Ferrari 456 - L’eleganza secondo Maranello - FOTO GALLERY
L’esordio. La Ferrari 456 GT viene svelata alla stampa nel settembre del 1992, in occasione della cena di gala al Palais Cinquantennaire di Bruxelles per il quarantesimo anniversario del Garage Francorchamps, celebre dealer belga del Cavallino. Si tratta di una granturismo 2+2 dalla linea molto elegante, ideata per l’atelier Pininfarina dal designer Pietro Camardella.
L’ispirazione. La 456 trae ispirazione dalla 356 GTB/4 Daytona. In particolare, a richiamare la gloriosa Ferrari d’antan è il cofano lungo con i fari a scomparsa – a sua volta ispirato alla precedente 257 GTB – così come la linea di coda e l’abitacolo collocato in posizione arretrata.
Sulla rivista. La vettura, in tutto il suo splendore, appare sulla copertina di Quattroruote di ottobre del 1992, cioè quando viene mostrata al grande pubblico del Salone di Parigi. Si tratta dell’unico caso tra ben 801 numeri pubblicati finora di una Ferrari protagonista della nostra cover del mese.
Appagante. Nella foto, l’abitacolo della 456 GT, opulento e confortevole come si confà a una vera granturismo, nonché tra i più ''avvolgenti'' nella storia delle 2+2 di Maranello, ma con un posto guida che non tradisce l’indole sportiva dell’auto.
Un re al volante. E a proposito di posto guida, ecco la plancia della vettura, con i caratteristici cinque strumenti circolari sulla console e l’illuminazione verde, tipicamente anni 90.
Dimensioni e materiali nobili. L’auto è lunga come una vera ammiraglia dell’epoca, cioè 4,73 metri, presenta una larghezza di 1,92 metri e un’altezza di 1,30. Il passo, invece, misura 2,60 metri. Molti pannelli della carrozzeria sono d’alluminio, mentre la zona anteriore e quella posteriore del veicolo adottano materiali compositi.
Ai raggi X. La 456 GT impiega un telaio tubolare d’acciaio e un motore V12 da 442 CV con angolo di 65°. La cilindrata totale è di 5.474 cc, mentre quella unitaria si ferma a 456 cc, da qui la scelta di tale nome per l’auto. Avantreno e retrotreno adottano sospensioni a quadrilateri deformabili con molle elicoidali, barra antirollio e ammortizzatori oleopneumatici a taratura programmabile.
Anche automatica. La collocazione del cambio, unito al differenziale, segue lo schema transaxle, come sulla Daytona, per una migliore ripartizione dei pesi. E a proposito di cambio, sulla variante GTA quello manuale a sei marce viene rimpiazzato da una trasmissione automatica a quattro rapporti.
L’aggiornamento. Dopo le 456 GT e GTA – prodotte, rispettivamente, in 1.548 e 403 esemplari fino al 1998 – è il turno della 456M GT, dove la M sta per ''Modificata'', sebbene il suo progetto apporti solo lievi cambiamenti al modello da cui deriva. Del resto, perché stravolgere un’auto così riuscita?
Nuovo stile. La vettura presenta diversi aggiornamenti estetici, tra cui il cofano motore di nuovo disegno, così come il paraurti anteriore. Se il primo rinuncia ora agli sfiati, quest’ultimo adotta una calandra più larga che ingloba i fendinebbia, da cui sono stati separati gli indicatori di direzione.
Modifiche di dettaglio. Cambia anche il paraurti posteriore, il cui estrattore è ora più largo e sembra inglobare ''visivamente'' gli scarichi dell’auto. Sotto pelle si segnala invece una diversa taratura delle sospensioni.
Ambiente più sportivo. Con gli aggiornamenti l’abitacolo si fa più dinamico e moderno, soprattutto grazie alle bocchette circolari del climatizzatore con cornice cromata, che sostituiscono quelle rettangolari, e al volante a tre razze. Migliora l’insonorizzazione.
Anche automatica. Nella foto, l’abitacolo della 456M GTA con il cambio automatico a quattro rapporti già visto sulle GTA precedenti al restyling.
Doppio colore per Schumi. L’esemplare nella foto, realizzato per Michael Schumacher e battezzato Bicolore Scaglietti, viene presentato al Salone di Ginevra del 2002. Si tratta di un esempio di personalizzazione del programma di car tailoring ''Carrozzeria Scaglietti'', a cui all’epoca fa affidamento il 90% dei clienti del Cavallino.
Fine produzione. Nel 2003 cessa la produzione delle 456M GT e GTA, assemblate rispettivamente in 672 e 662 unità. In totale, sono 3.285 le 456 prodotte in circa nove anni di vita.
Abbandonati gli spigoli del decennio precedente, negli anni 90 il design della Ferrari recupera le forme morbide di alcuni grandi capolavori del passato, talvolta reinterpretandoli in chiave moderna, ma senza alcun eccesso rétro. Nasce così nel 1992 la 456 GT, una delle più eleganti e riuscite granturismo del Cavallino, tanto da mantenere intatto il suo fascino a quasi 30 anni dal suo debutto commerciale. Ne parliamo con maggiori dettagli nella nostra galleria d’immagini, dove troverete la storia e le caratteristiche della 2+2 di Maranello.