Auto ibride
Soluzione mild: alternatore addio
Il primo livello dell'elettrificazione dei sistemi di propulsione è anche quello oggi destinato a una diffusione generalizzata, perché consente alle Case di ridurre consumi ed emissioni adottando soluzioni tecniche semplici, ma che comunque danno diritto a ottenere lo status di auto ibride. La strada più battuta prevede, in genere, l’adozione di un motogeneratore (con potenza massima fino a circa 11 kW) al posto del tradizionale alternatore e, come questo, azionato dalla cinghia Poly-V trascinata dal motore termico. Il compito del sistema mild hybrid è recuperare l'energia che si sviluppa nelle fasi di decelerazione (e che andrebbe perduta) e immagazzinarla in una piccola batteria agli ioni di litio dedicata. Questa energia viene in seguito utilizzata per due scopi. Il primo è riavviare rapidamente e silenziosamente il motore termico dopo le brevi soste ai semafori o in coda, mediante il motogeneratore; il secondo è fornirgli coppia motrice, alleggerendone il compito e riducendone di conseguenza il consumo. Particolare importante: in questo schema, l’unità termica è l’unica che agisce sulle ruote, quindi le auto mild hybrid non marciano mai con la sola propulsione elettrica.
Anche con il diesel. Gli schemi più semplici di questo tipo lavorano a una tensione di 12 volt, proprio come la rete elettrica di bordo, mentre quelli più sofisticati operano a 24 o 48 volt: in tal modo, a parità di potenza, la corrente si dimezza o si riduce a un quarto, migliorando l'efficienza, oppure si possono incrementare le prestazioni. Quanto al motore termico, può essere alimentato indifferentemente a benzina o a gasolio; le diesel mild hybrid sono più adatte a chi è solito percorrere molti chilometri.