Byd
Un successo tutto cinese... per ora
Da qualche mese, la Byd ha assunto un ruolo preminente tra i costruttori automobilistici cinesi. Il sorpasso ai danni della Tesla nelle vendite trimestrali di elettriche l'ha resa un caso di scuola a livello internazionale, aumentando i timori dei concorrenti occidentali sulle capacità delle Case del Dragone di conquistare i mercati esteri con prodotti sempre più accessibili e appetibili anche per i consumatori europei o nordamericani. Per ora, però, il successo della Byd è da attribuire ai risultati raggiunti in madrepatria più che sui mercati esteri. Lo dicono i numeri dell'anno scorso.
I dati...cinesi. Partiamo dai dati pubblicati dalla stessa azienda di Shenzhen. Il 2023 è stato chiuso con 3.012.906 vendite di autovetture e una crescita del 62,2% dovuta soprattutto alle elettriche a batteria. Le Bev, pari a 1.574.822 unità, hanno messo a segno un aumento del 72,8%, mentre le ibride plug-in sono cresciute del 52% a 1.438.084 unità. Dove sono state realizzate tali vendite? Per la gran parte in Cina. A tal proposito, la Byd non fornisce una ripartizione per aree geografiche. Bisogna affidarsi ad altre fonti e partire dal presupposto che la Byd non ha una rete di fabbriche automobilistiche all'estero: ha sì impianti per la produzione di autobus, anche in Europa, Canada e Brasile, ma per le auto passeggeri fa affidamento esclusivamente sui suoi siti cinesi. Per ora, ovviamente. Tra pochi anni, infatti, entreranno in funzione la prima fabbrica europea, nella cittadina ungherese di Szeged, e la prima in Brasile, dove l'azienda ha avviato i lavori per l'ammodernamento dell'ex stabilimento della Ford a Camaçari, nello Stato di Bahia. In attesa di consolidare la sua presenza industriale all'estero, sono gli impianti cinesi ad alimentare un export sì in forte crescita, ma ancora limitato. L'anno scorso, secondo i dati delle Dogane cinesi, la Byd ha esportato 242.759 veicoli. Per l'87% si è trattato di elettriche e per oltre un terzo da un singolo modello, la Atto 3 con 100.020 esemplari spediti sui mercati esteri (seguono la Dolphin con quasi 75 mila, la Seal U con poco più di 28 mila e la Seal con 23.600).
L'estero. Come detto, la crescita è stata forte: +336%. Tuttavia, il peso del mercato nazionale rimane ancora elevato e superiore al 90%. Le esportazioni, infatti, sono passate dal 3% del totale venduto nel 2022 all'8,1% dell'anno scorso. In tale quadro, l'Europa gioca un ruolo ancora minoritario nonostante l'azienda persegua ambiziose strategie di crescita anche tramite aggressive campagne di marketing che non passano solo dalla sponsorizzazione di grandi eventi. La Byd ha deciso di recente di tagliare i listini non solo per rispondere alla Tesla, ma anche, se non soprattutto, per rilanciare una presenza europea ancora lontana dalle aspettative: secondo i dati di Dataforce, l'anno scorso le vendite in Europa si sono attestate a 15.588 unità, per la gran parte Atto 3 (12.318). Si tratta di numeri che pongono la Byd molto lontana da altri costruttori cinesi che, per superare lo scetticismo dei consumatori continentali verso i brand del Dragone, stanno puntando sullo sfruttamento di marchi europei. È il caso degli attuali proprietari della Volvo e della MG: la Geely è già oggi la maggior Casa cinese in Europa con 348 mila auto commercializzate, davanti alla Saic arrivata a 231.322 vetture e capace ogni anno di raddoppiare le vendite del suo marchio inglese. In sintesi, la Byd sarà anche in grande crescita e sulla bocca di tutti, ma per ora la strada per la sua piena affermazione nel Vecchio Continente è ancora lunga.