Dieselgate Volkswagen
Germania, indagini anche sulla Porsche
Il ministero dei Trasporti tedesco e la KBA hanno avviato un'indagine sulla Porsche e il coinvolgimento delle sue vetture nel caso dieselgate: secondo Bloomberg, le autorità intendono chiarire la posizione di Zuffenhausen su eventuali "manipolazioni dei consumi" e sulla presunta adozione di "dispositivi" in grado di rilevare il contesto operativo, di laboratorio o stradale, per truccare le emissioni. La conferma dell'indagine arriva da sia da rappresentanti governativi sia dall'ente federale.
La replica del costruttore. La Casa tedesca ha già respinto le accuse tramite un portavoce, specificando di aver offerto piena collaborazione alle autorità. Secondo il magazine WirtschaftsWoche, più che appurare l'esistenza di elementi analoghi ai defeat device installati dalla Volkswagen sul 2.0 TDI della famiglia EA 189, le indagini dovrebbero concentrarsi sull'esistenza di un software simile a quello recentemente contestato all'Audi, in grado di riconoscere i test dall'angolo di sterzo (zero gradi sul banco a rulli).
La situazione negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti la Porsche è coinvolta nel dieselgate con l'Audi e la Volkswagen per quanto riguarda il 3.0 V6 TDI, montato su 85 mila vetture tra cui la Cayenne (2013-2016): il propulsore è stato chiamato in causa dall'Epa, ma i tedeschi non hanno mai apertamente ammesso una responsabilità, difendendo le “protezioni motore” che modificavano il software. Negli Usa, l'intervento per i 3.0 V6 TDI è oggetto di una trattativa tra Wolfsburg, l'Epa e il Carb. Secondo le ultime indiscrezioni, la soluzione sarebbe vicina, se non già raggiunta: il piano dovrebbe prevedere un richiamo software per almeno 60 mila vetture e il riacquisto di altre 19 mila, "più vecchie e difficili da modificare".
Redazione online