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Giappone
Scandalo certificazioni, l'indagine si estende ad altri modelli

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Giappone - Scandalo certificazioni, l'indagine si estende ad altri modelli

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Giappone - Scandalo certificazioni, l'indagine si estende ad altri modelli

Dopo le violazioni rilevate lo scorso mese di giugno, che riguardavano principalmente Daihatsu ma anche Honda, Suzuki, Mazda, Yamaha e Toyota, il governo giapponese ha concluso l’indagine su quest’ultima, portando alla luce otto nuove violazioni relative alle certificazioni di una decina di modelli. “Il processo di omologazione in Giappone”, ha spiegato il presidente di Toyota Koji Sato, “verifica che un prodotto rispetti determinati standard, in particolare per quanto riguarda sicurezza e inquinamento. Le auto possono essere prodotte e vendute solo dopo aver ottenuto la certificazione. In questo caso, sono state prodotte e vendute senza essere state sottoposte al corretto processo di certificazione”.

Le auto coinvolte. I casi del 3 giugno riguardavano una serie di modelli ormai fuori produzione come la Toyota Crown, la Isis, la Axio, la Fielder e la Sienta, e la più recente Yaris Cross. Nei risultati pubblicati oggi, i modelli coinvolti sono la Prius (2014), la Lexus RX (2015), la Rav4 (2017), la Camry e la Daihatsu Altis (2017), le Noah, Voxy e Suzuki Landy (2021, ancora in produzione), la Harrier (2022, ancora in produzione) e la LM (2023, in produzione). Le certificazioni non conformi riguardano principalmente test di sicurezza, dalla protezione dei pedoni e degli occupanti agli impatti laterali. Le auto coinvolte, specifica Toyota, possono comunque essere usate normalmente.

Le scuse e le spiegazioni. La Toyota ha bloccato le consegne in Giappone dei minivan Noah e Voxy, in attesa di ottenere un nuovo via libera dal ministero. All’inizio di settembre dovrebbe anche ripartire la produzione della Corolla Fielder, della Corolla Axio e della Yaris Cross per il mercato interno, sospesa dallo scorso 3 giugno. La Casa giapponese ha pubblicato una nota in cui si scusa per l'accaduto con clienti e azionisti: secondo il costruttore, i problemi nelle certificazioni derivano sia da una serie di “procedure interne poco chiare” nella preparazione dei documenti necessari, e di “insufficienti consapevolezza e coinvolgimento della dirigenza in merito all’importanza delle certificazioni”. Per questo motivo verranno riviste procedure e responsabilità, che dovranno poi essere comunicate al ministero, così da poter ottenere le nuove approvazioni.