Icone senza tempo - Restomod, la vostra classifica - FOTO GALLERY
Lunaz Bentley. In ventesima posizione si piazza una delle vetture messe a punto da David Lorenz e dalla sua azienda, la Lunaz, fondata con lo scopo di dare un nuova vita alle classiche britanniche attraverso l’elettrificazione. La tecnologia, sviluppata con l’apporto di Jon Hilton, responsabile dei propulsori Renault di F.1 ai tempi di Fernando Alonso, prevede un powertrain da 375 CV e 700 Nm di coppia e batterie di taglia variabile, compresa tra 80 e 120 kWh.
David Brown Automotive Mini Oselli Edition. Fra le tante rivisitazioni che nel tempo hanno visto come protagonista la Mini, c'è anche quella di David Brown, che si piazza in diciannovesima posizione. In questa ''Oselli Edition'' si è puntato sulle prestazioni, grazie al propulsore di 1.450 cc con 125 CV e 153 Nm di coppia, al corpo vettura alleggerito e ai freni con dischi anteriori della AP Racing.
RML short Wheelbase. Realizzata dalla RML sulla base meccanica della Ferrari 550 Maranello, questo restomod riprende, ampliandole, le forme della 250 SWB (sigla che sta per ''passo corto''). C'è più confort per chi sale a bordo, mentre resta invariato il V12 da 485 CV della Casa emiliana. Chiude diciottesima.
Opel Manta Gse Elektromod. Diciassettesima piazza per questa sportiva, che riprende linea, colori e finiture tipicamente anni 70 dell'icona Opel. Sul frontale di questa elettrica, che dichiara 200 chilometri di autonomia, possono comparire scritte che ne richiamano l’ecocompatibilità. È spinta da un'unità da 147 CV, alimentata da una batteria da 31 kWh.
Everrati Porsche 911. L'azienda inglese fondata nel 2019 da Nick Williams e Justin Lunny ha trasformato questa 964 in un'elettrica pura, equipaggiata con un'unità da 440 o 500 CV, alimentata da una batteria da 53 kWh, che consente circa 290 chilometri di autonomia. Chiude in sedicesima posizione.
David Brown Speedback GT. Disegnata dall'ex capo dello stile Land Rover, Alan Mobberley, si basa sulla meccanica della Jaguar XKR. Dentro al cofano c'è un V8 di 5 litri sovralimentato da 510 CV, che le consente di raggiungere i 250 km/h di velocità massima (autolimitata) e di toccare i 100 all'ora con partenza da fermo in 4,3 secondi. Per lei quindicesima piazza.
Cyan Racing Volvo P1800. Dall'azienda nota per far correre con successo le Volvo nelle gare di Turismo, nasce questo modello (che chiude in quattordicesima posizione) equipaggiato con un 4 cilindri turbo di 2 litri da 420 CV, senza Abs. La massa è di soli 990 chilogrammi.
Officine Fioravanti Testarossa. In tredicesima posizione c'è questo modello, che ha mantenuto lo stile originale della prima serie del bolide di Maranello. Dentro al cofano c'è un V12 montato in posizione centrale posteriore e rivisto in alcuni particolari, fra cui pistoni, albero a camme e centralina. In questa variante sono due le opzioni per chi è al volante: una standard da 390 CV e una più spinta da 510 CV, selezionabili tramite un manettino.
Lamborghini Countach LPI 800-4. Un omaggio a una delle vetture che ha fatto la storia della Casa del Toro. La LPI 800-4 ne riprende forme e volumi, abbinandole un powertrain ibrido da 814 CV. Dodicesima in classifica, tocca i 355 km/h di massima e raggiunge i 100 km/h con partenza da fermo in 2,8 secondi.
Eagle Jaguar E-Type. Tra le reinterpretazioni in chiave moderna dell'icona Jaguar, c'è senz'altro la Eagle di Henry Pearman, undicesima in classifica. Monta un 6 cilindri in linea di 4.700 cc da 310 CV a 4.500 giri, con una coppia massima di 461 Nm a 3.600 giri.
Jaguar C-Type. Si entra nella Top 10 con questa riedizione della C-Type realizzata da Jaguar Classic per festeggiare i 50 anni della vittoria alla 24 Ore di Le Mans del '51. Derivata dalla XK120, riprende trasmissione, schema delle sospensioni e il motore di 3.4 litri da 220 CV, ricostruito interamente a mano con parti originali o riprodotte.
Garage Italia Fiat 500 Jolly e-Ico. Nono posto per questa ''spiaggina'' messa a punto dall'atelier milanese, realizzata sulla base di una 500 d’epoca. Il powertrain prevede un motore asincrono trifase da 20 CV e una batteria in grado di garantire oltre 100 chilometri di autonomia.
Aston Martin DB4 GT Zagato. Questa ''continuation series'', rinata grazie alla divisione Heritage della Casa inglese, è stata realizzata artigianalemente con materiali e progetti d’epoca, partendo da fogli di allumino. Il motore è un 4.700 con 390 CV, abbinato a un cambio manuale a 4 marce. Chiude in settima posizione.
Thornley Kelham Aurelia B20 GT Outlaw. Settima posizione per questa variante dell'Aurelia B20 GT, realizzata dall’atelier inglese Thornley Kelham, specialista di restauro ma non solo. Fra le caratteristiche, tetto ribassato, parabrezza ridotto e nuovi gruppi ottici. Monta il propulsore della Flaminia 2500 portato a 2.8 litri. In alternativa si può chiedere di avere un V6 Alfa Romeo di 3.2 litri da 300 CV.
Legende Automobiles Turbo 3. Nata dalla penna del Car designer Alan Derosier, sulla base della mitica Renault 5 Turbo, la Turbo 3, così chiamata per distinguerla dalle versioni originali, ha un corpo di fibra di carbonio ed è equipaggiata con un 4 cilindri turbo da 400 CV, montato in posizione centrale. Chiude in sesta posizione.
Kimera Automobili Evo 037. Quinto posto per questa vettura, che, sulla spinta del rallista Luca Betti, rappresenta a tutti gli effetti una rilettura della Lancia 037. La trasformazione, che ha coinvolto anche Sergio Limone e Claudio Lombardi, coloro che diedero vita al progetto originale, ha portato a montare su questa ''Evo'' un propulsore portato a 2.150 cc, da 505 CV di potenza.
Singer Porsche 911 DLS. Alla base di questo restomod, che chiude al quarto posto in classifica, c'è una 964 dei primi anni 90. Parti del telaio sono in fibra di carbonio, le portiere adottano barre antintrusione, mentre nell'abitacolo sono montati sedili sportivi firmati Recaro e un volante che richiama quello delle 917 da corsa. Dentro al cofano sono disponibili, a scelta, due unità di 3.8 o 4 litri da, rispettivamente, 300 e 390 CV.
Amos Delta Futurista. Eugenio Amos si è accostato alla mitica Delta Integrale con la collaborazione del designer Carlo Borromeo, per realizzare 20 esemplari esclusivi, equipaggiati con un 4 cilindri di 2 litri turbo da 330 CV e 300 Nm di coppia massima a 5.500 giri. Questa speciale Deltona conquista la medaglia di bronzo.
Totem GT Electric. L'ex designer di Honda e Alfa Romeo, Riccardo Quaggio, ha dato nuova vita alla gloriosa sportiva del Biscione con una carrozzeria in fibra di carbonio, montando, al posto del classico 4 cilindri, un'unità da 500 CV, alimentata da una batteria da 81 kWh. Questa supersportiva a emissioni zero, che sale sul secondo gradino del podio, è capace di scendere sotto i 3 secondi nello 0-100, ha un sound artificiale. In alternativa, la Totem fornisce anche il V6 biturbo di 2.9 litri della Giulia Quadrifoglio.
Automobili Maggiore Project M. La regina delle preferenze è risultata lei, ''figlia'' di Gianluca Maggiore, imprenditore con un passato alla FCA e alla Zagato, che ha dato una rilettura moderna, ma discreta e rispettosa, della mitica Ferrari 308. Oltre alla fibra di carbonio, utilizzata per modificare i dettagli della carrozzeria, vengono utilizzati materiali pregiati per impreziosire gli interni. Il cuore della vettura è il V8 di 3.2 litri con potenza portata a 300 CV.
Anche tra i Restomod, così come per le Instant Classic, protagoniste del primo volume della collana Icone senza tempo, il modello preferito dai lettori di Quattroruote è italiano. Lo certifica il sondaggio legato all’uscita della seconda delle tre pubblicazioni previste: un fascicolo con venti realizzazioni, selezionate dalla nostra redazione tra quelle più significative degli ultimi tempi, tutte basate sulla rilettura di modelli classici, reinterpretati stilisticamente e tecnicamente in chiave contemporanea. E Rrpartiti, nella struttura del volume, tra icone dello sport, modelli storici veri e propri rivisti ai giorni nostri ed esempi di trasformazione da propulsione termica in elettrica.
Sfoglia la foto gallery qui sopra per scoprire la vostra classifica, dall’ultima alla prima posizione, in base alla percentuale di preferenze ottenute da ciascun modello (in caso di parità, prevale l’auto che ha ottenuto più voti).