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L'ex Ceo
La profezia di Tavares: "Stellantis finirà spartita tra cinesi e americani"

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Carlos Tavares torna a parlare e le sue dichiarazioni si annuvolano su Stellantis. L'ex amministratore delegato del gruppo è stato il grande protagonista della fusione tra PSA e Fiat Chrysler, ma ora lancia l'allarme sulla possibilità di una "disaggregazione" del costruttore oggi guidato da Antonio Filosa. Tavares, infatti, parla senza mezzi termini del rischio di "uno spezzatino" tra le varie attività del gruppo, a causa di una serie di fattori interni ed esterni.

"Un pilota nella tempesta"

Il presagio è scritto nero su bianco nel libro "Un pilota nella tempesta" (edizioni Plon): uscito da poche ore in Francia, nelle sue pagine lo stesso manager portoghese, che ha ormai lasciato il mondo dell'auto per dedicarsi ad affari personali, ripercorre la sua carriera professionale tra Renault, Psa e, per l'appunto, Stellantis. Dunque, il suo lavoro è un racconto molto personale di fatti ed eventi degli ultimi 20 anni di storia del mondo dell'auto, ma soprattutto una sorta di riepilogo di quanto più volte affermato di recente, a partire dalle accuse alle istituzioni europee per le attuali politiche industriali. Si tratta di uno dei fattori esogeni che potrebbero "rompere" Stellantis, nonostante lui stesso abbia più volte garantito sulla sopravvivenza del gruppo di fronte ai grandi cambiamenti in atto nel settore

La profezia di Tavares: "Stellantis finirà spartita tra cinesi e americani"

Le attività europee preda dei cinesi

Dunque, Tavares pensa "l’equilibrio fra Italia, Francia e Stati Uniti possa rompersi", ponendo le basi per uno scorporo tra le attività francesi, italiane e statunitensi con la creazione di società separate. Un'ipotesi è che le attività europee e quelle nordamericane diventino indipendenti e quindi preda di altri costruttori: "Uno scenario possibile, e ce ne sono molti altri, potrebbe essere che un giorno un produttore cinese faccia un'offerta per il business europeo, mentre gli americani si riprendono le attività in Nord America", scrive Tavares, citando la General Motors come potenziale interessato. La sopravvivenza del gruppo, nella sua attuale forma, sarà raggiunta solo se i dirigenti presteranno "ogni giorno" attenzione all'unità, respingendo le pressioni centrifughe delle singole divisioni. 

La profezia di Tavares: "Stellantis finirà spartita tra cinesi e americani"

Senza di me, la Francia ci perde

Tavares, però, non critica il suo operato, anzi lo difende a spada tratta e respinge le accuse di aver insistito in modo spasmodico e ostinato su un taglio dei costi che ha, in sostanza, messo in secondo piano la qualità dei prodotti o l'identità dei singoli marchi. Ora tocca a Filosa rimettere a posto la situazione: il nuovo ad si è già mosso per ripristinare, per esempio, i rapporti con i concessionari americani messi a dura prova proprio da Tavares. L'ex dirigente, che nei mesi scorsi ha definito la scelta di Filosa come "logica e razionale", concorda però con le recenti opinioni di sindacati e politici transalpini: "Con la mia partenza, non sono sicuro che gli interessi francesi che ho sempre avuto a cuore – che ci crediate o no – saranno difesi altrettanto bene". E con questa frase Tavares sembra confermare la sua propensione a favore della Francia più che di altre nazioni come l'Italia. 

L'addio per l'accelerazione sulle elettriche

Il libro, anticipato pochi giorni fa da un'intervista al settimanale Le Point, è anche l'occasione per Tavares per tornare sulle ragioni delle sue dimissioni. Che non pare proprio siano state consensuali come garantito da tutte le parti in causa. Soprattutto, sono state rapidissime: l'addio fu deciso nei due giorni del weekend dell'1 dicembre 2024. “Ero all’Estoril, in Portogallo, quando John Elkann (il presidente, ndr) mi chiamò per dirmi che aveva perso la fiducia in me", afferma Tavares, sottolineando ancora una volta le divergenze con il Cda: "Io scelsi di accelerare sul piano elettrico, ma mi dissero di fermarmi e tornare al punto di partenza". La frenata del consiglio è stata per Tavares un errore, perché "bisognava decidere se lamentarsi come tutti o sfruttare la pausa per accelerare. Io ho scelto di accelerare, per i miei nipoti, per il clima. Mi assumo tutta la responsabilità. Sono stato il capo, nel bene e nel male. Ho commesso errori, ma spero di aver azzeccato l’80% delle decisioni. Non mi autoflagellerò per questo”.

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