Cerca

Nuovi Modelli

Dallara
Cinque cose che non sapete sulla Stradale

Marco Pascali
1 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

2 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

3 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

4 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

5 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

6 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

7 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

8 / 24

Gian Paolo Dallara, presidente e anima dell'azienda

9 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

10 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

11 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

12 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

13 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

14 / 24

Andrea Pontremoli, ceo e general manager Dallara

15 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

16 / 24

Daniele Guarnaccia, responsabile del progetto Stradale

17 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

18 / 24

Loris Bicocchi, storico collaudatore che ha messo a punto la Stradale

19 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

20 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

21 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

22 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

23 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

24 / 24

Dallara - Cinque cose che non sapete sulla Stradale

La prima supersportiva firmata Dallara si chiama Stradale e promette di cambiare le regole del gioco: struttura di carbonio, leggerezza, elastocinematica da motorsport e dimensioni compatte; ha un modo meccanico e diretto d'intendere guida e velocità voluto dal suo ideatore, Gian Paolo Dallara. Ma non solo. La Stradale, 855 kg per 400 CV, sfrutta l’aria per massimizzare la downforce (superiore agli 800 kg) e moltiplicare le velocità di percorrenza delle curve (“Si passano i 2g”, assicura l’ingegner Dallara). Abbiamo raccolto cinque curiosità su di lei, in attesa di provarla per vedere come se la cava, sulle strade di tutti i giorni e tra i cordoli. 

1. Lo spirito. “Deve essere quello lì, lo spirito del trackday. Giornate alle quali posso arrivare anche senza bisogno di uno che mi prenda la macchina e me la porti in pista; o del meccanico che mi faccia l’assistenza o che me la metta in moto. No. Io arrivo in circuito, faccio i miei giri, il mio trackday, e torno a casa. Anche questo vuole essere lo spirito dell’auto. Una macchina che puoi usare come una 500, ma che ti permette di girare in pista. Forte”. Gian Paolo Dallara, presidente Dallara

2. Guardare avanti. La Stradale è la risposta della Dallara a un mondo dell’auto che sta cambiando pelle. “Pensiamo che in futuro i concetti di mobilità e divertimento in campo automobilistico saranno sempre più divergenti. Ci saranno oggetti che ci permetteranno di muoverci dal punto A al punto B nel modo più semplice e comodo possibile (magari permettendoci di fare altre cose invece che guidare); e poi ci saranno altre auto nate per soddisfare il divertimento, che dovranno essere capaci di generare l’adrenalina. Perché no, anche con il loro aspetto”. Andrea Pontremoli, ceo & general manager Dallara

3. Semplicità. Niente orpelli: qui c'è solo quello che serve per guidare, sognare e giocare con l’auto. “Le uniche mappature che abbiamo sono quelle del motore. Normale e Sport: nel primo modo hai più Driveability, quindi più confort; nell’altro c’è tutta la potenza disponibile. Volevamo che ci fosse questo gap per godere appieno delle due condizioni d’uso dell’auto. Farsi un giro o guidare davvero. Si può anche avere l’assetto elettronico: prevede tre posizioni per la gestione del dumping; inoltre, abbassa l’assetto - staticamente - di 20 mm”. Daniele Guarnaccia, responsabile progetto Stradale

4. Perché senza portiere. Perché la Stradale è una barchetta? “Perché le barchette erano le Ferrari che correvano le gare sport. Quindi la configurazione che più evoca il legame con le auto sportive. Che quindi sono senza portiere. Sulla Stradale, volendo, puoi averle insieme alla cupola. Dove non ci sono portiere c’è continuità e questo rappresenta anche una bella garanzia dal punto di vista strutturale”. Gian Paolo Dallara, presidente Dallara

5. Sorpresa. Il guru dei collaudatori, Loris Bicocchi, e la sua prima volta con la Dallara. “Quando raggiungo il team di sviluppo della Dallara, mi ritrovo con Marco Apicella che mi mostra lo stato di avanzamento della messa a punto. Eravamo sul circuito di Nardò, tracciato che conosco molto bene. Sono seduto al posto del passeggero e stiamo per affrontare la famigerata Curva 1. Bene, vedo che Marco non tira mai su (il piede), la curva 
si avvicina e… ho cominciato a pensare non tanto al ‘se’, ma al ‘come’ saremmo usciti fuori e a quanto male ci saremmo fatti! Invece, prima degli 80 metri, ha frenato ed è entrato nel rampino. È stato scioccante. Ma mi ha messo subito sulla lunghezza d’onda della Stradale. Se non la guidi, è qualcosa di difficile da capire”. Loris Bicocchi, collaudatore