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Industria e Finanza

Coronavirus
Hertz dichiara la bancarotta

Rosario Murgida
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Coronavirus - Hertz dichiara la bancarotta

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Coronavirus - Hertz dichiara la bancarotta

La pandemia del coronavirus colpisce duramente il settore del noleggio. Il colosso statunitense Hertz non ha raggiunto un accordo con i creditori per la ristrutturazione del debito e ha quindi deciso di depositare l'istanza per accedere ai benefici del Chapter 11, strumento della legge fallimentare statunitense diventato famoso con la bancarotta nel 2009 della Generale Motors e della Chrysler, simile all’amministrazione controllata in vigore in Italia.

L'effetto della crisi. La Hertz, nata nel 1918 e diventata una delle aziende di punta del canale del noleggio, potrà ora entrare nella fase dell'amministrazione controllata con la conseguente protezione dalle pretese dei titolari di un indebitamento, che alla fine del 2019 sfiorava i 19 miliardi di dollari (quasi 17,5 miliardi di euro). Con i suoi 38 mila dipendenti in tutto il mondo, l'azienda americana è tra le multinazionali più grandi e importanti a subire le conseguenze della pandemia. La Hertz sta, in particolare, pagando la propria esposizione al settore del turismo, sostanzialmente azzerato con le misure di blocco degli spostamenti varate dai governi di tutto il mondo per frenare la diffusione dei contagi. Infatti, l'azienda genera la gran parte dei suoi ricavi dai servizi di noleggio di auto erogati all'interno degli aeroporti attraverso vari brand (oltre al brand omonimo possiede anche Thrifty e Dollar). 

Trattative saltate. Il deposito dell'istanza per il Chapter 11 sancisce definitivamente il nulla di fatto nelle trattative con i creditori avviate nelle scorse settimane per ristrutturare un debito (per buona parte in scadenza ieri) diventato sempre più gravoso per essere onorato a fronte dei mancati incassi e di una crisi di liquidità che, ad aprile, non ha permesso alla Hertz di pagare alcune rate sui prestiti bancari e le cedole su alcune obbligazioni. La compagnia di noleggio, che in cassa può contare su appena un miliardo di dollari, ha cercato di presentare una serie di soluzioni: nel tentativo di placare creditori, titolari di 14 miliardi di dollari di strumenti di debito legati al sostegno finanziario della sua flotta di oltre 500 mila veicoli, ha proposto di vendere più di 30 mila auto ogni mese fino a dicembre, con l'obiettivo di raccogliere circa 5 miliardi di dollari. Questo non è bastato a convincere le controparti, così come non è stato sufficiente varare un piano di ristrutturazione corredato dal taglio di 10 mila posti di lavoro né chiedere delle proroghe ai pagamenti in attesa di ricevere gli aiuti promessi dalla Casa Bianca nel quadro delle misure di sostegno varate per frenare le conseguenze della crisi. Ora è arrivata la bancarotta e per il settore del noleggio, da tempo in difficoltà per la crescente concorrenza di nuovi operatori, aumenta il rischio che si inneschi un circolo vizioso caratterizzato da fallimenti in serie.