Passione Quattroruote
Un nuovo volume dedicato alla Honda
Modelli iconici, innovazioni tecnologiche, successi ai massimi livelli del motorsport. La storia della Honda, che inizia con una semplice bicicletta dotata dal suo fondatore Soichiro di un piccolo propulsore per soddisfare le esigenze primarie di mobilità del Giappone prostrato dalla seconda guerra mondiale, è ricca di pagine importanti dell’evoluzione dell’automobile. Ed è per questo che abbiamo voluto dedicarle un volume della collana Passione Quattroruote, disponibile con il numero di giugno della rivista.
Tempi moderni. “Honda: innovazione, sport e modelli iconici da Soichiro ai giorni nostri” offre, in 160 pagine, un’ampia rilettura della storia di questa Casa giapponese che ha offerto contributi importanti allo sviluppo di soluzioni tecnologiche applicate alle vetture da competizione e stradali. La cavalcata parte dai giorni nostri che vedono la Honda, come gli altri costruttori, impegnata nel processo di elettrificazione della propria gamma. Ma se la “e” full electric è il frutto più recente di questo sforzo, la ricerca del brand nel campo delle ibride ha radici più lontane, risalendo alla fine degli anni 90 come dimostra la produzione di un modello d’indubbia originalità come la Insight. Punta di diamante della doppia propulsione per la Honda è, da qualche anno, la supersportiva NSX, che richiama l’omonimo modello della fine degli anni 80 dandone un’interpretazione più ecofriendly al passo coi tempi. Ma la proposta della Casa di Hamamatsu oggi si estende alla Suv CR-V e all’ultima arrivata Jazz, entrambe dotate di soluzioni ibride.
Icone intramontabili. Il presente della Honda non si esaurisce certo qui, stante una produzione e una ricerca che spaziano dagli scooter alle maxi-moto, dai jet executive ai motori marini, dai tagliaerba ai robot umanoidi. Ma il nome Honda fa correre inevitabilmente il pensiero a certi modelli del passato rimasti scolpiti nella memoria degli appassionati. Detto della prima declinazione della NSX, concepita come rivale delle Ferrari stradali del suo tempo e sviluppata con il contributo concreto di un maestro del volante come Ayrton Senna, non si può certo evitare di concentrare la propria attenzione su due vetture fondamentali, la S2000 e la Type R. Spider iconica la prima, tuttora rimpianta da schiere di fan resi orfani dalla sua uscita di produzione, è entrata nella leggenda, più che per le sue linee pur affatto disprezzabili, per l’esuberante quattro cilindri VTEC di cui era dotata, un due litri capace di erogare la bellezza di 240 CV e, soprattutto, di raggiungere con disinvoltura regimi di rotazione inusuali per qualsiasi automobile stradale, tanto da far toccare con mano il rarefatto empireo dei propulsori da competizione, sia pur in un’edizione ridimensionata per le immaginabili esigenze di affidabilità. Quanto alla Type R, più che di un modello si deve parlare di un’intera dinastia, iniziata quasi sommessamente in Giappone nel ’97, sbarcata nel Vecchio Continente dal 2001, con la settima puntata di quella saga infinita costituita dalle dieci serie della Civic (puntualmente ripercorsa, per inciso, nel volume), e arrivata serenamente ai giorni nostri. S2000 e Type R: siamo sicuri che l’odore, anzi il profumo, dei pneumatici e della pista lo state sentendo anche voi…
Corsi e ricorsi. Parlare di pista, ovviamente, significa pensare alle gare: e anche sotto questo profilo, la Honda ha parecchio da dire. Gare Turismo (Wtcc, Wtcr), IndyCar (quanti successi sul mitico catino dell’Indiana…) e, soprattutto, Formula 1. Un dentro-e-fuori dai Gran Premi che inizia negli anni 60, quando l’azienda di Soichiro si è appena affacciata al mondo delle quattro ruote e cerca nelle competizioni il modo di far conoscere al mondo la propria esistenza (la prima auto del marchio, dopo tante moto, è la spiderina S500 del 1962, il debutto al GP di Germania arriva già nel ’64). Un mestiere difficile, quello della F.1, soprattutto se si parte da zero e si ha l’ambizione di diventare in pochi anni la Ferrari del Sol Levante facendo tutto, telaio e motori, da sé. Ma qualche vittoria arriva (con Ginther e Surtees), prima di una pausa di riflessione e del ritorno alle gare negli anni 80 e 90. Che è trionfale: il ciclo delle Williams e delle McLaren spinte dai V6 turbo, V10 e V12 aspirati della Honda e guidate da Piquet, Senna e Prost è destinato a costruire una parte essenziale della leggenda delle corse. Nuova pausa, un rientro difficile nel nuovo millennio, la crisi del 2009 che impone un altro stop: poi, nel 2015, il richiamo della tecnologia sofisticata delle power unit ibride si fa irresistibile. L’apprendistato è inevitabile, finché il matrimonio con la Red Bull Racing non riporta alla vittoria una monoposto spinta da un motore Honda. E il 2020? Riusciranno le Red Bull-Honda a sbaragliare la concorrenza delle fin qui imbattibili Mercedes e delle sempre temibili Ferrari? Siamo ancora ansiosi di sapere che cosa succederà in F.1 in questa stagione stravolta dal coronavirus. Nell’attesa, c’è sempre questo volume a tenere viva la passione.
Il volume Honda della collana Passione Quattroruote è disponibile anche in digital edition