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Kei car
Le giapponesi bonsai, piccole e sfiziose - FOTO GALLERY

Alessandro Mirra
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Kei car - Le giapponesi bonsai, piccole e sfiziose - FOTO GALLERY

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Daihatsu Move Canbus. La carrozzeria da monovolume è tra le più gettonate tra le kei car, perché consente di massimizzare gli spazi in veicoli dalla lunghezza così limitata. Questo modello è tra i più riusciti, soprattutto con la livrea bicolore, che sembra ispirata al Volkswagen Bulli.

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Daihatsu Move Canbus. Come spesso accade su monovolume ben più grandi, nonché su altre kei car, la vettura è dotata di portiere posteriori scorrevoli. Quando non serve ampliare la capacità del baule, lo spazio per le gambe dei passeggeri in seconda fila è da record, se si fanno arretrare i loro sedili.

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Daihatsu Move Canbus. Il termine Canbus nasce dall’unione del verbo ''can'' (''potere'' in inglese) e del sostantivo ''bus'', che oltre ad avere il significato noto a tutti è anche uno dei nomi attribuiti al Volkswagen Bulli per il trasporto passeggeri.

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Honda S660. La più sportiva tra le kei car in vendita oggi è giunta a fine carriera: la sua produzione terminerà nel marzo 2022 con un ultimo lotto di 650 esemplari, di cui gli ultimi 50 non potranno essere prenotati poiché verranno assegnati per sorteggio.

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Honda S660. La carrozzeria è da tipica targa, con il montante-rollbar posteriore che integra il lunotto e il tetto scoperto sopra le teste degli occupanti. Quando è chiusa, la vettura si avvale di una classica capote di tessuto.

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Honda S660. Il motore del tre cilindri turbo da 660 cc – da qui il nome della vettura – è montato in posizione centrale, garantendo una ripartizione 45:55 della massa di 850 kg. L’auto passa da 0 a 100 km/h in 10 secondi.

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Suzuki Alto Lapin. Conosciuta anche semplicemente come Lapin, è alla sua terza generazione. Nel dicembre di sei anni, fa questa serie ha vinto in patria il Grand Prize of the Auto Color Awards 2015-2016, assegnato ogni anno dalla Japan Fashion Color Association (JAFCA) alle vetture che si distinguono per la scelta dei colori.

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Suzuki Alto Lapin. In particolare, con la sua livrea lattementa-bianco, questa citycar fa tornare alla mente la mitica Nissan Figaro, una instant classic dal look rétro, lanciata in Giappone 30 anni fa.

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Nissan Dayz. E, a proposito di Nissan, ecco la sua mini monovolume per il mercato giapponese, sviluppata in collaborazione con la Mitsubishi e declinata in due varianti: quella ordinaria e la più modaiola e colorata Highway Star della foto.

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Nissan Dayz. L’abitacolo della vettura è qui caratterizzato da una bella plancia colorata e da un ambiente molto chiaro, tipico di numerose vetture giapponesi pensate per il mercato interno.

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Nissan Dayz. L’auto adotta anche il sistema Nissan ProPilot, che noi europei conosciamo per la sua presenza su modelli più grandi. Si tratta di un Adas di livello 2 che implementa il cruise control adattivo con il lane assist.

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Daihatsu Taft. Una kei car con un look che ricorda celebri fuoristrada dalle dimensioni ben più generose. Del resto, questa vettura bonsai è disponibile anche con la trazione 4x4.

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Daihatsu Taft. Parliamo quindi di un’auto per gli spostamenti urbani che, all’occorrenza, può tornare utile nel tempo libero. La cilindra è di 660 cc, cioè da tipica kei car.

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Honda N-One. Forse la più famosa tra le kei car oggi in vendita, ha fatto il suo esordio ormai quasi dieci anni fa, nel 2012. La nuova generazione, svelata verso la fine 2020, rimane fedele (anche troppo) allo stile della serie precedente, a sua volta ispirata alla storica N360 da cui trae spunto persino l’elettrica Honda e.

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Honda N-One. L’abitacolo dell’auto è stato aggiornato con una plancia dal design più moderno e arricchita dal sistema d’infotainment.

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Honda N-One. La vettura è stata insignita con il titolo di ''Kei car dell’anno'' nell’ambito del Japan Car of the Year 2021-2022.

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Suzuki Hustler. Altra kei car dal look fuoristradistico, adotta un propulsore di 660 cc con tecnologia mild hybrid, ormai una specialità della Casa giapponese. La sua gemella a marchio Mazda è stata battezzata Flair Crossover.

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Suzuki Hustler. Anche in questo caso, il look della vettura non nasconde una moderata vocazione off-road: l'auto può avere persino la trazione integrale con giunto viscoso.

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Mitsubishi EK. Sviluppata in collaborazione con la Nissan nell’ambito del progetto che ha dato vita anche alla Dayz, è una tipica kei car con silhouette da monovolume, ma dal look piuttosto aggressivo nella variante X della foto.

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Mitsubishi EK. La X, in particolare, è quella che più di tutte segue i canoni stilistici del Dynamic Shield design della Mitsubishi, adottato anche dalle Suv vendute in Italia.

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Honda N-Box. Altro modello della famiglia N della Honda, adotta anch’esso una carrozzeria da monovolume da città. Quella nella foto è la variante Custom, caratterizzata da un look più giovanile rispetto alle altre N-Box.

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Honda N-Box. Oltre a essere stata per alcuni anni l’auto più venduta in Giappone, questa vettura si mantiene stabilmente in cima alla classifica delle kei car più vendute in patria, dove ne sono stati piazzati circa 2,1 milioni di esemplari dal 2011 a oggi.

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Toyota Pixis Joy. Si tratta forse del più sfizioso tra i modelli della gamma Pixis, di fatto una famiglia di kei car a marchio Toyota.

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Daihatsu Cast. La Pixis Joy è in realtà un rebadging della Daihatsu Cast, in particolare della sua variante Activa, il cui design ricorda quello di alcuni celebri modelli europei.

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Honda N-WGN. Altro modello serie N della Honda, è stato rinnovato nel 2019 con alcuni importanti aggiornamenti anche in termini di assistenza alla guida. In particolare, al lancio è risultata la prima kei car giapponese ad essere offerta con un sistema anticollisione capace di rilevare anche i ciclisti.

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Honda N-WGN. Nel giugno 2021 la famiglia N della Honda, inaugurata nel 2011 con la N-Box, ha superato il traguardo di tre milioni di esemplari venduti.

Le Case, si sa, stanno abbandonando i modelli entry level, che hanno in genere margini di guadagno piuttosto ridotti sulla singola unità al contrario di mezzi più grandi e gettonati. Ecco perché, nonostante il loro successo su alcuni mercati - a cominciare da quello italiano - le economiche citycar sono ormai merce rara tra i listini: fanno eccezione le elettriche, tra cui non mancano novità, anche se ben più costose.

Ampia scelta. In Giappone, al contrario, chi desidera una citycar a benzina può beneficiare di un’ampia offerta di modelli pensati per il mercato interno, quasi tutti con una lunghezza che non arriva a 3,4 metri. Del resto, le dimensioni ridotte e la cilindrata non superiore a 660 cc sono alcuni dei parametri che la legislazione nipponica offre ai costruttori per identificare le loro auto bonsai come kei car, vetture alle quali sono riservati vantaggi fiscali e assicurativi. Alcune loro declinazioni, colorate e sfiziose, farebbero la felicità degli automobilisti dei centri italiani dove il traffico e le strade strette abbondano, al contrario dei parcheggi. Abbiamo raccolto alcuni esempi nella nostra galleria d’immagini, in occasione dell’imminente Tokyo Auto Salon 2022.