Dieselgate
Annunciata l'intesa con le autorità USA
Come avevamo anticipato, è stato raggiunto un accordo quadro tra il gruppo Volkswagen e le autorità americane per contenere gli effetti dello scandalo delle emissioni truccate. La notizia, diffusa dall'agenzia Bloomberg e confermata poco dopo anche da un comunicato ufficiale dell'azienda, è arrivata nel giorno della scadenza dei termini fissati dal tribunale federale di San Francisco. La corte, nella persona del giudice Charles Breyer, dopo aver accolto almeno 600 richieste di risarcimento da parte di altrettanti consumatori, aveva infatti fissato al 21 aprile la data ultima per definire un piano di indennizzo per gli acquirenti, in modo da evitare l'avvio delle azioni legali.
Sui motori 2.0 TDI. Secondo le dichiarazioni di Breyer, l'intesa riguarda i proprietari di 480.000 vetture dotate del motore 2.0 TDI, per i quali si prevede un risarcimento, di cui non è stato però quantificato l'importo, oltre all'intervento di ripristino delle vetture stesse, una volta che le modalità di modifica per far rientrare le emissioni entro i limiti previsti verranno approvate dall'EPA, l'Agenzia federale per la protezione dell'ambiente. In alternativa, i clienti potranno restituire le vetture e ricevere un rimborso. L'accordo comprenderà anche un fondo per compensare i danni ambientali. L'azienda e il Governo hanno tempo fino al 21 giugno, comunque, per perfezionare l'agreement, sul quale ci sono ancora diversi punti aperti, come le modalità di gestione dei circa 80.000 motori 3.0 V6 TDI che equipaggiano le Suv Audi, Porsche e Volkswagen e la possibilità di reimmettere sul mercato le vetture ritirate.
Indagini ancora in corso. Quello annunciato oggi è un primo passo importante per l'azienda, che sta cercando di superare gli effetti dello scandalo negli States. "Volkswagen è determinata a riconquistare la fiducia dei consumatori", ha dichiarato Robert Giuffra, uno degli avvocati del Gruppo alla corte. Le indagini del Dipartimento di giustizia americano, comunque, continuano, così come le indagini interne all'azienda, per stabilire tutte le responsabilità della vicenda.
Impatto finanziario. Secondo Brandon Barnes, analista di Bloomberg Intelligence, qualora tutti gli acquirenti americani decidessero di farsi rimborsare riconsegnando la propria vettura, il costo per l'azienda sarebbe pari a 9,4 miliardi di dollari. Cifre elevate, ma pur sempre più basse dei 42 miliardi ipotizzati come massimo della pena nel caso di un'azione legale collettiva. L'ulltimo dato sulla liquidità del gruppo di Wolfsburg, diramato a settembre 2015, parlava di 27,8 miliardi di euro di disponibilità. Il 28 aprile prossimo, alla presentazione del bilancio 2015, sarà comunicato il dato aggiornato. Intanto, il titolo continua a recuperare terreno in Borsa: oggi allo Xetra di Francoforte, ha chiuso con un rialzo del 5,09%.
Redazione online