Toyota
Akio Toyoda rieletto presidente
L'assemblea degli azionisti della Toyota ha approvato quasi all'unanimità la rielezione di Akio Toyoda alla presidenza del colosso automobilistico giapponese. La conferma del nipote del fondatore al vertice dell'azienda era abbastanza scontata, ma a sorprendere sono le percentuali di voto bulgare.
Plebiscito. Secondo i verbali dell'assemblea, ben il 96,72% dei soci presenti ha espresso il suo assenso alla rielezione. Si tratta di un dato di decisamente superiore a quello degli anni passati, quando Toyoda è stato oggetto di numerose critiche, da parte di grandi fondi pensione e d'investimento: non tanto per il suo ruolo, quanto per la sua prudente posizione sul futuro dell'industria dell'auto e, in particolare, sull'elettrico. L'anno scorso, per esempio, i voti favorevoli alla sua rielezione si sono fermati al 71,93%, la percentuale più bassa mai registrata. Del resto, l'ultima assemblea è stata la prima in tre anni senza il parere sfavorevole delle grandi società di consulenza Glass Lewis e Institutional Shareholder Services: quest'anno non hanno sconsigliato la conferma di Toyoda, al contrario delle altre volte, quando hanno sollevato timori sulla governance aziendale e l'indipendenza del consiglio di amministrazione.
Un segnale di fiducia. Dunque, gli azionisti, innanzitutto giapponesi, hanno lanciato un chiaro segnale di fiducia al manager, mentre i soci internazionali non hanno mancato di manifestare il loro disappunto per la recente proposta di Opa (Offerta pubblica d'acquisto) da 33 miliardi di dollari sulla consociata Toyota Industries. La Casa delle tre ellissi ritiene che l'operazione possa rafforzare le sinergie all'interno del gruppo, mentre Toyoda si è impegnato a investire personalmente ingenti capitali per dimostrare quanto sia strategica un'operazione in cui un ruolo rilevante lo gioca anche la Toyoda Fudosan, una società immobiliare della famiglia fondatrice. L'operazione ha suscitato timori tra gli investitori esteri, secondo i quali l'offerta è troppo bassa rispetto al vero valore dell'azienda, rischia di danneggiare i soci di minoranza ed è un modo per consolidare l'influenza di Toyoda all'interno della sua famiglia. Non a caso, durante l'assemblea degli azionisti di Toyota Industries i dirigenti sono stati sottoposti a un fuoco di fila di domande da parte degli investitori sulla correttezza e la struttura della proposta di acquisizione.