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Mercato auto Italia
A ottobre torna in negativo: -0,2%

Redazione Online
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Mercato auto Italia - A ottobre torna in negativo: -0,2%

Dopo un mese di settembre in spolvero, con una crescita del 9,5%, la domanda di auto nuove in Italia torna in territorio negativo seppur di poco. Secondo i dati del Ministero dei Trasporti, ottobre si è chiuso con 156.978 veicoli registrati, lo 0,2% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, anche a causa del venir meno dell'effetto positivo legato agli incentivi alla rottamazione, quantomeno per una parte del parco auto oggetto delle agevolazioni. Il programma di incentivazione è andato rapidamente incontro all'esaurimento dei fondi: già nella seconda settimana di settembre, infatti, i fondi per la fascia di emissione tra 91 e 110 g/km si sono esauriti mentre sono rimasti a disposizione ben poche risorse per le altre fasce.

Il consuntivo. I primi dieci mesi dell'anno, per colpa dei pesanti andamenti registrati tra aprile e luglio, si chiudono con un calo del 30,9% rispetto al corrispondente periodo del 2019, con 1.123.194 unità, un dato che spinge le associazioni e gli esperti a parlare di prospettive cupe per il 2020. “Le previsioni per fine anno – afferma il presidente dell'Unrae, Michele Crisci – proiettano un livello di immatricolazioni che dovrebbe attestarsi probabilmente al di sotto di 1.400.000 unità, in calo di oltre il 27% rispetto al 2019, una riduzione drammatica che ha un solo precedente nella storia moderna. Senza contare poi un eventuale e possibile nuovo lockdown generalizzato che peggiorerebbe ulteriormente la già pesante situazione”.

Bene FCA. In tale contesto spicca l'andamento del gruppo FCA. Dopo il +17,4% di settembre, il costruttore italo-americano mette a segno una crescita del 12,5% a 38.130 unità.Tra i vari marchi, la Fiat registra 25.360 auto (+17,85%), seguita dalla Jeep con 6.262 (+15,2%), mentre gli altri marchi subiscono dei cali: la Lancia, con 4.716 immatricolazioni, flette del 2,7%, l'Alfa Romeo, con 1.598, del 15,9% e la Maserati, con 150 esemplari, del 3,9%.

Positiva PSA. Il gruppo PSA, invece, segna un marginale rialzo: sono 23.207 le registrazioni, lo 0,5% in più rispetto a ottobre 2019, un tasso comunque decisamente migliore rispetto al -13,8% subito a settembre. A trainare le performance sono soprattutto la Citroën, con 7.931 registrazioni e un +15,7%, e la Opel, con 6.136 immatricolazioni e un +3,5%. Male, invece, la Peugeot (-11,6% e 8.648 unità) e la DS (-7,7% e 492 unità).

Volkswagen. In forte flessione risulta l'andamento del gruppo Volkswagen, con 23.451 volumi e un calo del 12,2%. Il grosso del declino è legato al marchio omonimo, in discesa di ben il 24,8% a 12.737 registrazioni. Positivi tutti gli altri brand: +0,9% per l'Audi (5.618), +100% per la Lamborghini (24), +8% per la Seat (2.339), +33,6% per la Skoda (2.733).

Ford e Renault. Bene anche la Renault con 14.681 auto targate, +8,6%. Nello specifico, il marchio della Losanga immatricola 9,124 veicoli (+8,9%) e la Dacia 5.557 (+8,1%). Flette, invece, la Ford: sono 10.285 le unità immatricolate, il 4,8% in meno rispetto a un anno fa.

BMW e Daimler. I risultati del gruppo Daimler sono ancora una volta penalizzati dall’uscita di scena della Smart a benzina: il marchio Mercedes-Benz ha consegnato 5.719 vetture, l'11% in più rispetto allo scorso ottobre, mentre con 682 auto il brand delle citycar è sceso del 68,5%. Il gruppo di Stoccarda chiude il mese con un -12,5% e 6.401 vetture immatricolate. Stabile, invece, il gruppo BMW: il +0,3% (7.174 registrazioni) è frutto di una crescita del 2,4% (5.291 vetture) del marchio dell’Elica e di una contrazione del 5,1% (1.883 immatricolazioni) del brand Mini.

Le asiatiche. Performance decisamente contrastanti per la maggior parte dei costruttori asiatici. Il gruppo Toyota, con 8.734 immatricolazioni, perde il 2,4%, la Kia, con 4.262, il 7,1% e la Hyundai, con 4.067, il 18,8%. In grande spolvero ancora una volta la Suzuki, con un +39,5% a 4.951 registrazioni. La Nissan flette del 9,1%, la Mazda del 6,8% e la Mitsubishi del 41,8%, mentre la Honda balza del 35,5% e la Subaru del 24%. 

Le altre. Nel segmento premium la Volvo registra 1.892 veicoli e arretra del 10,5%, mentre il gruppo Jaguar Land Rover, con 1.736 registrazioni, scende del 26,7%: il marchio Jaguar segna un -54,2% (359 unità) e la Land Rover un -13,2% (1.377 auto). Ottobre in calo anche per la Tesla che, dopo il +155% di settembre, subisce una flessione del 4,5% con 64 unità consegnate. La Porsche perde il 18,2%  (630 registrazioni), mentre sono 44 le immatricolazioni della Ferrari (+18,9%).

Panda sempre al comando. La bestseller del mercato è ancora la Fiat Panda, con 15.094 immatricolazioni. Al secondo e al terzo posto della classifica delle vetture più popolari si piazzano, rispettivamente, la Lancia Ypsilon (4.719) e la Citroën C3 (4.714). Seguono, nell'ordine, la Toyota Yaris (4.340), la Renault Captur (3.757), la Fiat 500 (3.601), la Fiat 500X (3.459), la Jeep Renegade (3.430), la Renault Clio (3.429) e la Opel Corsa (3.298). 

Boom di elettriche e ibride. In termini di tipologie di alimentazione, le auto elettriche segnano un +295% con 1.813 immatricolazioni, mentre le ibride crescono del 242,7% con 33.931 registrazioni. Boom anche per le plug-in, salite del 411,9% con 2.365 vetture. A eccezione del Gpl (+10,7), le altre motorizzazioni chiudono tutte in calo: -31,3% per le auto a benzina, -12,4% per le diesel e -47,7% per quelle a metano.

Crescono i privati, male il noleggio. Sul fronte dei canali di vendita, le immatricolazioni dei privati crescono dell'11,4%, mentre quelle del noleggio scendono del 4,8%, con la componente di breve termine in salita del 19,1% e quella di lungo in discesa del 7,1%. Le società scendono del 30,6%, con le autoimmatricolazioni in flessione del 37,9%.

L'usato. Male, infine, il mercato dell'usato: a ottobre sono stati 357.958 i trasferimenti di proprietà (al netto delle minivolture), il 9,8% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Dall'inizio del 2020, il mercato delle vendite di vetture di seconda mano ha perso quasi un terzo dei volumi: -30,7% a 2.446.090 trasferimenti.

Il commento dell'Unrae. "La scelta di non rifinanziare i fondi legati alla fascia di CO2 più importante dal punto di vista dei volumi ha immediatamente rifermato il mercato", commenta il presidente dell'Unrae Crisci. "A questo punto è chiarissima la necessità di dare maggiore continuità al sostegno del settore automotive, già a partire dalla prossima Legge di Bilancio". Crisci ritiene, quindi "indispensabile" che il Governo dia "seguito a quanto dichiarato nelle scorse settimane di stanziare altri 400 milioni in aggiunta all'ecobonus". "Non deve essere poi trascurato il fatto che ogni euro destinato al rinnovo del parco auto non è un regalo al settore ma piuttosto un investimento, che finora ha dato frutti positivi: sia in termini ambientali, con la rottamazione dei veicoli più inquinanti, sia come ritorno per le casse dello Stato in termini di gettito fiscale superiore allo stanziamento dedicato. Non trascurando, inoltre, che una ripresa del settore automotive comporterebbe anche minori aggravi sulla previdenza sociale", conclude il numero uno dell'associazione.