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Lancia
Una storia lunga 110 anni - FOTO GALLERY

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Vincenzo Lancia (1881-1937). Il fondatore, figlio di un industriale della Val di Sesia, collaudatore Fiat, apre la sua prima "boita" (in piemontese bottega, officina) in via Ormea, a Torino. E nel 1911 la trasferisce in Borgo San Paolo.​

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Alpha (1907). Quattro cilindri, 2.5 litri, 24 CV e 90 km/h di velocità massima. La prima Lancia si chiamava 12 HP (la potenza fiscale), ma successivamente fu ribattezzata Alpha. Ne furono prodotti 108 esemplari.​

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Lambda (1922). Porta al debutto, fra l'altro, la scocca portante, le sospensioni anteriori indipendenti a cannocchiali e l’albero di trasmissione dentro l’abitacolo per abbassare il baricentro.​

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Aprilia (1936). L’ultima progettata con "monsù" Vincenzo in vita: carrozzeria aerodinamica e quattro ruote indipendenti si aggiungono ai primati della Lambda. La scheda tecnica parla di un V4 di 1.3 litri, da 48 CV e di una velocità massima di 126 km/h.​

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Aurelia (1950). Debutto col botto per il dopoguerra, con il primo V6 al mondo, cambio posteriore in blocco con il differenziale per una migliore ripartizione dei pesi e sospensioni indipendenti.​

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Aurelia B24 (1954). La celebre protagonista del film "Il sorpasso" con Vittorio Gassman. Stile Pininfarina, meccanica della serie Aurelia potenziata: 2.5 litri, 118 CV e 185 km/h.​

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Appia (1959). Questa è la terza serie della “piccola” nata nel 1953. È l’ultima Lancia con le porte ad armadio, senza montante centrale, e anche la prima prodotta in 100 mila esemplari.​

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Flaminia Convertibile (1960). L’evoluzione meccanica della B24, con un elegantissimo “vestito” del couturier Touring Superleggera di Milano. Dal 1963 con motore di 2.8 litri.​

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Flavia (1960). Ennesima rivoluzione: trazione anteriore, motore quattro cilindri boxer, quattro freni a disco: tutte cose su cui nessun costruttore italiano si era mai lanciato. Opera di Antonio Fessia.​

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Fulvia (1963). Quella nella foto è una seconda serie del 1969. Riprende il tutto avanti della Flavia, con dimensioni più contenute e motore V4. Costruita nella nuova fabbrica di Chivasso.​

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Fulvia Coupé (1965). Ispirata, nel suo finissimo design, a uno scafo, farà da base alle versioni che sbancheranno nei rally. Dopo gli anni in cui, alla Lancia, parlare di corse era un tabù.​

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Beta (1972). Prima Lancia dell’era Fiat, è una due volumi aerodinamica. I motori sono gli stessi della 132, ma con trazione anteriore e, per la prima volta su una Lancia, montaggio trasversale.​

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Gamma Coupé (1976). Opera di Aldo Brovarone per Pininfarina, è considerata tra le coupé più belle mai disegnate. Motore quattro cilindri boxer di 2.0 e 2.5 litri, piuttosto fragile, specie all’inizio.​

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Delta (1979). Uno dei capolavori di Giugiaro. Con la classe delle Lancia “di una volta”, servirà per lo sviluppo della Integrale, plurivittoriosa nei rally degli anni Ottanta. Durerà sino al 1995.​

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Prisma (1982). Era la versione a tre volumi della Delta, ma fatta talmente bene da mantenere una personalità tutta sua: quasi 400 mila vetture in sette anni. E fu la prima Lancia a montare un diesel.​

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Thema (1984). Ennesimo modello della Italdesign, sbaragliò la concorrenza delle tedesche nel settore delle ammiraglie. Ne furono prodotte un numero 22 volte superiore a quello della gamma che la precedette.​

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​Y (1995). Sostituiva la Y10, che in Italia fu l’ultima Autobianchi. Stile originalissimo, dovuto a Enrico Fumia, strumentazione centrale e il Kaleidos, cioè la possibilità di scegliere tra 112 colori.

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Lybra (1999). L’ultima media della Lancia e l’unica proposta fin da subito con carrozzeria sia berlina sia station, che, seguendo la moda del tempo, sarebbe diventata la preferita.​

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Ypsilon (2003). L’ha disegnata Flavio Manzoni, oggi capo del design Ferrari. C’è una certa ispirazione all’Ardea del 1939. È stata l’ultima vettura costruita a Termini Imerese, in Sicilia.​

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Musa (2004). Per anni è stata l’alternativa italiana alla Classe A. Remake elegante della Fiat Idea, è stata l’ultima Lancia costruita a Mirafiori, dunque a Torino, sino al 2012.​

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Thema (2011). Rappresenta il tentativo, non premiato dal mercato, di adattare al marchio Lancia un modello Chrysler (la 300). Ha trovato pubblico soprattutto nelle amministrazioni.​

27 novembre 1906. A Torino, davanti al notaio Ernesto Torretta, Vincenzo Lancia e Claudio Fogolin fondano la Lancia & C. con un capitale sociale di 100 mila lire equamente suddiviso. Sono trascorsi esattamente 110 anni da quel giorno e tanta acqua è passata sotto i ponti. Tre gestioni industriali (la famiglia Lancia, Pesenti, la Fiat), periodi particolarmente fertili alternati ad altri difficili, auto in gran parte dei casi innovative. Per festeggiare la ricorrenza, ecco una gallery di alcuni dei modelli stradali più significativi della lunga storia del marchio.

Marco Visani