Mahindra Goa
I MOTORI
La parola benzina non esiste nei vocabolari delle Mahindra Goa importate in Italia. A prescindere dal fatto che questi mezzi abbiano il cassone o una carrozzeria chiusa, l’alimentazione è sempre a gasolio. A parte rare inserzioni relative a veicoli spinti da un’unità da 2,5 litri, la maggior parte degli annunci riguarda le versioni 2.2 spinte da un motore sviluppato in origine dall’austriaca AVL sulla base di un propulsore PSA. Nel tempo ha mantenuto la cilindrata beneficiando però di un’evoluzione radicale, che ha limato le antiche spigolosità. Quanto al reparto trasmissione, i pick-up Goa meno prestanti sono a due sole ruote motrici, quelle posteriori. Gli esemplari più adatti agli impieghi gravosi sono quelli con trazione integrale inseribile. Questa è una costante della Goa in versione passeggeri. I cambi, di norma manuali con riduttore, sono diventati a sei marce a partire dal 2019.
PRO E CONTRO
Il pregio principale dei mezzi che portano il nome Mahindra Goa è la capacità di disimpegnarsi bene lontano dall’asfalto, anche sui terreni più accidentati. La solidità dello chassis, la notevole altezza da terra e l’eventuale presenza di rapporti ridotti permette loro di superare ostacoli insormontabili per la maggior parte delle Suv. Rispetto a queste, però, la Goa non può certo rappresentare una vera alternativa. Frutto di un progetto datato, non può offrire infatti lo stesso confort di marcia né il medesimo piacere di guida. Anche in presenza di un avantreno a ruote indipendenti e di un retrotreno multilink, risulta impacciata tra le curve e ha reazioni lente ai comandi di uno sterzo poco preciso. Per farsi perdonare assicura comunque una buona quantità di spazio e in taluni casi può ospitare a bordo anche sei persone.