Xiaomi
Pronto lo sbarco sui mercati esteri
La Xiaomi ha deciso, quasi all'improvviso, di cambiare le sue strategie in campo automobilistico. L'azienda tecnologica pechinese era intenzionata a concentrare tutte le sue attenzioni sulla Cina, ma di recente ha sottoscritto un accordo con la Hyperion Leasing di Tianjin per promuovere le esportazioni in mercati per il momento non meglio precisati.
Un comunicato con pochi dettagli. La Hyperion Leasing è una consociata della China National Machinery Industry (Sinomach), gruppo statale con oltre 160.000 dipendenti, 200 agenzie di servizi all'estero e una presenza in più di 170 Paesi. È stata quest'ultima a diffondere un comunicato per informare dell'intesa tra la sua controllata e la Xiaomi per la "promozione congiunta di una collaborazione internazionale sui principali mercati globali". Non è noto quali siano questi mercati, ma è chiara l'intenzione delle due società di avviare le esportazioni, in via ufficiale, dei modelli dell'azienda tecnologica, a partire dalla SU7, la berlina protagonista di un grande successo commerciale: lanciata lo scorso marzo, è stata venduta in quasi 140 mila esemplari e i tempi di attesa per i clienti sono arrivati a otto mesi a causa di una capacità produttiva insufficiente a soddisfare la domanda. Per questo motivo, la Xiaomi si è decisa a realizzare un secondo impianto, sempre a Pechino, dove sarà assemblata anche la crossover YU7.
Si accelera. Visto che Xiaomi si trova in difficoltà nel soddisfare la domanda interna, per quale motivo ha modicato i suoi programmi? La scorsa estate, i vertici avevano evidenziato l'intenzione di avviare le vendite all'estero prima del 2030, ma comunque non prima di almeno un paio d'anni. Molto probabile che sulla decisione abbia influito l'obiettivo di migliorare una redditività delle attività automobilistiche messa a dura prova dalla guerra dei prezzi in atto da ormai diversi mesi sul mercato cinese, in particolare nel segmento delle elettriche. Detto questo, non è chiaro neanche il modello cooperativo tra Xiaomi e Hyperion. Secondo Carnewschina.com, sarà la controllata di Sinomach ad agire come esportatore, acquistando i veicoli, vendendoli sui mercati esteri e occupandosi dei servizi di assistenza post-vendita. Tra l'altro, il gruppo statale cinese è attiva già in Russia, dove distribuisce vetture dei marchi Oting e Rox Motor tramite una rete di 50 concessionari. Probabile, dunque, che il mercato russo sia tra i primi ad assistere allo sbarco del brand Xiaomi. Detto questo, ci sono due aspetti da tenere in considerazione. L'azienda tecnologica è già ampiamente presente all'estero con i suoi prodotti di elettronica di consumo e informatica, mentre le sue auto vengono vendute all'estero in piccoli quantitativi e tramite canali paralleli: l'anno scorso, sono state commercializzate 179 SU7 proprio in Russia, il 50% circa del totale delle vendite non ufficiali (un altro 30% riguarda il Medio Oriente). Dunque, le vendite globali di Xiaomi non hanno superato le 400 unità.