Fiat - 125 anni di storia italiana - FOTO GALLERY
Fiat 508 Balilla 3 Marce (1932). Ha storicamente segnato l’inizio della motorizzazione di massa in Italia: per la Fiat rimane l’auto “più popolare fin dalla sua fondazione”. È stata prodotta fino al 1939 in tre varianti di carrozzeria.
Fiat 508 Balilla 3 Marce (1932). Il primo modello, che ospitava quattro persone, montava un quattro cilindri da 995 cc di cilindrata e 20 CV, accoppiato a un cambio a tre marce (non sincronizzate). Trazione posteriore, telaio a longheroni e traverse, con freni a tamburo su tutte e quattro le ruote, con comando idraulico.
Fiat 500 A Furgone (1936). La Fiat ha sempre prestato attenzione alle esigenze di mobilità degli artigiani e delle piccole realtà produttive, e già dagli anni Trenta ha cominciato a produrre varianti Van della 500 A Topolino. Il modello di queste foto veniva utilizzato per le consegne di vini in Piemonte.
Fiat 500C Topolino (1949). Una delle più celebri Fiat di sempre è anche il primo progetto dell’ingegner Dante Giacosa, a cui venne dato l’incarico di realizzare un’auto piccola ed economica. La Topolino è diventata un'icona conosciuta in tutto il mondo.
Fiat 500C Topolino (1949). La terza generazione della Topolino venne prodotta a partire dal 1949, e fu oggetto di quello che oggi chiameremmo facelift, con un cambio radicale della carrozzeria, resa più moderna: fari incassati nei parafanghi e ruota di scorta nel bagagliaio invece che a vista sul baule. Fu prodotta anche nelle versioni Furgoncino e Trasformabile, col tetto di tela ripiegabile all’indietro.
Fiat 8V (1952). Un progetto nato inizialmente con l’idea di dar vita a un’auto adatta al mercato nordamericano, che in seguito si trasformò nel tentativo di rilanciare l’immagine sportiva del marchio. Il design venne firmato da Luigi Fabio Rapi, che già aveva progettato la Isotta Fraschini, mentre la produzione venne affidata alle Carrozzerie Speciali della Fiat.
Fiat 8V (1952). L’auto ebbe uno scarso successo commerciale, anche per l’elevato costo finale. Gli ultimi esemplari del 1954, come quello in foto, avevano la carrozzeria di vetroresina e il motore portato a 125 CV di potenza. In tutto ne vennero costruite 114, comprese quelle firmate dai più importanti carrozzieri dell’epoca, da Zagato a Ghia.
Fiat 600 (1955). La prima utilitaria con quattro posti ''veri'', venduta a un prezzo inferiore rispetto alla 500 Topolino, è anche il primo modello della Fiat con motore posteriore. È stata prodotta dal 1955 al 1969, anche in Serbia, Spagna e Argentina. Solo in Italia ne sono state realizzate più di due milioni e mezzo di unità.
Fiat 600 (1955). Progettata ancora una volta da Dante Giacosa, montava un motore da 633 cc con 21,5 CV, che spingeva l’auto fino a 95 km orari. Le prime versioni avevano le portiere incernierate posteriormente che si aprivano controvento.
Fiat Nuova 500 (1957). L’auto che più di tutte simboleggia la motorizzazione di massa nel nostro Paese, è giustamente definita dalla stessa Fiat ''il grande capolavoro di Dante Giacosa''. Nata durante il boom economico, è stata prodotta ininterrottamente per 18 anni.
Fiat 850T Autocarro (1964). Nato come evoluzione del 600T, di questo veicolo commerciale venne realizzata anche una variante dedicata al trasporto passeggeri, chiamata Familiare, che oggi definiremmo monovolume, capace di portare fino a 7 persone in uno spazio davvero esiguo. Venne prodotto dal 1964 al 1976.
Fiat 850T Familiare (1964). Le prime versioni montavano un motore da 843 cc derivato dalla Fiat 127, con una potenza massima di 34 CV. Negli anni successivi la cilindrata fu portata a 903 cc, e sulla versione Familiare si arrivò fino a 45 CV.
Fiat 600D Multipla (1956). La prima auto a sei posti grande come una citycar e la prima monovolume prodotta in serie. Progettata ancora una volta da Dante Giacosa, fece da base anche per il furgone 600T, da cui sarebbe derivato l’850T. La versione a sei posti aveva due panchette posteriori ripiegabili: una volta chiuse si otteneva un piano di carico lungo quasi 1,8 metri.
Fiat 600D Multipla (1956). La versione taxi, con carrozzeria bicolore verde scuro e nero, aveva un posto solo davanti per il conducente, accanto al quale era stato ricavato uno spazio per i bagagli; dietro il divano posteriore erano collocati due strapuntini per eventuali passeggeri extra. Il motore era un 633 cc, portato a 767 cc a partire dal 1960.
Fiat 238 Ambulanza (1967). L’introduzione della trazione anteriore ha permesso di eliminare l’albero della trasmissione longitudinale e il differenziale posteriore, liberando così spazio per il pianale di carico. A renderla adatta al servizio di soccorso anche la carrozzeria ben sagomata, che assicurava una buona capacità di carico.
Fiat 124 Sport Spider 1600 (1966). La versione cabriolet della popolare 124, prodotta dal 1966 al 1985, è stata un successo principalmente negli Stati Uniti d’America, anche grazie allo stile ''semplice e personale'' firmato Tom Tjaarda per Pininfarina. Il motore era un bialbero di 1.438 cc, portato a 1.608 nel 1970, con la potenza aumentata da 89 a 110 CV. Negli anni Novanta venne realizzata la Volumex sovralimentata da 135 CV.
Fiat 124 Familiare (1966). Progettata da Giacosa, nasceva per sostituire la 1.300, giunta al termine del suo ciclo produttivo. Inizialmente disponibile solo come berlina a quattro porte, proponeva soluzioni abbastanza classiche per l’epoca, dalla trazione posteriore al retrotreno ad assale rigido, ma con un innovativo impianto frenante con quattro dischi.
Fiat 124 (1966). Nuovo anche il motore, un 1.2 da 60 CV abbinato a un manuale a quattro marce, che nella prova su Quattroruote (maggio 1966) è riuscito a raggiungere i 146 km/h (contro i 140 dichiarati), e a completare lo 0-100 in 13,7 secondi. Pensando all’uso che ne sarebbe stato fatto, la familiare aveva un rapporto al ponte più corto per migliorare la ripresa a pieno carico, a discapito della velocità massima.
Fiat 126 (1972). La ''piccola'' che ha raccolto l’eredità della Fiat 500, ma con linee più razionali e una meccanica molto semplice, ereditata dal Cinquino che andava a sostituire. Fu prodotta in più di quattro milioni e mezzo di esemplari, dal 1972 al 2000.
Fiat Panda 30 (1980). Un progetto che la stessa Fiat definisce ''rivoluzionario'' e che ha dato vita a un’auto semplice e versatile, diventata negli anni paradigma di praticità e funzionalità. Alcuni elementi sono stati ripresi negli anni dalle generazioni successive, anche nell’ultima Grande Panda. Disegnata da Giorgetto Giugiaro, nella sua prima incarnazione la Panda 30 era mossa dal bicilindrico da 652 cc della 126, mentre la Panda 45 montava il 903 cc della 127.
Fiat Panda 30 (1980). Prodotta in oltre otto milioni e mezzo di esemplari in più di quarant’anni di carriera, la primissima Panda è stata anche un’auto dai tanti primati: la prima citycar a montare la trazione integrale, nel 1983, e la prima con motore a gasolio nel 1986; è stata anche una delle prime automobili elettriche messe in commercio, con la versione Elettra del 1990, con motore da 19 CV e un’autonomia di un centinaio di chilometri.
Fiat Cinquecento (1991). Il nome era quello - scritto per esteso - della storica utilitaria di Giacosa, ma per il resto era un’auto completamente diversa, con linee squadrate e coda verticale. Progettata dal Centro Stile di Torino, è stata la prima Fiat a essere costruita esclusivamente a Tychy, in Polonia. La versione Economy Drive montava il bicilindrico da 704 cc derivato dalla Fiat 126 Bis, con il quale raggiungeva la velocità massima di 127 km/h.
Fiat Uno (1983). Nata inizialmente come sostituta per la Autobianchi A112, è stata disegnata da Giorgetto Giugiaro: un’auto compatta, dalle linee moderne, e con una grande abitabilità in relazione alle dimensioni. Prodotta dal 1983 al 1995, è ancora oggi una delle auto italiane più vendute in assoluto: sono quasi dieci milioni gli esemplari commercializzati in tutto il mondo.
Fiat Uno (1983). Presentata alla stampa nel 1983 a Cape Canaveral, è stata e oggetto di una famosissima campagna promozionale disegnata da Forattini. Nel 1989 è arrivata la seconda serie, con un restyling che adottava gli stilemi delle altre Fiat di quegli anni, come la calandra e i gruppi ottici più sottili.
Fiat Punto (1993). Come la Uno, che era destinata a sostituire, è nata dalla matita di Giorgetto Giugiaro, che per questa vettura si è aggiudicato il Compasso d’Oro. Nel 1995 la Punto ha vinto il premio di Auto dell'anno. Dal punto di vista stilistico è una rivoluzione per il segmento, con il parabrezza molto inclinato e i finestrini avvolgenti, interrotti dai fari posteriori alti e a sviluppo verticale.
Fiat Multipla (1998). Una delle auto che continua a dividere tra appassionati e detrattori: nel 1999 è stata esposta al MoMA di New York per rappresentare le “vetture del nuovo millennio”. È stata prodotta dal 1998 al 2010 (la seconda generazione ne ha un po’ ingentilito l’aspetto) in quasi 350 mila esemplari.
La Fiat ha festeggiato i suoi primi 125 anni (è stata fondata nel 1989 come “Società Anonima Fabbrica Italiana di Automobili - Torino") presentando ufficialmente la Grande Panda, la serie limitata Giorgio Armani per la 500e e i prossimi modelli in arrivo, mostrati in un video ancora pixelato. Nel corso della giornata sono poi sfilati sulla pista del Lingotto alcuni tra i più celebri, importanti e indimenticabili modelli della Fiat: pezzi di storia, recente e meno, che vi riproponiamo nela gallery che potete sfogliare qui sopra.