Mondiale Endurance
Ferrari, Giovinazzi: "A Le Mans saremo ancora la squadra da battere"
Antonio Giovinazzi, classe ’93, è uno dei piloti che forma l’equipaggio della 499P numero 51 del team Ferrari AF Corse impegnata nel Mondiale Fia-WEC. Voluto fortemente da Antonello Coletta ha dimostrato grinta, tenacia e spirito di squadra. Lo abbiamo incontrato durante una pausa dalla guida durante la 1812 chilometri del Qatar.
Antonio, questa è la tua seconda stagione nel campionato Endurance, che obbiettivi ti sei posto?
La stagione 2023 è stata senza dubbio positiva e arricchita dal grande successo alla 24 Ore di Le Mans del Centenario. Quest’anno siamo ripartiti dal Qatar e affronteremo un Mondiale Endurance che include una gara in più, arrivando a otto appuntamenti. Il nostro obiettivo, come squadra Ferrari – AF Corse, è quello di continuare a essere protagonisti nella classe regina, proseguendo il lavoro fatto nel 2023, con l’ambizione di conquistare più successi e quindi essere competitivi nella sfida per il titolo iridato. Ovviamente, essendo saliti sul gradino più alto del podio a Le Mans lo scorso anno, il prossimo giugno ci presenteremo in Francia con l’obiettivo di difendere il titolo e di confermarci la squadra da battere.
In termini di stile di guida quali sono le principali differenze tra monoposto e un prototipo come le hypercar del Cavallino Rampante?
La 499P è una Le Mans Hypercar che, in funzione del regolamento tecnico della top class dell’endurance, è sicuramente una vettura più pesante e con minor carico aerodinamico. Un’altra grande differenza rispetto alle monoposto è il fatto che l’abitacolo di un prototipo è chiuso, dunque offre una visibilità inferiore e le temperature all’interno sono maggiori, nonostante sia possibile attivare l’aria condizionata.
Come descriveresti il concetto di squadra, il legame tra i piloti, nel mondo dell’Endurance?
Questo è un altro aspetto differente rispetto alla F1: quello legato al team, ai compagni di squadra. Se nelle monoposto per definizione si gareggia da soli, e il primo "avversario" è il tuo compagno perché è il primo riferimento diretto, nell’Endurance il prototipo è condiviso tra più piloti. Cosa significa? Che gli ingegneri preparano la vettura tenendo in considerazione le osservazioni, i pareri, di tre piloti. Questo costringe noi driver a trovare dei compromessi con i compagni: quando cerco un assetto che ritengo ottimale su una determinata pista, per esempio, lo faccio consapevole anche di quello che potrebbero pensare i miei compagni. E poi c’è un certo senso di responsabilità che è differente: nel FIA WEC le gare sono lunghe 6, 8, 10 oppure 24 ore, e il mio obiettivo, come pilota, non è solo quello di esprimere il massimo potenziale della Ferrari 499P, ma anche di affidarla al mio compagno, quando finisce il mio turno di guida, nelle migliori condizioni possibili. Ogni volta che lascio il volante ad Ale e James (Pier Guidi e Calado, Ndr) voglio farlo nel miglior modo possibile. Quindi, in gara è fondamentale essere concentrati ogni singolo secondo per evitare ogni contatto o errore che possa compromettere la vettura.
Quando non guidi come “vivi” la gara?
Nell’Endurance è come se mi sentissi al volante anche quando a bordo della Ferrari 499P ci sono Ale o James, un fatto che ho percepito tantissimo nel 2023 a Le Mans, per esempio nell’ultima parte di gara, quando Ale stava per portare la nostra Hypercar al traguardo mentre io e James osservavamo il tutto dal box, abbracciandoci, soffrendo e poi gioendo insieme. È stato eccezionale.
Il tuo allenamento in vista delle gare è cambiato con il programma Hypercar?
Il piano di allenamento in realtà è molto simile rispetto al passato quando gareggiavo a tempo pieno in F1. Forse con le monoposto la preparazione è ancora più "fisica", perché quel tipo di vettura raggiuge un livello di forza G più alto, quindi sottopone il fisico, in particolare il collo, a uno stress maggiore. Per quanto riguarda le temperature maggiori dentro un abitacolo chiuso, invece, è importante allenarsi a sopportare il caldo quando si gareggia in estate o comunque con temperature notevoli: in queste condizioni, infatti, le frequenze cardiache sono più alte e ci si allena anche considerando questo. Per una gara come la 24 Ore di Le Mans, inoltre, la tabella di allenamento è davvero complessa: ci si prepara alla corsa più attesa dell’anno, infatti, non solo con allenamenti fisici mirati, ma anche studiando al meglio come e quando si dovrà mangiare prima e durante la gara, quando non si guida, per ottimizzare le energie. E allo stesso modo si prepara una tabella da seguire per riposarsi durante la gara perché quando si sale nell’abitacolo bisogna poter dare sempre il cento per cento.
Come studi i circuiti? Quest’anno, per esempio, il FIA WEC gareggerà per la prima volta in assoluto a Imola, e le Hypercar debutteranno anche a Interlagos, Austin, dopo l’esordio in Qatar: tutte piste dove non si avevano precedenti in gara…
Da questo punto di vista è fondamentale il simulatore che abbiamo a Maranello. Con questo strumento, oltre a conoscere meglio i tracciati in generale, possiamo studiare moltissimi aspetti fondamentali per l’assetto della vettura. Sfruttiamo il simulatore in tutte le giornate possibili secondo il regolamento: prima e dopo le gare del Mondiale, infatti, abbiamo sessioni al simulatore utili per preparare la gara, oppure dopo la stessa per capire dove avremmo potuto fare meglio. Tutti i dati raccolti in gara, infatti, risultano preziosi per i nostri ingegneri e per noi piloti. Questa operazione non cambia molto da quando preparavo le gare per la F1.
A casa usi il simulatore per allenarti?
Spesso la sera uso il simulatore per giocare con gli amici: non posso dire che lo uso per allenarmi, perché il simulatore adatto a questo è quello professionale che abbiamo a Maranello. Però è anche vero che questo mi aiuta nel cercare di capire dove sorpassare più facilmente in gara e quali siano invece i punti critici di un tracciato. In questo periodo, con il simulatore che ho a casa, per esempio giro spesso sulla pista di Imola, che è la prossima tappa del WEC.
Quali sono i pregi e difetti dei tuoi compagni di squadra?
Ale e James sono due meravigliosi compagni, nonché due campioni del mondo visto che con la Ferrari 488 GTE, nel WEC, hanno vinto tre volte il titolo iridato Piloti e contribuito sostanzialmente ai tre titoli Costruttori (2017, 2021, 2022, Ndr). Sono piloti esperti, che conoscono molto bene questo campionato e che mi hanno accolto nel miglior modo possibile sin dall’inizio della mia esperienza nella top class con la 499P. Mi hanno aiutato tantissimo nel percorso di avvicinamento a questo tipo di gare. I difetti? (Sorride). Anche se ne avessero, non li confiderei mai.