Michelin
La sicurezza non è (solo) questione di millimetri
La sicurezza garantita dai pneumatici non dipende (solo) dai millimetri di spessore del battistrada: questo il messaggio che la Michelin diffonde a seguito di una sessione di prove che dimostrano che le gomme di qualità usurate uguagliano le prestazioni sul bagnato di certi pneumatici nuovi di basso prezzo. E l'obbiettivo della Casa francese è di sviluppare prodotti che siano altamente performanti fino all’ultimo chilometro d’utilizzo, così da ottimizzare le risorse e ridurre l’impatto sull’ambiente e sulla società.
La visione costruttiva. "La performance sostenibile è la chiave della nostra strategia", ha spiegato Terry Gettys, executive vice president R&D della Michelin, nel corso della sessione di test in pista organizzata dal costruttore per mostrare l'efficacia di questo programma. "Proprio per questo, ragioniamo in termini di durata, non di consumo. Nel nostro centro operativo, da decenni, l’innovazione permette di migliorare le prestazioni degli pneumatici nuovi e usati. L’unico criterio da tenere in considerazione quando si parla di sicurezza è la performance di questi ultimi. Inoltre, smontarli prima che il battistrada sia consumato fino al limite legale, riduce la vita utile del prodotto, generando un’infruttuosa spesa per il cliente e provocando un impatto ambientale dannoso”.
Lo studio della vicenda. Il processo tiene conto anche delle informazioni emerse da una ricerca realizzata dalla Ernest&Young. In molti Paesi europei, i pneumatici estivi vanno sostituiti una volta raggiunto il limite minino legale del battistrada, fissato a 1,6 mm. Numerose realtà, invece, suggeriscono di cambiarli decisamente prima: circa il 50% dei pneumatici concludono la loro carriera quando hanno ancora 3 mm di spessore a disposizione. L’analisi, però, non caldeggia un cambio di regolamento che preveda un innalzamento del limite legale di usura del battistrada da 1,6 a 3 mm.
Le conseguenze dell'anticipo. Il cambio prematuro delle gomme avrebbe come conseguenza l’utilizzo di 128 milioni di pneumatici in più ogni anno nel Vecchio Continente, con un incremento di emissioni di anidride carbonica pari a 9 milioni di tonnellate. Prendendo in considerazione i costi per i consumatori, la Ernst&Young stima che possano ammontare a ulteriori 6 miliardi di euro nella sola Europa. In conclusione, per contrastare l’obsolescenza programmata viene suggerita, fra l’altro, l’introduzione di specifici test dedicati alla certificazione delle performance dei pneumatici usati. La Michelin, a tal proposito, ha realizzato alcuni workshop nella propria struttura di Ladoux.
Il centro di sviluppo e ricerca francese si estende su un’area di 450 ettari, comprensiva di 21 piste. All’interno del polo lavorano 3.300 addetti, suddivisi in 350 figure professionali differenti. Nel corso di un anno vengono effettuati 75 mila test con le case automobilistiche, mentre i collaudatori percorrono complessivamente 2 miliardi di chilometri.
La frenata su asciutto... Il test di frenata da 100 a 0 km/h, focus della sessione inaugurale, ha avuto l'intento di evidenziare che le prestazioni della gomma tendono a migliorare dopo un’usura iniziale. Ciò non è certo una novità, visto che i pneumatici da corsa per l'asciutto hanno battistrada liscio. Due vetture identiche, dotate dei Cross Climate+ di misura 205/55 R16, sono state impegnate nella prova: la prima, con gomme nuove, si è fermata in 39,7 metri, mentre la seconda, con pneumatici usati e un chilometraggio non meglio specificato alle spalle, si è arrestata in 36,3 metri. La prova, ripetuta più volte, ha prodotto sempre un esito favorevole per quest’ultima.
... e sul bagnato. La distanza di frenata e il grip sul bagnato dipendono naturalmente dalle caratteristiche del pneumatico e non solo dallo spessore del battistrada. Per dimostrarlo, a Ladoux è stata effettuata una prova, fermando le vetture dalla velocità di 60 km/h su un fondo stradale bagnato. Operazione che ha richiesto 19,6 m per i pneumatici premium nuovi, 26,4 m per quelli di categoria budget nuovi, 23,7 m per i premium usati e 32,7 per i budget usati. A onor di cronaca va detto che non trattandosi di una comparativa di prodotto, le marche e i modelli delle gomme sono state volutamente nascoste. Il test è stato poi effettuato su un’altra pista - certificata per le omologazioni - dove lo spazio di frenata alle stesse condizioni è stato di 41,6 m per il premium usato e 45,3 m per il budget nuovo. Al di là del fatto che i pneumatici di qualità usurati si comportano meglio di quelli economici nuovi, si registra comunque un allungamento dello spazio di frenata con la riduzione dello spessore del battistrada. E le differenze tra pneumatici nuovi e usurati sarebbero ancora più evidenti nel test di aquaplaning, in cui le condizioni della scolpitura sono determinanti, e più in generale nella guida sul fondo molto bagnato. La Michelin, comunque, auspica che la classificazione europea delle prestazioni dei pneumatici (la cosiddetta "etichetta") comprenda sia i valori a gomma nuova, come già previsto, sia quelli a battistrada usurato al limite legale, in modo da dare al consumatore un quadro più preciso della qualità del prodotto.
La nostra comparativa. L'approccio della Michelin potrebbe non essere condiviso da altri marchi, e nemmeno Quattroruote lo sposa del tutto. Una cosa è certa: il livello qualitativo delle "scarpe" scelte per la propria vettura è indispensabile per muoversi in piena tranquillità. Un tema che noi di Quattroruote abbiamo trattato con numerose prove comparative, l'ultima sul fascicolo di maggio, che mette a confronto il comportamento di sette modelli di pneumatico. Ma è altrettanto vero che le prestazioni sul bagnato di una gomma peggiorano al diminuire dello spessore del battistrada. E al di là delle prescrizioni di legge e alle considerazioni sull'impatto economico e ambientale, è fuori discussione che la sostituzione dei pneumatici quando non sono completamente usurati va a favore della sicurezza nella guida in condizioni ambientali difficili.
Da Ladoux (Francia), Andrea Zaliani