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Ottobre in forte crescita (+14,6%), ma c'è di mezzo la crisi dei chip

Rosario Murgida
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Mercato italiano - Ottobre in forte crescita (+14,6%), ma c'è di mezzo la crisi dei chip

Il mercato auto italiano lancia a ottobre nuovi segnali di ripresa, con un’accelerazione del trend di crescita iniziato ad agosto. Secondo i dati del ministero dei Trasporti, il mese scorso le immatricolazioni sono state 115.827, il 14,6% in più rispetto al corrispondente periodo del 2021. Il miglioramento segue il +9,9% di agosto e il +5,4% di settembre, ma è dovuto anche a un effetto statistico legato alla bassa base di confronto: lo scorso autunno è stato particolarmente penalizzato dalla scarsità di prodotto indotta dalla crisi dei semiconduttori. Il vero termometro del mercato lo fornisce il confronto con il 2020 e il 2019 elaborato dall’Unrae: le registrazioni risultano in flessione, rispettivamente, del 25,9% e del 26%. Inoltre, il consuntivo dei primi dieci mesi dell’anno rimane in territorio ampiamente negativo, con immatricolazioni per 1.091.894 unità e un calo del 13,8% sul 2021 e del 32,3% rispetto ai livelli pre-pandemia.

Stellantis. A ottobre, il gruppo Stellantis ha immatricolato 38.409 auto, il 7,2% in più rispetto a un anno fa. Segno più per quasi tutti i marchi: +116,8% per l’Alfa Romeo (1.642 targhe), +43,8% per la Citroën (5.374), +17,2% per la DS (470), +32,9% per la Jeep (4.984), +21,2% per la Lancia (3.653), +182,5% per la Maserati (356), +37,6% per la Opel (3.435), +15,3% per la Peugeot (5.118). L’unica eccezione è la Fiat, con un calo del 21,9% (13.377 immatricolazioni). 

Gruppo Volkswagen. Per il gruppo di Wolfsburg, le targhe totali sono 17.807, per un incremento del 35,8%. L'Audi cresce dell’82,1% (5.438 registrazioni), la Cupra del 66,3% (1.028), la Lamborghini del 66,7% (35), la Skoda del 111,4% (1.835) e la Volkswagen del 12,9% (8.633). In calo la Seat: -14,1% con 838 auto immatricolate.

Renault e Ford. I francesi chiudono il mese di ottobre con un calo dell’1,9% e 10.727 immatricolazioni. Di queste, 5.838 sono del marchio della Losanga (+1,7%) e 4.889 della Dacia (-5,8%). In spolvero, invece, la Ford: le 6.611 targhe implicano una crescita del 46,8%. 

BMW e Daimler. Per il costruttore di Monaco le registrazioni sono 6.813, con un incremento del 33,1% rispetto a un anno fa, per effetto delle 4.814 immatricolazioni della BMW (+24,4%) e delle 1.999 Mini (+56,2%). Cresce a doppia cifra la Mercedes-Benz, con un 21,5% e 4.925 vetture registrate. Il brand della Stella a tre punte sale del 21,5% (4.455 immatricolazioni), mentre la Smart flette del 31,1% (470).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 9.277 veicoli e cresce del 49,8%: il marchio omonimo, con 10.032 targhe, sale del 55,9%, mentre la Lexus, con 245 auto, perde il 38,9%. Giù la Suzuki (-49,1%, 1.729 unità registrate), la Mazda (-34,5%, 797), la Nissan (-16,7%, 1.778), la Mitsubishi (-65,4%, 114) e la Subaru (-51,1%, 109). Sostanzialmente stabile la Honda, con 708 iscrizioni e un +0,6%. Andamento contrastato per i costruttori coreani: con 3.693 immatricolazioni, la Hyundai scende del 15,4%, mentre la consociata Kia sale dell’1,2% (4.058).  

Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo ha immatricolato 1.475 vetture, guadagnando il 5,5%. Il gruppo Jaguar Land Rover, invece, perde il 14,1%: le immatricolazioni sono 905, di cui 177 per il marchio del Giaguaro (-6,5%) e 728 per il brand delle fuoristrada (-15,7%). In calo anche la Tesla, con un -66,3% (30 elettriche immatricolate), la Ferrari, con un -26,8% (41), e la Porsche, con un -3,2% (576).

Gli altri brand. Non si ferma la cavalcata della DR (2.695 vetture, +196,8%) e, tra i marchi di origine cinese, della Lynk & Co. (930 auto, +340,8%) e ancor di più la MG (1.482 immatricolazioni, +958,6%).

La top ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 8.336 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Lancia Ypsilon (3.662) e la terza dalla Jeep Renegade (3.565). Seguono, nell'ordine, la Citroën C3 (2.959), la Fiat 500 (2.940), la Ford Puma (2.917), la Toyota Yaris Cross (2.586), la Dacia Sandero (2.473), la Toyota Yaris (2.311) e la Renault Clio (2.254).

L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati crescono dell’1,1%, mentre il noleggio a lungo termine vola a +55,9% e quello a breve a +155,6%. Bene anche le società, con un +22,1%, e le autoimmatricolazioni, con un +5,8%.

Elettriche ancora giù. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma il momento decisamente negativo per le elettriche, penalizzate dall’attesa per l’apertura della piattaforma di prenotazione degli incentivi secondo la nuova formulazione decisa in agosto dal governo. Al contrario, spicca un forte ritorno delle motorizzazioni tradizionali: le auto a benzina segnano un +21,7% e salgono dal 25,8% al 27,4% del mercato, mentre le diesel registrano un +18,4% e vedono la loro penetrazione salire dal 18,1% al 18,7%. Bene anche le Gpl, con un +30,5%, mentre prosegue il crollo del metano (-66,5%). Sul fronte delle elettrificate, le ibride guadagnano il 18,3% e rafforzano il loro peso, salendo dal 35,1% al 36,3%, e le ibride plug-in tornano a crescere, con un +17,4% e una penetrazione in lieve rialzo dal 5,1% al 5,2%. Male le elettriche pure, con un -48,1% e una quota più che dimezzata e passata dal 6,9% al 3,1%.

La classifica delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, è la Smart fortwo a conquistare la vetta con 468 immatricolazioni; seguono la Renault Twingo (419), la Fiat Nuova 500 (397), la Peugeot e-208 (282), la Mini Cooper SE (198), la Renault Megane E-Tech (164), la Volkswagen ID.3 (137), la Peugeot e-2008 (117), l’Audi Q4 e-tron (117) e la Cupra Born (99).

Emissioni ancora su. Il calo delle elettriche consolida l'aumento delle emissioni. La CO2 media è pari a 120,1 g/km, in crescita del 4,6% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. A settembre sono state immatricolate 1.915 auto (2,8% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 1.219 vetture (1,8% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 50.009 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 73,1% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 13.733 auto (20,1% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 936 (1,4% del mercato).

Il commento dell'Unrae. Nell'analizzare l’andamento del mercato, il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, punta l’attenzione sulle prospettive annuali: "La fragilità dello scenario globale e il rischio di recessione tecnica nell’ultima parte dell’anno dovrebbero impattare anche sul settore automobilistico, portandolo a chiudere il 2022 a circa 1.300.000 immatricolazioni, -10,8% sul 2021 e 158.000 unità in meno, un volume pari a quello di minimo storico che si registrò nel 2013 con 1.304.000 autovetture”. Per il prossimo anno, invece, "la stagnazione economica e gli effetti della recessione tecnica in avvio di anno andranno a deprimere i risultati del 2023, che dovrebbe rimanere su un volume sottotono e da noi stimato in 1.400.000 unità, +7,7% sul 2022". Ancora una volta, Crisci rinnova la richiesta di un piano per la riconversione industriale del nostro Paese e indica al nuovo governo una serie di "interventi prioritari", tra cui un "robusto stimolo al rinnovo di un parco circolante molto anziano e alla diffusione della mobilità a zero e bassissime emissioni", l'incremento "in tutto il territorio nazionale di punti di ricarica pubblici e privati" e la "revisione strutturale della fiscalità privata e aziendale".