Auto a batteria
Quando la trazione integrale è elettrica
Abituati a immaginare le auto (termiche) a quattro ruote motrici come mezzi generalmente più pesanti e dal consumo elevato, ci stupiamo delle elettriche 4x4: eppure non si tratta di una scelta priva di logica, anzi.
La semplicità. I motori delle auto elettriche sono più semplici, piccoli e leggeri, ma soprattutto meno ingombranti delle unità endotermiche: tutto ciò li rende idonei a essere collocati, all’occorrenza, su ciascuno degli assi del veicolo, se non addirittura a spingere le singole ruote. Ed è così che la vettura ottiene un sistema di trazione integrale, senza gli ingombri e il peso dell’albero di trasmissione e dei sistemi di ripartizione della coppia tra gli assi.
Più prestazionale. La presenza di più motori incide sulla massa, certo, ma a livelli analoghi, se non inferiori, ai sofisticati sistemi a doppia trazione delle auto tradizionali. Per darvi un’idea, sappiamo che la Ford Mustang Mach-E, in versione entry level da 269 CV, ha una massa dichiarata di 1.969 kg contro i 2.063 kg della versione a quattro ruote motrici. In pratica, la presenza del secondo motore sull’asse anteriore (di base ha la trazione posteriore) grava per meno del 5% di peso in più sulla bilancia. Semmai, su questo modello si registra una crescita ben più significativa in termini di coppia massima: 580 Nm contro i 430 Nm della versione a trazione posteriore, a parità di potenza di picco (269 CV). E l’accelerazione (dichiarata) guadagna sullo scatto da 0 a 100 km/h, passando da 6,1 a 5,6 secondi.
Piacere di guida. C’è poi il caso dell’Audi e-tron, disponibile con la trazione integrale quattro su tutta la gamma. Quella della versione S, tuttavia, si basa su ben tre propulsori elettrici e non sui “canonici” due: uno è davanti, in grado di muovere le ruote tramite un classico differenziale meccanico, mentre i motori posteriori, uno per ogni ruota, sono affiancati e racchiusi nello stesso carter. Così è possibile realizzare il torque vectoring, ovvero la distribuzione mirata della coppia sulle ruote dei due lati dell’asse posteriore. Ne consegue un miglioramento del comportamento stradale e della motricità del veicolo.
Premium. Com’è intuibile, la scelta della trazione integrale sulle auto elettriche è appannaggio soprattutto di modelli premium o, comunque, di una certa dimensione. Ad aprire la strada è stata la Tesla Model S nel 2014, quando le versioni Dual Motor hanno affiancato quelle a trazione posteriore. Il motivo? Dare ai clienti una famiglia completa di varianti che non facesse rimpiangere le ammiraglie di lusso a motore termico, in genere offerte anche con le quattro ruote motrici. Un’esigenza che verrà ancor più avvertita con l’arrivo delle Suv elettriche, ormai diventate un trend.
Non solo full electric. La trazione integrale “elettrica” non è solo appannaggio delle auto a emissioni zero. Alcune full hybrid e soprattutto le plug-in approfittano del motore a batteria per aggiungere forza motrice su un secondo asse, in genere quello posteriore. Tra i tanti esempi citiamo il recente caso delle Jeep Renegade e Compass in versione 4xe: le Suv adottano l’1.3 Turbo FireFly all’anteriore, un motore-generatore elettrico collegato all’endotermico e un ulteriore propulsore Ev collocato tra le ruote posteriori, per una potenza complessiva di sistema pari a 240 CV. Grazie alla batteria agli ioni di litio da 11,4 kWh, le 4xe possono percorrere fino a 50 km in modalità full electric. In ogni caso, la trazione integrale elettrica è ora una scelta obbligata per chi vuole le quattro ruote motrici su questi modelli: le 4WD a gasolio, infatti, sono fuori listino.