Lancia - La Delta "dimenticata" - FOTO GALLERY
Il contesto. Nei primi anni 90 è ancora forte l’immagine della Lancia Delta di prima generazione, grazie ai successi che continua a mietere l’HF Integrale nel Campionato del mondo rally: insieme alla precedente Delta HF 4WD, saranno ben sei i titoli Costruttori consecutivi (dal 1987 al 1992) conquistati, più i quattro piloti, tra Kankkunen (1987, 1991) e Biasion (1988, 1989). Senza contare i campionati europei e nazionali.
Datata. Tuttavia, se la HF Integrale ha ancora appeal sul mercato (rimarrà a listino fino al 1995), nei primi anni 90 la Delta ''ordinaria'' sente il peso dell’età: prima (e finora unica) Lancia premiata con il titolo di Auto dell’Anno, nel 1980, la hatch è a listino dall’ormai lontano 1979, seppur aggiornata a più riprese. Ecco perché già da tempo la Casa di Torino ha in programma di sostituirla con una nuova generazione.
Nuovo capitolo. La seconda serie della Delta arriva finalmente nel 1993, quando il marchio torinese si è ormai defilato dagli impegni sportivi. Le prime foto e informazioni ufficiali della vettura vengono diffuse a fine gennaio: il design, com’è evidente, riprende il nuovo corso stilistico inaugurato dalla più grande Dedra, ma rispetto alla sedan i gruppi ottici anteriori sono più sottili.
Diversa. Dunque, rispetto alla vecchia generazione, il design cambia in modo piuttosto profondo, virando verso forme più tondeggianti: confermati, in ogni caso, la silhouette a due volumi, il lunotto posteriore piuttosto spiovente e la coda tronca.
Compatta. La vettura è lunga 4,01 metri, larga 1,7 e alta 1,40, con un passo di 2,54 metri. Con questi numeri si può parlare all’epoca di dimensioni da tipica segmento C, mentre oggi la Delta verrebbe annoverata tra le utilitarie.
Eleganza italiana. Seppure la Lancia, nonostante l’addio ai rally, tenga ancora all’immagine sportiva della Delta, la Casa non rinuncia a dotare l’auto di interni raffinati, in linea con il resto della gamma. Del resto, bisogna distinguersi nel segmento C, che all’epoca annovera ben 18 modelli e circa 70 versioni. Il che giustifica l’investimento di ben 700 miliardi di lire su questo modello.
I propulsori. La Delta II viene presentata al Salone di Ginevra, per poi arrivare negli showroom a maggio, quando vengono aperte le vendite, con prezzi che in Italia partono da poco più di 21 milioni di lire. Le motorizzazioni disponibili al lancio, tutte a benzina, sono i quattro cilindri da 1.6 litri e 75 CV, 1.8 litri da 103 CV e 2.0 16V da 139 CV, come quello dell’esemplare nella foto. Il 1.9 turbodiesel da 90 CV arriverà nel 1994.
Su Quattroruote. Poco prima del suo arrivo degli showroom, la Delta conquista la copertina di Quattroruote di aprile del 1993. Al lancio i suoi ordini sono promettenti, con oltre 10 mila prenotazioni e 3.700 unità già consegnate sul mercato italiano. Tale cifra salirà a 40 mila nell’aprile del 1994, quando si conclude il primo anno di vendite. È il climatizzatore l’optional più richiesto: lo sceglie il 44% dei clienti, con una punta del 90% sulle versioni equipaggiate con il motore 2.0 litri.
La più potente. In autunno si aggiunge alla gamma la più potente versione turbo HF, molto attesa dagli appassionati. Il motore è un quattro cilindri 2.0 litri da 186 CV, sovralimentato con turbina Garrett T3, che consente alla vettura di toccare i 220 km/h di velocità di punta e di accelerare da 0 a 100 km/h in 7,5 secondi. L’allestimento LS porta in dote sulla HF anche le sospensioni a smorzamento controllato.
Look sportivo. Anche per piacere ai più giovani, esordisce nel 1995 la variante HPE della Delta, la cui produzione è stata nel frattempo spostata da Pomigliano d’Arco a Rivalta. Oltre che per le due portiere in meno, tale variante differisce per la calandra, dotata di una cornice più spessa e in tinta con la carrozzeria. La sigla HPE, già impiegata per una celebre variante shooting brake della Beta anni 70, è l’acronimo di High Performance Estate (in seguito, Executive).
Ai raggi X. Lo spaccato della nuova HPE in versione HF, che ricalca le soluzioni della variante a cinque porte, con sospensioni a ruote indipendenti: a schema MacPherson davanti, e con un telaietto ausiliario, dietro. Nessuna Delta II, al contrario della precedente, adotterà la trazione integrale.
Il confronto. Il lancio della Delta HPE è anche l’occasione per un doppio test con una rivale ben più costosa, la BMW 318ti Compact, che di listino supera i 42 milioni di lire contro i circa 31 milioni e mezzo dell’italiana in versione 2.0 i.e. 16V. Quanto alle prestazioni prevale, seppur di poco, la bavarese, ma la Delta vanta una migliore tenuta di strada.
Le novità. Se il 1996 segna nella gamma Delta il debutto dell’unità 1.6 Torque 16V, nonché dell’1.8 16V di Pratola Serra, il 1997 è l’anno di un moderato restyling, riconoscibile da paraurti, minigonne e specchietti in tinta con la carrozzeria.
Tante modifiche. Sebbene possa apparire un aggiornamento moderato, quello del 1997 porta in dote tante migliorie e modifiche, a cominciare dalle sospensioni, che diventano quelle della Fiat Marea. La gamma motori si riduce a tre sole unità sulla cinque porte (il 1.6 Torque da 103 CV, il 1.8 ''Pratola Serra'' da 130 CV della Fiat Barchetta e il 1.9 TD da 90), adottate anche dalla HPE. Nella gamma di quest’ultima si aggiunge il 2.0 Turbo da 193 CV della HF.
Niente common rail. Curiosamente, il gruppo Fiat decide di non dotare la Delta dei nuovi motori diesel common rail JTD, montati per la prima volta sull’Alfa Romeo 156 e in seguito proposti anche sulle altre segmento C del gruppo torinese, cioè nella gamma 145/146 e Bravo/Brava.
Fine produzione. Anche per questo, nonostante un esordio promettente, la Delta esce di produzione nel 1999 dopo circa 138 mila unità, di cui 20.503 sono rappresentate dalla variante HPE: numeri ben al di sotto delle aspettative dei vertici di Torino, che a regime prevedevano di piazzarne 60 mila all’anno.
L’erede. Per vedere una Lancia di terza generazione si dovrà attendere il 2008. La vettura, che farà bella mostra di sé per le strade di Roma nella pellicola ''Angeli e Demoni'', risulterà un prodotto ben diverso dalle due precedenti serie: più grande ed elegante, persino opulento in alcuni allestimenti, ma con poche velleità sportive, nonostante la presenza in gamma di motorizzazioni 1.8 da 200 CV.
C’è grande attesa per la nuova Lancia Delta elettrica, il cui esordio è previsto per ill 2028. La vettura, del resto, si ispirerà alla mitica hatchback che, tra l'altro, fece incetta di titoli mondiali nei rally tra il 1987 e il 1992, senza dimenticare i successi europei e nazionali. Per gli appassionati di automobili, non a caso, è lei la Delta per antonomasia, tanto che le sue glorie sportive e commerciali offuscano ancora oggi il ricordo della seconda generazione, nata nel 1993 in coincidenza con l’addio al programma sportivo del marchio torinese. Di essa vennero diffuse le prime foto 30 anni fa, alla fine di gennaio del 1993, anticipando di qualche settimana il suo esordio al Salone di Ginevra, per poi conoscere numeri di vendita ben al di sotto delle aspettative, nonostante un buon avvio degli ordini nei primi dodici mesi di vita commerciale. Ne parliamo con maggiore dettaglio nella nostra galleria d’immagini, dove ripercorriamo la storia e le caratteristiche della Delta “dimenticata”.