosa.
Saab 9-2x. Prodotta dal 2004 al 2006 negli stabilimenti Subaru di Ota, in Giappone, è una vettura nata per diversificare la gamma del marchio svedese in Nord America.
Subaru Impreza Wagon. La 9-2x, come facilmente intuibile osservando l’immagine qui sopra, è una Impreza Wagon con poche modifiche alla carrozzeria.
Lancia Flavia Cabriolet. Un nome storico, per una delle sfortunate Lancia americane vendute nei primi anni dello scorso decennio.
Chrysler 200 Convertible. La Flavia Cabriolet non è altro che il rebadging della Chrysler 200 scoperta, a sua volta frutto di un corposo restyling della precedente Chrysler Sebring.
Fiat Ulysse. Questo modello del marchio torinese arriva sul mercato nel 1994 come proposta italiana della Sevel, la società nata nel 1978 dalla joint venture tra la Fiat e il gruppo PSA per la produzione congiunta di veicoli commerciali e, dagli anni 90, di automobili monovolume.
Lancia Z. Se la Ulysse è una proposta ''pop'', la Z è invece la sua gemella dal carattere più raffinato, tipicamente Lancia. La sua erede si chiamerà Phedra.
Peugeot 806. Come le sue sorelle, viene prodotta dal 1994 al 2002 in Francia a Valenciennes. In occasione della seconda serie verrà ribattezzata 807.
Citroën Evasion. La sua erede, anch’essa frutto della collaborazione tra i gruppi Fiat e PSA, avrà il nome di C-8.
Mitsubishi i-MiEV. In vendita al pubblico dal 2010, questa giapponese a emissioni zero (MiEV è l’acronimo di Mitsubishi innovative Electric Vehicle) ha due gemelle europee.
Peugeot iOn. Tra le due sorelle francesi della i-MiEV, figura questo modello con il marchio del Leone.
Citroën C-Zero. Quella delle tre gemelle elettriche non è l’unica collaborazione tra il gruppo PSA e il marchio Mitsubishi, che prima del debutto delle piccole monovolume a emissioni zero aveva già dato vita a un trittico di Suv costituito dai modelli Mitsubishi Outlander, Citroën C-Crosser e Peugeot 4007.
Volkswagen Sharan. Un’altra collaborazione per la produzione di monovolume è quella tra il gigante di Wolfsburg e la Ford, che dà vita nel 1995 alla prima generazione della Volkswagen Sharan e alle gemelle che vedrete nelle immagini successive.
Seat Alhambra. La prima, nel trio di proposte nate dagli accordi tra il gruppo Volkswagen e l’Ovale Blu, è una vettura della Casa di Martorell.
Ford Galaxy. Come le sue sorelle, questo modello del 1995 viene prodotto a Palmela, in Portogallo.
Fiat Fullback. Presentata nel 2016 come pick-up Fiat per il mercato europeo, questa proposta nasce dalla collaborazione con una nota Casa giapponese.
Mitsubishi L200. Il Fiat Fullback, infatti, è il rebadging della quinta generazione del noto pick-up del Costruttore nipponico, tra i più venduti di sempre.
Nella nostra galleria di immagini abbiamo raccolto una sessantina di esempi di auto affiancate da almeno una vettura gemella. Tra questi, potrete osservare dei modelli nati da accordi di collaborazione tra vari gruppi automobilistici, celebri produzioni su licenza o frutto di semplici strategie commerciali, magari orientate alla vendita di un prodotto con differenti marchi per ottimizzare la distribuzione sui vari mercati. Parliamo di rebadging, cioè di prodotti rimarchiati, al limite con qualche modifica estetica: non troverete quindi vetture come la Mazda MX-5 e la Fiat 124 Spider che, pur avendo molto in comune, presentano una carrozzeria ben differente, o quei modelli la cui vendita con brand diversi avviene per esaltare un temperamento più spiccato del mezzo rispetto all’auto d’origine, come avviene con le Abarth e le Cupra.