Ecobonus
Che fine hanno fatto gli incentivi 2024?
È trascorso un mese dal pubblico disvelamento degli incentivi 2024, illustrati l’1 febbraio dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso alle associazioni di settore e ai sindacati. E sono trascorsi 70 giorni dall’annuncio della riforma, anticipato irritualmente dallo stesso ministro a mezzo stampa il 21 dicembre 2023. Un tempo inedito e ingiustificato per una misura che influisce direttamente sulle scelte di acquisto di consumatori e imprese (inducendoli a rinviarle a tempi migliori) e che, quindi, impatta sia sui ricavi della filiera automobilistica sia sul gettito fiscale dello Stato (Iva) e degli enti locali (Ipt).
Politica e burocrazia. Ma perché la riforma degli incentivi 2024, più volte annunciata dallo stesso ministro, non arriva? I motivi sono due: uno di ordine politico e l’altro di natura burocratica. La prima ragione risiede nella natura stessa del provvedimento che deve riformare gli incentivi: un Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri) da emanare su proposta del ministro delle Imprese (Adolfo Urso, Fdi), di concerto con i colleghi dell’Economia (Giancarlo Giorgetti, Lega), dell’Ambiente (Gilberto Pichetto Fratin, FI) e delle Infrastrutture (Matteo Salvini, Lega). Insomma, sull’entità dei singoli fondi (pare che sia questo uno dei nodi da sciogliere) non solo devono mettersi d’accordo quattro ministri, ma anche le diverse anime della maggioranza, attraversata da qualche tempo da più di una fibrillazione. C’è poi l’aspetto procedurale, visto che ogni minima modifica alla bozza di decreto dev’essere condivisa e approvata dagli uffici legislativi di tutti i dicasteri coinvolti.
Semaforo verde non prima di aprile. Nel frattempo le settimane passano, i fondi previsti sulle auto termiche della fascia 61-135 g/km di CO2 sono finiti da 24 giorni e quelli sulle elettriche e plug-in restano inutilizzati. I più ottimisti tra gli addetti ai lavori hanno sempre parlato di operatività della riforma nella seconda metà di marzo. A questo punto, però, è quasi certo che le novità slitteranno ad aprile. Infatti, dopo che il decreto sarà formalmente approvato dal governo (e una data non c’è ancora), il testo dovrà essere esaminato dalla Corte dei conti. Il passaggio sotto la lente della magistratura contabile, a quanto pare, dovrebbe essere piuttosto rapido, ma appare davvero improbabile, alla luce dei precedenti, che il provvedimento possa essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prima della fine di marzo. Da quel momento, poi, la vecchia piattaforma di prenotazione dei contributi da parte delle concessionarie sarà bloccata per essere adeguata dai tecnici di Invitalia alle novità, operazione che richiederà ancora qualche giorno (ma il diritto al bonus, fondi permettendo, è indipendente dalla disponibilità della piattaforma, decorrendo dal giorno della pubblicazione del Dpcm sulla Gazzetta Ufficiale). Insomma, è praticamente certo che l’operazione incentivi 2024 non partirà prima di aprile.