Opel - Tigra scoperta - FOTO GALLERY
L’esordio. Sulla scia del successo di alcune scoperte con il tetto retraibile elettricamente, come la Mercedes SLK e la Peugeot 206 CC, la Opel lancia nel 2004 una vettura che adotta una soluzione analoga. Il suo nome, seppur affiancato per la prima volta da ''TwinTop'', rievoca un grande successo di qualche anno prima. L’auto viene presentata al Salone di Ginevra di quello stesso anno, dove ottiene il titolo di Cabrio of the Year.
L’antesignana. Per tutti, la Opel Tigra per antonomasia è la piccola coupé prodotta dal 1994 al 2001, capace di replicare in meno di quattro metri l’apprezzata formula della Calibra, una delle più iconiche sportive della Saetta.
Origine pop. Come la precedente Tigra, la TwinTop risulta all’epoca strettamente derivata dalla coeva Corsa. Nel caso specifico, la C, ovvero quella di terza generazione. Le forme, tuttavia sono ben diverse: più spigolose, ma anche più sportive.
Corta. Poiché deriva dalla Opel Corsa, la Tigra TwinTop è una scoperta molto compatta: l’auto è lunga 3,92 metri, larga 1,69 e alta 1,36, con un passo di 249 cm. Parliamo di ingombri piuttosto simili a quelli della precedente Tigra: la lunghezza, per esempio, è la stessa.
L’inglese. Come in genere accade con i prodotti Opel per l’Europa continentale, viene realizzata per il mercato britannico anche la versione a marchio Vauxhall del modello. Di fatto, si tratta di un rebadging puro, che mette in mostra solo variazioni nei loghi e, ovviamente, nel posizionamento del posto guida, collocato a destra.
L’australiana. Dal 2005 la nuova Tigra arriverà anche sul mercato australiano, dove verrà venduta con il marchio Holden, altro brand dell’universo General Motors. Anche in questo caso, il posto guida è a destra.
Il meccanismo. La presenza del tetto rigido retraibile elettricamente comporta l’adozione di ben cinque motori elettrici, quattro attuatori idraulici e 18 sensori per il suo funzionamento, che informano la centralina elettronica di gestione del sistema sull’avanzamento delle fasi di apertura e chiusura. Tale sistema, che impiega 18 secondi a scoprire l’auto, è opera della Heuliez, all’epoca deputata anche alla produzione della Tigra TwinTop in quel di Cerizay (Francia).
La linea. Ovviamente, la ripiegabilità del tetto dietro ai sedili influisce e non poco sulle forme di quest’auto. Come accade sulla rivale Peugeot 206 CC, il volume posteriore appare piuttosto massiccio, senza, tuttavia, far risultare l’auto sproporzionata.
Grandi viaggi. La previsione di un ampio spazio per alloggiare il tetto rigido ha un risvolto positivo: quando si viaggia con l’hard top chiuso, la vettura offre ben 440 litri (dichiarati) di spazio utile per i bagagli, che si aggiungono ai 70 litri dello spazio dietro ai sedili, delimitato da una retina. Al pari del tetto, anche l’apertura del baule è automatica, ed entra in funzione premendo un tasto sopra la targa.
Ambiente familiare. Come accadeva con la Tigra standard, prodotta con la stessa plancia della coeva Corsa (la B), anche l’abitacolo della TwinTop attinge dalla coeva generazione (la C) dell’utilitaria. I dettagli sono più sportivi, certo, ma il design interno è fin troppo razionale per un modello sfizioso e di nicchia. I posti sono solo due, al contrario della rivale Peugeot 206 CC, che adotta anche due sedute d’emergenza, piuttosto risicate.
Tranquilla al lancio. Con una tempistica non ottimale per una scoperta, l’auto arriva sul mercato italiano nell’autunno del 2004. Al lancio è prevista solo la più tranquilla versione con motore a benzina 1.4 16v da 90 CV abbinato a una trasmissione manuale a cinque rapporti. Chi preferisce l’automatico, tuttavia, può scegliere in opzione il cambio robotizzato Easytronic.
Alla frusta. Proprio la versione 1.4 16v da 90 CV, destinata a ricoprire il ruolo di entry level per tutta la carriera di questo modello, viene da noi messa a confronto con la più modaiola Mini Cooper Cabrio, dotata di una capote di tela e del motore a benzina 1.6 da 116 CV. Accade su Quattroruote di ottobre del 2004.
Diverse. Per prestazioni, com’era prevedibile, prevale la Mini, che ha 26 CV in più. In entrambi i casi, tuttavia, il maggior peso rispetto ai modelli da cui derivano penalizza la ripresa di queste auto, più adatte ad andature turistiche. La Tigra TwinTop ha una frenata più efficace (5 stelle in pagella) ed è più parca nei consumi. In più costa decisamente meno: del resto, parliamo della più economica tra le vetture con hard top retraibile elettricamente.
Più potente. Nel 2005 arriva finalmente la versione con il più sportivo motore a benzina di 1.8 litri da 125 CV, annunciato fin dal lancio. I numeri dichiarati dalla Casa parlano di una velocità massima di 204 km/h e di un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 9,4 secondi.
Più parca. Sempre nel 2005 arriva la versione col 1.3 CDTI da 69 CV di origine torinese: è lo stesso 1.3 Multijet adottato dal gruppo Fiat, che proprio in quell’anno ha interrotto l’alleanza con la General Motors. Pur essendo meno potente dell’Ecotec a benzina di 1.4 litri, dispone di più coppia, il che rende questa versione più briosa. In più, consuma poco.
Finta capote. Al Salone di Ginevra del 2008 viene presentata una versione speciale della Opel Tigra TwinTop, denominata Illusion. Si tratta di una variante non disponibile sul mercato italiano e caratterizzata dalla presenza di un rivestimento di tela del tetto rigido, che genera l’illusione (ma anche l’eleganza) di una vera capote.
Vendite deludenti. Pur essendo un modello sfizioso e interessante, questa vettura esce di produzione nel 2009 dopo 90.874 unità assemblate: poche, se si tiene conto del prezzo accessibile e delle oltre 370 mila unità realizzate della rivale Peugeot 206 CC. Più nello specifico, i numeri parlano di 14.904 esemplari nel 2004, 37.690 nel 2005, 14.470 nel 2006, 11.770 nel 2007, 8.840 nel 2008 e 3.200 nel 2009.
Nel febbraio del 2004 apparvero le prime foto ufficiali della Opel Tigra TwinTop, destinata al debutto a marzo, in occasione del Salone di Ginevra. L’auto venne lanciata cavalcando il recente interesse del mercato per le scoperte dal tetto rigido ripiegabile elettricamente: un’idea non nuova, ripresa dalla Mercedes SLK del 1996 e già resa accessibile dalla Peugeot 206 CC. E proprio il successo della francese alimentò grandi aspettative su questo modello, forte del suo richiamo alla precedente Opel Tigra, un sogno per i giovani europei e con prezzi di listino alla portata di molti. Eppure, tutto questo non bastò: forse perché quello delle coupé-cabriolet era un mercato già in declino, o forse perché quest’auto offriva solo due posti, al contrario della rivale Peugeot. Trovate la storia e le caratteristiche della piccola tedesca nella foto gallery qui sopra.