Emissioni CO2
Multe milionarie per le Case con i nuovi limiti di emissioni
Solo quattro degli undici gruppi automobilistici principali del Vecchio Continente sarebbero in grado di rispettare i limiti di emissione di CO2 fissati dall'Unione Europea per il 2021. A sostenerlo è uno studio, realizzato dalla società di consulenza PA Consulting e riportato da Automotive News, secondo il quale gran parte delle Case (che di recente hanno chiesto di rimandare i tagli al 2030) rischia multe milionarie se non prenderà provvedimenti immediati.
La metodologia. Nello studio sono state analizzate le riduzioni medie delle emissioni per ogni costruttore, sulla base delle quali sono state realizzate le previsioni per i prossimi quattro anni. I dati, poi, sono stati confrontati con gli obiettivi di emissioni fissati dall'Ue, evidenziando di quanti grammi di anidride carbonica verrebbero sforati i limiti da parte di ogni Casa e calcolando le relative sanzioni.
95 euro al grammo. Nel caso dovesse avverarsi, questo scenario avrebbe conseguenze molto pesanti per l'industria automobilistica. Stando a quanto stabilito dalla Ue, infatti, i costruttori dovranno versare, per ogni veicolo venduto, 95 euro per ogni grammo di CO2 emessa al di sopra della soglia prestabilita. Ingenti gli importi: secondo le previsioni, il Gruppo Volkswagen potrebbe dover affrontare sanzioni per 1,36 miliardi di euro, il Gruppo FCA per 950 milioni, che scenderebbero a 786,7 milioni per PSA (Opel compresa) e a 430 milioni per la BMW. Le sanzioni ammonterebbero invece a 307 milioni di euro per la Ford, a 283 milioni per Hyundai-Kia e a 126 milioni per il Gruppo Daimler.
Pochi sulla buona strada. Solo pochi costruttori sarebbero in grado di evitare le sanzioni: si tratta di Volvo, Toyota e del gruppo Renault Nissan, ai quali si aggiunge Jaguar Land Rover, quest'ultimo solamente grazie ai volumi di mercato ridotti. Vendendo meno di 300.000 vetture l'anno, infatti, il gruppo controllato dall'indiana Tata avrà un tetto massimo di emissioni medie pari a 132 grammi di CO2 al chilometro, oltre 30 in più rispetto agli altri dieci costruttori coinvolti nell'analisi.
Effetto dieselgate. Una delle cause che potrebbero portare al mancato raggiungimento dei target di emissione sarebbe proprio il dieselgate. Lo scandalo delle emissioni, infatti, ha portato al calo, seppur lieve, delle vendite dei motori a gasolio, che in Europa sono scese sotto al 50% del mercato e che continueranno a ridursi, in ragione anche delle politiche di limitazione che molte città stanno studiando. E i motori diesel, producendo livelli di CO2 inferiori a quelli a benzina, sono importanti per tenere bassi i livelli medi delle emissioni di CO2. Il futuro sarà elettrificato: tutte le Case hanno accelerato i programmi per le auto a batteria. Non solo elettriche pure o ibride plug-in, però: nei prossimi anni, infatti, gran parte del mercato sarà dominato da ibride con sistemi 48 volt, meno costosi, ma comunque efficaci nella riduzione delle emissioni. E su quelle i costruttori dovranno puntare per rientrare nei limiti.
Le sanzioni passate. Negli scorsi anni già diverse Case hanno dovuto fare i conti con i tetti massimi di emissione. Tra queste, nel 2013, c'è stata anche la Ferrari, multata per un milione di euro proprio a causa del mancato raggiungimento degli obiettivi. Sempre la Casa di Maranello, così come l'Aston Martin, è stata nuovamente multata nel 2015.