Fiat Ducato
Elisir di lunga vita
ne abbiamo testati una ventina, spalmati su tre generazioni principali e tanti aggiornamenti intermedi. Fra i commerciali di taglia grande infatti, quello di Fiat Professional non è certo il modello più longevo, ma ha fatto fruttare ogni singolo passaggio evolutivo per allungare la sua carriera. O, se vogliamo, ha sempre interpretato la formula del 3,5 ton abbastanza bene da non avere bisogno di stravolgere la formula iniziale.
Dentro al cofano. Sempre a pulsante, volendo, è l'avviamento, che sostituisce il tradizionale blocchetto anche nella posizione, sul piantone dello sterzo. Il nuovo motore di 2,2 litri progettato FCA è un bel passo avanti rispetto al 2.3 precedente, che col passare degli anni appariva via via più ruvido di fronte ai progressi dei concorrenti. Silenzioso anche a freddo, generoso e fluido, spinge al punto da sembrare più dotato dei 140 CV della targhetta. In alternativa la gamma prevede le tarature da 120, 159 e 177 CV. Il cambio assiste a dovere il 4 cilindri di 2,2 litri, impuntandosi molto meno del precedente nei passaggi veloci. Ancora una volta, la disposizione della meccanica e degli accessori è vincente: l’intercooler aria/acqua è posto sopra la testata, per sfruttare lo spazio in verticale, risparmiandolo in orizzontale. Col muso così corto, è un vantaggio anche per la circolazione dell’aria nel vano motore. In basso, invece, si nota una certa esposizione della pompa dell'acqua a eventuali urti o proiezione di detriti. L'accoppiata fra propulsore e cambio manuale si fa valere sia rispetto al precedente modello sia nei confronti dei principali concorrenti a trazione anteriore. Il 4 cilindri nella versione da 140 CV è brillante quanto basta in accelerazione e ripresa e, sul fronte dei consumi, particolarmente a suo agio nello scenario urbano e sulle statali, dove le percorrenze sono di riferimento.
Raffaele Bonmezzadri
Estratto della prova pubblicata su tuttoTrasporti di ottobre, n. 453.